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 2025  novembre 05 Mercoledì calendario

Bottiglie di plastica, perché il tappo agganciato non è una follia

Quando c’è da parlar male dell’Europa si tira sempre in ballo l’eccesso di regole. Per anni ha dominato la bufala sulle dimensioni delle zucchine, da un annetto sono i tappi agganciati alle bottiglie di plastica. Una norma che invece è vera: dal 3 luglio 2024 la direttiva 2019/904 sulle plastiche monouso, impone a tutti i Paesi membri la vendita di bottiglie di plastica col tappo agganciato. L’Italia l’aveva adottata già nel 2022, e consumatori e produttori si sono adattati senza problemi. Eppure durante la campagna elettorale per le europee del 2024 il ministro Matteo Salvini inveiva sui social pubblicando la foto di un tizio col naso attaccato al tappo e lo slogan «Più Italia, meno Europa». E ancora oggi, puntualmente, qualcuno tira in ballo la normativa come «follia». Allora vediamo perché è stato necessario introdurla.
L’80% dei rifiuti marini è plastica
Tutto parte nel 2008 con la Direttiva 98 sui rifiuti che obbliga i Paesi membri ad attivare entro il 2015 la raccolta differenziata di carta, metalli, plastica e vetro. L’emergenza ambientale è legata, in primo luogo, alla plastica che rappresenta oltre l’80% dei rifiuti marini (stima Ue). La gran parte (oltre il 70%) è composto da attrezzi da pesca e dai 10 articoli monouso più comuni: bottiglie, tappi, cotton fioc, sacchetti per la spesa, posate e piatti, cannucce, palloncini, contenitori per alimenti, ecc. I tappi, soprattutto, sono tra i primi cinque oggetti trovati nelle operazioni di pulizia e monitoraggio dei rifiuti sulle spiagge e sono tra i rifiuti marini più pericolosi per due motivi: primo perché sono spesso fatti di polietilene ad alta densità (HDPE), il che li rende più difficili da degradare (fino a 1000 anni); secondo perché mammiferi, tartarughe marine, uccelli e pesci li scambiano per cibo, ingerendoli.
La strategia Ue
Nel dicembre 2015 la Commissione lancia un piano per l’economia circolare e nel 2018 pubblica la strategia europea per la plastica: l’obiettivo è quello di raggiungere la totale riciclabilità e il riuso degli imballaggi di plastica nel 2030, anche attraverso la loro riprogettazione. A livello mondiale, scrive la Commissione, ogni anno finiscono negli oceani da 4,8 a 12,7 milioni di tonnellate di plastica. E nell’Unione Europea tra le 150 mila e le 500 mila tonnellate. Così si arriva alla normativa 2019/904 che prevede sette misure:
1) dal 2021 divieto di produzione in Ue per cotton fioc, posate, piatti, agitatori e cannucce;
2) dal 2024 tappo attaccato per i contenitori per bevande fino a 3 litri e obbligo di usare materiale riciclato (fino al 30% nel 2030);
3) dal 2021 nuova marcatura per bicchieri di plastica, prodotti del tabacco (filtri), assorbenti igienici e tamponi, con indicazioni sul corretto smaltimento;
4) entro il 2026 generale riduzione del consumo dei contenitori per gli alimenti (compresi bicchieri e tazze);
5) misure di sensibilizzazione per informare i consumatori sull’utilizzo di prodotti alternativi e incentivarli ad adottare un comportamento responsabile per ridurre la dispersione dei rifiuti e sull’utilizzo di prodotti alternativi;
6) raccolta differenziata dedicata per le bottiglie in plastica (77% entro il 2025 e 90% entro il 2029);
7) responsabilità estesa del produttore sull’intero ciclo di vita dei prodotti
, in modo da spingere le aziende a progettare prodotti più sostenibili e riciclabili, a coprire i costi della gestione dei rifiuti e a rispettare gli obiettivi di riutilizzo e riciclo stabiliti dall’Unione Europea
Il peso dei tappi
Durante questo periodo vengono pubblicati altri studi: nel 2019 il WWF calcola che ogni anno finiscono nel Mediterraneo a 570 mila tonnellate di plastica, mentre secondo la International Union for Conservation of Nature, il nostro Paese, insieme ad Egitto e Turchia, è tra i principali responsabili. Nel 2020 Legambiente lancia l’indagine «Beach Litter» lungo le coste italiane e censisce 654 rifiuti ogni cento metri di spiaggia: il 7% sono tappi. Su circa la metà delle spiagge campionate, la percentuale di plastica era il 90% del totale dei rifiuti. D’altronde i numeri lo spiegano bene. Prendiamo le bottiglie di plastica. Secondo il Mase ogni anno in Italia si consumano 14 miliardi di bottiglie di plastica. La bottiglia la metti nella differenziata, il tappo spesso lo butti dove capita. Contando che un tappo pesa in media 1,6 grammi, stiamo parlando di 22.400 tonnellate di tappi. 
Cosa è cambiato 
Dopo l’entrata in vigore delle direttive su differenziata e riciclo cosa è successo? Secondo Plastic Europe, mentre la produzione mondiale di plastica nel 2024 è aumenta del 16,3%, quella europea è scesa del 12,4%. La plastica prodotta con materiale riciclato è passata da 30 a 40,8 milioni di tonnellate a livello mondiale, ma in Europa da 4,9 a 7,7 milioni di tonnellate. I dati dunque confermano che la transizione verso la circolarità della plastica è consolidata e sta accelerando. In Europa l’uso di plastica riciclata è aumentato del 70% dal 2018 e la plastica circolare rappresenta ora il 13,5% di tutte le plastiche trasformate in nuovi prodotti. E per la prima volta i rifiuti plastici riciclati superano quelli conferiti in discarica: il 26,9% contro il 25%. Una crescita importante, ma il potenziale è ancora in larga misura non sfruttato, soprattutto rispetto ad altri materiali come carta, vetro e metallo, il cui riciclo va dal 60 all’80%. Questo perché ci sono settori come quelli automobilistico, elettrico ed elettronico, se la stanno prendendo comoda. Infatti, tirando le somme, i rifiuti plastici smaltiti in discarica sono ancora troppi, mentre il tasso di incenerimento sta addirittura aumentando: rispetto al 2018 è cresciuto del 15 %. Infine: da quando sono stati introdotti i sacchetti di plastica con materiale biodegradabile, il consumo in Italia di sacchetti è calato del 60%.
Tutto il mondo si sta adeguando
Tornando ai tappi, l’Europa ha fatto da apripista e ora il resto del mondo si sta adattando: dall’Asia, dove Cina e India sono tra i più grandi produttori mondiali, agli Stati Uniti, dove la California ha adottato una legge che prevede dal 2027 l’obbligo del tappo attaccato. 
E non è la prima volta che una legge, adottata da una nazione, diffonde comportamenti virtuosi a livello mondiale. Sono gli effetti positivi della globalizzazione. Chi si ricorda più la linguetta delle lattine? Era il 1989 quando una legge statunitense obbligò a introdurre quelle che rimanevano attaccate alla lattina dopo l’apertura. Oppure i famigerati anelli di plastica che tenevano insieme le lattine (i six-pack rings) e che strozzavano le tartarughe marine? Furono banditi nel 1994 da una legge del Congresso, che imponeva di realizzarli in plastica biodegradabile o carta. Ma nessuno gridò più «Texas e meno Usa». Perché poi il finale della partita sono le microplastiche, che diventano cibo per i pesci e quindi ci tornano nel piatto