Avvenire, 4 novembre 2025
Riprendono i viaggi e i soccorsi in mare
Cinque naufragi con almeno 87 morti accertati e decine e decine di soccorsi di cui si sa poco o nulla. Il Mediterraneo continua ad essere crocevia di disperati che fuggono dalla guerra e dalle violenze, cercando rifugio in Europa. Lo raccontano in questi giorni dalla nave Ong Mediterranea che nelle ultime ore di navigazione in zona Sar ha già messo in salvo 92 migranti a bordo di tre distinte imbarcazioni.
«Questa mattina, (ieri mattina, ndr) lungo la sua rotta verso Nord, dopo aver ricevuto diverse segnalazioni da Alarm Phone e dall’aereo civile di osservazione Seabird di Sea-Watch, la nave Mediterranea ha individuato una imbarcazione in pericolo a circa 13 miglia a Sud-Est di Lampedusa» raccontano da bordo nave.
«Abbiamo immediatamente contattato la sala operativa delle Guardia Costiera italiana sull’isola pelagica, che ci ha comunicato l’impossibilità di intervenire con le sue motovedette, visto che erano tutte impegnate con numerosi casi Sar aperti. Ci siamo a questo punto coordinati con il Centro nazionale del soccorso marittimo ( Mrcc di Roma) – proseguono i soccorritori – Il nostro Team ha soccorso 27 persone che si trovavano, senza alcun salvagente, su un piccolo scafo in vetroresina sovraffollato a rischio di imminente naufragio. Nel giro di qualche minuto abbiamo imbarcato tutte le persone al sicuro sulla nostra nave». A bordo ora ci sono, dopo in tre soccorsi effettuati, un numero complessivo di 92 persone superstiti, tra cui ben 31 minori non accompagnati.
«Tutte loro sono in questi momento assistite dalla nostra équipe medica, ma trattandosi di persone vulnerabili e traumatizzate, che hanno sofferto inenarrabili violenze il Libia e i rischi della traversata, abbiamo richiesto per loro alle Autorità italiane competenti l’assegnazione del più vicino porto di sbarco». Le numerose partenze di questi giorni, di donne, uomini, ragazzi e bambini in fuga da Libia e Tunisia, mostrano una volta di più la necessità di favorire e rafforzare la capacità di soccorso, istituzionale e civile in mare, invece di limitarlo e ostacolarlo come nelle politiche degli ultimi anni.
Il fatto è che appena tornano ad accendersi i riflettori su quella parte di Mediterraneo che attraversa la rotta centrale, dalla Libia e Tunisia verso l’Italia, è un continuo imbattersi in gommoni e imbarcazioni stracariche. Di molte di queste non si hanno notizie, riferiscono dalla nave della Ong tornata ad operare in mare a fine ottobre dopo la sospensione della detenzione amministrativa della nave decisa dal Tribunale di Trapani.
Nelle ultime due settimane sono avvenuti almeno 5 naufragi, segnalati da chi è riuscito a sopravvivere, ma è sempre più difficile dare conto di quel che succede visti i limiti imposti ai mezzi delle organizzazioni non governative. Intanto, in aggiunta ai 92 migranti salvati dalla Ong Mediterranea, altre 122 persone sono sbarcate sull’isola di Lampedusa. Quattro sbarchi che sono avvenuti dal tardo pomeriggio di domenica sulla più grande delle isole Pelagie. Fra le persone giunte sull’isola anche 16 bengalesi ed egiziani che sono stati soccorsi dalla ong Trotamar III e che hanno dichiarato di essere salpati da Zuara, in Libia. I gruppi erano composti da un minimo di 16 persone a un massimo di 63. Tutti sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola che era completamente vuoto.
Nelle stesse ore anche a Pozzallo è avvenuto un doppio sbarco: per complessivi 144 migranti arrivati. Un primo gruppo di 72 migranti é approdato nell’Isola delle Correnti e trasferito a Pozzallo da due unità della Guardia di finanza; si tratta del pattugliatore Cinus e della motovedetta V854, la prima con a bordo 62 migranti, la seconda con 10. Il gruppo, composto da 64 adulti e 8 minori sarebbe partito da Zwara e avrebbe trascorso 2 notti e un giorno a mare. Le nazionalità di provenienza sarebbero Bangladesh, Pakistan ed Egitto. I mezzi navali della Guardia di finanza hanno portato al traino anche l’imbarcazione di vetroresina utilizzata, ancora allestita con due potenti motori fuoribordo. A distanza di poco é arrivata anche la motovedetta della Capitaneria di Porto in servizio a Pozzallo, la Cp 325 che ha trasferito nella cittadina iblea altri 72 migranti (69 adulti e 3 minori) partiti da Tripoli; 2 notti e 3 giorni in mare. Provengono in maggior parte dal Bangladesh ma ci sono presenze anche da Sudan, Sud Sudan ed Egitto.