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 2025  novembre 05 Mercoledì calendario

Quelli da separare

Chi deplora lo scarso ricambio delle classi dirigenti tende a trascurare quello delle classi digerenti. Che, se possibile, è ancor più preoccupante, anche se le classi dirigenti e digerenti tendono a coincidere proprio perché non c’è ricambio. Per dire: Totò Cuffaro e Saverio Romano sono di nuovo indagati (con preavviso d’arresto in omaggio a Nordio), stavolta per aver truccato appalti. Il primo è già pregiudicato, avendo scontato una condanna a 7 anni per favoreggiamento mafioso. Il secondo fu indagato per concorso esterno, corruzione e traffico d’influenze, e sempre archiviato o assolto. Ma in Italia le condanne e le assoluzioni che provano legami malavitosi non fregano niente, anzi fanno curriculum. Infatti i due hanno continuato le loro radiose carriere. Come del resto il loro spirito-guida Piercasinando, che a furia di mettere la mano sul fuoco per loro dovrebbe girare coi moncherini, invece è sempre in pole position per il Quirinale e l’altro giorno abbracciava gioiosamente Previti. Romano ha bazzicato quasi sempre nel centrodestra, con una breve parentesi con Verdini pro Renzi (centrodestra, appunto). Cuffaro, dopo una vita passata tra Ccd, Udc e FI, guida una fantomatica Dc e s’è appena alleato con la Lega di Salvini che venti giorni fa, col suo fiuto da rabdomante, se l’è accaparrato in vista delle Politiche del 2027. Lui che prima diceva: “Mai accordi con chi è uscito di galera”. E Cuffaro ricambiava: “Salvini ad Agrigento mi fa ribollire il sangue”. Ora, per il Cazzaro Verde, Totò Vasa-vasa è un “uomo di valori”. Valori già certificati dalla Cassazione: “È provato l’accordo politico-mafioso tra il capo mandamento Giuseppe Guttadauro (fratello del cognato di Messina Denaro, boss di Brancaccio dopo l’arresto dei Graviano, ndr) e l’uomo politico Salvatore Cuffaro, e la consapevolezza di quest’ultimo di agevolare l’associazione mafiosa, inserendo nella lista elettorale per le elezioni siciliane del 2001 persone gradite ai boss e rivelando, in più occasioni, a personaggi mafiosi l’esistenza di indagini in corso nei loro confronti”.
Qualcuno pensa che i cuffari siano eterni malgrado le condanne per rapporti mafiosi. Grave errore: sono eterni proprio in virtù delle condanne e dei rapporti mafiosi. Che in Italia non portano la morte civile, ma l’elisir di lunga vita. Se il condannato diventasse un paria, le mafie e le altre Spa del crimine punterebbero su altri, più giovani e meno cari. Se invece resta nel giro con l’aureola del martire, rimane un cavallo vincente finché campa per i voti che porta e per ciò che sa e non dice. E blocca l’ascensore sociale del malaffare, tarpando le ali alle nuove leve del furto con scasso. In Italia il ricambio delle classi digerenti lo fanno i carabinieri, o il beccamorto.