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 2025  novembre 05 Mercoledì calendario

Ci vuole orecchio, l’Italia sente poco

Non sono solo gli occhi a invecchiare. Ma mentre tutti conoscono la presbiopia e accettano l’idea di e accettano l’idea di correggerla indossando i relativi occhiali, molto meno noto è il fatto che anche il nostro apparato uditivo possa subire le conseguenze degli anni che passano.
Eppure, stime recenti indicano che sono oltre 7 milioni gli italiani che convivono con una perdita uditiva di vario grado. Il che equivale al 12,4% della popolazione, ovvero ad una persona ogni 8. E questa è la prevalenza più alta tra tutti i principali Paesi europei, con una crescita registrata soprattutto tra le persone tra i 46 e i 60 anni. Rispetto al passato, la consapevolezza del problema è tuttavia molto migliorata, al punto che il 40% delle persone con calo dell’udito oggi utilizza un apparecchio acustico.Una percentuale considerata ancora bassa.
Tuttavia, gli italiani arrivano a questa soluzione piuttosto tardi, intorno ai 74 anni, mentre la media europea è di 60,5 anni.
Sono alcuni dei risultati scaturiti dalla ricerca EuroTrak Italia 2025 presentata al Ccngresso della Federazione Italiana degli Audioprotesisti.
Tra le principali cause della perdita di udito c’è l’età avanzata (presbiacusia), che provoca un invecchiamento dell’orecchio interno. Ma, a dare un importante contributo sono anche l’esposizione al rumore. Quello, per esempio, dei concerti, della musica o dei podcast sentiti a tutto volume con cuffiette e auricolari, del traffico o di alcuni macchinari. Sul fronte delle infezioni, possono provocare un danno uditivo temporaneo o permanente alcune forme di otite, il morbillo e la meningite.
Infine, anche alcuni farmaci possono risultare ototossici: è il caso ad esempio di alcuni antibiotici (come la gentamicina o la streptomicina), di alcuni chemioterapici e antinfiammatori.
Proteggere la salute del nostro udito, soprattutto vista l’aspettativa di vita sempre più lunga, è fondamentale. Come è importante non trascurare le difficoltà uditive spesso sottovalutate per vergogna. Le regole di protezione, tra giovani e adulti, sono molto semplici e intuitive: va evitata l’esposizione prolungata a rumori molti forti ed eventualmente vanno indossare le apposite protezioni (cuffie o tappi per le orecchie). È importante limitare il volume e il tempo di ascolto della musica o altro attraverso cuffie e auricolari. Le infezioni dell’orecchio vanno trattate prontamente e, in generale, è bene evitare di introdurre oggetti nel condotto uditivo.
Infine, è importante sottoporsi a controlli regolari dell’udito a partire dai 50 anni, per cogliere il problema sul nascere. Prevenzione e controlli regolari consentono infatti di ritardare o limitare i danni all’udito e di rendere qualunque forma di trattamento più efficace.
Una perdita dell’udito non corretta si porta dietro conseguenze anche molto gravi. In primo luogo contribuisce all’isolamento sociale, riducendo la partecipazione attiva di una persona alla vita della famiglia e ai discorsi tra amici o parenti.
Questo, a sua volta, col passare del tempo, può avere un impatto non trascurabile sulla salute mentale di un individuo, provocando ansia, depressione e peggiorando la qualità di vita. Il calo dell’udito può arrivare ad accelerare il declino cognitivo e ad aumentare il rischio di demenza. E, nei soggetti più giovani, a compromettere le performance lavorative.
La buona notizia è che un programma di riabilitazione uditiva, non solo migliora l’udito tout court, ma contribuisce anche al benessere generale di un individuo, alla sua memoria e al recupero della socialità.
Ecco perché, è importante imparare a cogliere nei propri familiari i segnali d’allarme di un deterioramento uditivo. Se una persona non capisce che ci stiamo rivolgendo a lei quando ci è di spalle o ci chiede più volte di ripetere quello che abbiamo detto, se ascolta la radio o la televisione a volume molto alto o se tende ad isolarsi dalle conversazioni è bene ricorrere ad una visita otorinolaringoiatrica e ad un test audiometrico, necessari per oggettivare la diagnosi e a fare il primo passo verso la soluzione del problema.
Gli apparecchi acustici digitali negli ultimi anni sono migliorati moltissimo, sia come performance, che come estetica. Le innovazioni tecniche che hanno investito questo settore consentono di correggere una perdita dell’udito da moderata a grave in maniera discreta, naturale e molto efficace, con piena soddisfazione degli utilizzatori.
Tra le tecnologie più recenti, la connettività Bluetooth con smartphone o televisione e la ricaricabilità. Alcuni device sono dotati di filtri per rimuovere i rumori ambientali e i più moderni sono dotati di funzioni di intelligenza artificiale, di tele-assistenza e di regolazione remota dell’apparecchio.