Corriere della Sera, 5 novembre 2025
Il Colle: una forza di difesa comune. E su «Strade sicure» lite tra alleati
Sergio Mattarella non cita Putin, non fa riferimenti diretti all’ennesimo attacco all’Italia della «voce» del Cremlino Maria Zakharova, ma una volta ancora (e alla luce dello scontro con Mosca) mette in guardia l’Europa. Il «sanguinoso conflitto» scatenato dalla Russia con l’aggressione all’Ucraina, avverte il presidente, rischia di allargarsi. Scenario che «impone grande attenzione e un impegnativo sforzo di adattamento dello strumento militare». È sempre più urgente, sprona Mattarella, «la creazione di una comune forza di difesa europea che, in stretta cooperazione con l’Alleanza Atlantica, sia strumento di sicurezza per l’Italia e per l’Europa».
Siamo in ritardo e il capo dello Stato rilancia l’allarme. «Gli Stati membri non hanno saputo convergere su scelte condivise per rafforzare la capacità di difesa comune», aveva tuonato a maggio, incontrando i vertici della Ue a Bruxelles. Il momento è adesso e Mattarella – che ieri ha partecipato alla Giornata dell’unità nazionale ad Ancona assieme al ministro della Difesa Guido Crosetto e al generale Luciano Portolano – non a caso lo ricorda celebrando il 4 novembre.
Nel messaggio a Crosetto, il presidente riconosce quanto «prezioso» sia stato il contributo delle Forze Armate negli ultimi 150 anni, per «l’affermazione del ruolo internazionale del nostro Paese». E quanto prezioso sia oggi, davanti ai nuovi conflitti che «si sono affacciati in Europa e nel Mediterraneo, interpellando la cornice di sicurezza costruita nel dopoguerra e le istituzioni poste a suo presidio». Mattarella ritiene fondamentale «l’instancabile operato» dell’esercito nelle zone di crisi e, pur senza nominare Gaza, sottolinea come nel Mediterraneo allargato permangano «situazioni di contrasto e fragili tregue». Ringrazia soldati, marinai, avieri, carabinieri, finanzieri e rivolge un «commosso pensiero» a tutti i caduti, spronando le giovani generazioni a essere «consapevoli della necessità di impegno a difesa dei valori della nostra Costituzione».
Crosetto si dice convinto che occorra aumentare il personale della Difesa e «buttar via la legge 244», che fissa a 170 mila unità il limite sul personale: «Lo spirito con cui è nata è morto». Il ministro della Difesa vorrebbe fare dietrofront anche rispetto all’operazione «strade sicure» e riportare «al loro lavoro originario» i 6.800 militari impegnati per la sicurezza di 58 città. La proposta ha innescato un botta e risposta con il presidente Ignazio La Russa, che lanciò l’operazione quando alla Difesa c’era lui: «Crosetto sbaglia, occorrerebbe ampliarla». La Lega è per aumentare il contingente di mille unità e il ministro dell’Interno, Piantedosi, tranquillizza i sindacati: «Strade sicure è finanziata fino al 2027».
Antonio Tajani ha convocato alla Farnesina il vice capo missione dell’ambasciata russa per un richiamo formale. Nel (duro) faccia a faccia, la direttrice degli Affari Politici Cecilia Piccioni ha contestato a Mikhail Rossiyskiy le «preoccupanti», «volgari», «inaccettabili», «aggressive», «sconsiderate» parole della portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, dopo il crollo della Torre dei Conti in cui è rimasto ucciso un operaio: «Se sostiene ancora Kiev, l’Italia crollerà del tutto». Parole che, rivendica il ministro degli Esteri, rafforzano il sostegno dell’Italia a Kiev. La Russia ha tardivamente presentato condoglianze per la morte dell’operaio, eppure l’emissario di Mosca non si è scusato. Rossiyskiy ha persino rincarato la dose rispetto a Zakharova, accusando Roma di promuovere una «esecrabile campagna anti-russa sui media».