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 2025  novembre 06 Giovedì calendario

Leone XIV, la svolta con la fine del Giubileo: tra cambiamenti nella curia e modifiche nella comunicazione, le nuove sfide

Sei mesi di pontificato e tante domande che continuano ancora ad affastellarsi a proposito della direzione effettiva che Leone XIV vuole dare alla sua tabella di marcia. È collocato a destra, al centro o a sinistra come il suo predecessore? Un conservatore o un progressista? Porterà cambiamenti in curia come tanti si aspettano oppure manterrà l’impostazione di prima? Che tipo di comunicazione sceglierà per raccontare le sfide e le risposte da dare alle attese del mondo? Per il momento il suo modo di procedere ha ricalcato grosso modo la sua personalità. Anche gli amici agostiniani lo descrivono come un uomo mite, buono d’animo, gentile, un grandissimo ascoltatore, coi piedi per terra e abituato a maturare scelte dopo aver sentito tutte le parti in causa, seguendo un modo di procedere comunitario, tipico di chi ha sempre vissuto all’interno di una famiglia religiosa. C’è però chi già gli imputa di essere eccessivamente prudente davanti a tanti dossier. Per esempio sulla questione di Gaza, al punto da essere stato preso di mira persino da Crozza, uno dei più popolari attori televisivi che ne ha fatto una delle gag più viste negli ultimi mesi all’interno della sua trasmissione. 

Di fatto Leone XIV avendo avuto il mandato dai cardinali elettori (ricevendo praticamente un plebiscito) di tenere unita la Chiesa a ogni costo, sembra andare avanti soprattutto concentrato su quest’unico programma.

Si aspetta però la fine del Giubileo, il 6 gennaio, come data spartiacque e simbolica. Solo allora per Leone XIV termineranno di fatto tutti i dossier inconclusi, ereditati con la morte del predecessore. Quindi gli impegni giubilari in primis, poi i documenti in sospeso (l’ultimo, per esempio, quello contestatissimo sulla Madonna da non definire più corredentrice), i progetti, l’enciclica quasi totalmente scritta da Bergoglio e licenziata come esortazione apostolica il mese scorso con il titolo Dilexit te, il viaggio a Nicea programmato per fine novembre, al quale Prevost ha solo apportato una piccola modifica aggiungendovi la tappa libanese. 
Dal sette gennaio, invece, si potrà, dunque analizzare la fase due del pontificato di Prevost, quella più personale, più veritiera e che lo rispecchierà in pieno perchè sarà da quel momento che potrà sentirsi libero dai lacci e lacciuoli pregressi e avrà modo di costruire la ’sua’ Chiesa, attraverso la sua personalissima impronta. Fino ad allora sarà difficile afferrare fino in fondo il disegno da realizzare, se – per esempio – vorrà davvero includere la parte tradizionalista della Chiesa composta da coloro che si battono per la  messa in latino (abolita da Francesco), oppure se darà nuovo impulso alle riforme sinodali o se, al contrario, imporrà delle limitazioni. 
Nel suo primo discorso, Leone desiderava una Chiesa capace di costruire ponti, coltivare il dialogo e accogliere tutti a braccia aperte. A Kiev, per esempio, la Chiesa si aspetta da lui che possa andare a fare non tanto un viaggio apostolico, ma un pellegrinaggio di sola preghiera, magari sui luoghi del martirio come Bucha, offrendo un gesto di solidarietà ad un paese in ginocchio, senza che questo possa sembrare una provocazione agli occhi di Mosca. Al momento Prevost si è limitato a camminare nel solco diplomatico di Bergoglio, per molti ucraini sbilanciato verso Mosca (per varie ragioni). Non ultima, tra l’altro, l’aver sempre rifiutato di dare il cardinalato a monsignor Shevchuck, leader della Chiesa greco cattolica, la comunità che durante le persecuzioni comuniste ha sofferto le pene dell’inferno rimanendo sempre fedele a Roma nonostante i pericoli e i rischi.
La continuità con i suoi predecessori può però essere intravista anche su altri fronti, ad esempio, sulla questione delle donne. C’è un gruppo di lavoro che sta valutando se sia possibile garantire loro un ministero ordinato (diaconato). Leone al momento non si è espresso apertamente, ha però ribadito di essere fedele all’insegnamento cattolico sul matrimonio e sulla famiglia. Rifiutando anche le benedizioni formali per le coppie dello stesso sesso sebbene non abbia cancellato il documento contestatissimo di Francesco sulle benedizioni alle coppie gay.
Tra le grandi questioni ereditate che ha fatto sue, Papa Prevost ha portato avanti la battaglia climatica e il maxi progetto per trasformare una parte della residenza estiva papale di Castel Gandolfo nel centro di sostenibilità “Borgo Laudato Si”.
Ora Papa Leone XIV si sta prendendo il suo tempo e su di lui aumenta l’aspettativa, sia da parte dei conservatori che dei progressisti. In ogni caso dovranno tutti avere un po’ di pazienza fino al 7 di gennaio, quando si archivierà l’Anno Santo. Solo in quel momento inizierà il ’nuovo’ pontificato.