il Fatto Quotidiano, 6 novembre 2025
Le Olimpiadi lasciano il buco: 24 milioni di rosso per il Coni
Lo sport italiano ha un problema. E, tanto per cambiare, la colpa è dei Giochi di Milano-Cortina: il Coni nel 2026 – cioè nell’anno olimpico – perderà addirittura 24 milioni, proprio per effetto della partecipazione alla rassegna, che tanto cara sta costando allo Stato.
La notizia è nel budget 2026 approvato in questi giorni con il terzo rosso di fila, stavolta da record. Evidentemente la stortura nei conti dell’ente è strutturale. Dopo la riforma che ha spostato soldi e potere verso la società Sport e Salute, il Comitato olimpico ha dimezzato il suo volume d’affari (adesso intorno ai 75-80 milioni annui, di cui 45 pubblici) e non è ancora riuscito a riassestarsi. Continua a spendere più di quanto possa permettersi, tanto che già l’anno scorso l’esecutivo era stato costretto a rabboccare il finanziamento, senza però risolvere la questione in via definitiva. Infatti i tecnici scrivono: “Emerge nuovamente il rischio che l’Ente non riesca a perseguire, in una prospettiva di medio-lungo periodo, strategie efficaci di sviluppo, salvo un intervento volto alla revisione del contributo pubblico o alla ristrutturazione delle entrate”. È vero che il Coni ha un patrimonio di oltre 100 milioni, ma di questo passo rischia di prosciugarlo rapidamente. In tale situazione cronica, si inseriscono i Giochi di Milano-Cortina. Le Olimpiadi comportano da sempre oneri straordinari (e nel 2026 ci sono pure i Giochi del Mediterraneo a Taranto e quelli juniores a Dakar): come banalmente il pagamento dei premi per le medaglie, che tutti quanti ci auguriamo numerose; la preparazione, l’accompagnamento degli atleti, l’organizzazione di Casa Italia, ecc. E poi nel periodo olimpico il Coni ha dovuto rinunciare allo sfruttamento commerciale dei cinque cerchi, ceduto alla Fondazione. Per farvi fronte, di solito il governo stanziava un finanziamento extra, al momento non l’ha fatto e a questo si deve la perdita: “Ad oggi non è nota la contribuzione statale straordinaria a supporto della partecipazione ai Giochi Olimpici Invernali 2026”.
Qualcosa però non torna nei numeri. È vero che in tempi recenti – non sempre, dal 2020 – c’era questa cattiva abitudine di farsi aiutare dal governo (un ente ben gestito dovrebbe pianificare i conti prevedendo le maggiori spese dell’anno olimpico). Ma in passato le cifre non sono mai state così alte. Nel 2024, per Parigi, erano arrivati 21 in più, ma si trattava di Giochi estivi, altra storia. Nel 2022, l’ultima invernale, i milioni furono appena 5, e si svolgeva a Pechino, dall’altra parte del pianeta (seppur a ranghi ridotti in epoca Covid). Adesso ne servono cinque volte tanti per una rassegna nel cortile di casa. E questo senza considerare i debiti che il Comitato Milano-Cortina ha accumulato nei confronti del Coni, e che solo adesso vengono reclamati (strano: fino a ieri il presidente del Coni, Giovanni Malagò, era lo stesso della Fondazione…).
Come finirà è presto detto: il nuovo n. 1 del Coni, Luciano Buonfiglio, busserà alla porta del governo e lo Stato sarà costretto a staccare un assegno da 24 milioni.