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 2025  novembre 04 Martedì calendario

Il tempo delle app: i ragazzi navigatori del sesso solitario

“Sappi che vorrei essere lì davanti a te in ginocchio”. “Ci posso provare o sono fuori età?”. “No ma dimmi senza timori. Se sono troppo vecchio fa nulla, io non ho peli sulla lingua, ma la so usare bene”. Bulimici, ingordi, insaziabili, si cibano di chat hot, schermi bollenti, dita infuocate e webcam accese. E poco male se dall’altra parte dello schermo ci siano giovani, ragazze, ragazzi, minori e adolescenti delusi da esperienze affettive, che si rifugiano nel sesso virtuale.
Più semplice. Più indolore. Più comodo. Del resto – confida una ragazza di 17 anni al Fatto che tra pochi minuti inizia la sua “sessione di virtual sex” – “a far sesso online non si fa fatica, non si suda, non ci si espone, non si sta male. Se vuoi puoi anche dare un nome falso, puoi inventarti che sei studentessa di Legge, Lettere, Filosofia o che fai la parrucchiera, la commessa, e perché no anche l’avvocato, o che vivi a Londra, a Napoli, a Palermo. Io domani ho un compito di greco e questa sessione serale mi permette di staccare, di vagare con la mente, vuoi mettere? Poter esplorare il tuo corpo senza implicazioni e senza impegno? È una cosa che fa bene. Ma soprattutto perché se esci con qualcuno non sai mai nemmeno come possa andare a finire. E se ti fa del male?” E con l’età come fai? “L’età te la inventi non è un problema”. Già. Provare per credere. Tanto nessuno controlla.
Le app dove fare incontri o sesso online sono tante e sempre più utilizzate. Il 24% degli italiani – secondo un recente report di Norton – utilizza abitualmente app di incontri, trascorrendo quasi sei ore alla settimana su queste piattaforme. Prendi Pure, per esempio. “Incontra e gioca senza freni”. Usarla, anche per ragazze e ragazzi è assai semplice. Scarichi l’app. Scegli un nome. Imposta se sei donna, uomo. Se sei etero, gay, bisex o se preferisci non dirlo. Indica cosa cerchi: incontri senza impegni, avventure a lungo termine, solo qualcosa di virtuale “facciamolo digitale”. Se vuoi una cosa che non sia monogamia, ma alquanto fluida, c’è quel “stiamo insieme ma in libertà”, o se vuoi quello che capita. E qui capita di tutto. Il portale poi ti chiede l’età. Ovviamente c’è scritto solo per i maggiori di 18 anni. Ma nessuno verifica. Inserisci il giorno, il mese, l’anno di nascita. Ed è facilmente aggirabile. Puoi inserire che sei nata nel 2020, nel 2005, nel 1984 o nel 1978. Noi abbiamo impostato 2001. L’unico controllo che ci ha chiesto l’app è: “Hai 24 anni? Assicurati che la tua età sia corretta. In seguito non potrai più cambiarla”. Che è un po’ come chiedere al ladro se ruba e sentirsi rispondere sì. Nessuno te lo dirà mai. Nessuna carta d’identità. Nessun documento. Niente di niente. Poi ti chiedono di aggiungere alcune foto. Ma ci puoi mettere le gambe, un braccio, un pezzo di mento. Da qui inizia l’esperienza. Se avevi cliccato che sei alla ricerca di “facciamolo digitale”, allora cominceranno a scriverti i più sconsiderati. “Che belle gambe, posso usarle per metterci l’olio? Ti va di conoscerci un po’ di più?”. Qualcuno ti manda anche la sua foto con tanto di pene “coperto” per carità. E se vuoi farlo in tempo reale, senza attendere i messaggi che poi anche questi sono uno spreco di fatica, basta attivare la cam e ti compare qualcuno che “ha voglia di farlo”. Il nostro primo interlocutore è Denis. Che in quel momento si trova al lavoro. E tra una mail e l’altra trova il tempo per “risvegliarsi”. Il tuo incontro virtuale può andare avanti ore. Soprattutto se l’altro crede che tu sia una ventiquattrenne che vive a Londra e studia Legge. Ma Pure non è la sola. Ci sono applicazioni per “scopare senza impegno subito”. Come Crushroulette. Dove crush per la generazione Z sta per “avere una cotta per qualcuno”. “Confermi di avere più di 18 anni?”. Sì, confermo. Poi che tu ne abbia 16 non frega niente a nessuno. E da lì, senza iscrizione alcuna, parte la roulette del sesso, a caso, ti combinano loro. Così come ci sono tante altre app per cercare amicizia, amori, incontri occasionali, spazi e modi di divertimento comune. Nirvam per esempio è una community con oltre tre milioni di iscritti. O Hinge. O Bumble dove qui son le donne a fare il primo passo. Il tutto per cercare e trovare “l’amore che meriti”. Ah l’amore.
Chiara, 18 anni, confida al Fatto che lei su Tinder – l’app dove le persone scorrono i profili come i vestiti nei cataloghi di Postalmarket – conosce un sacco di ragazzi, e l’applicazione glieli trova “tutti vicini a seconda della posizione che indichi”. La maggior parte delle volte l’incontro non avviene. E quando avviene “mi faccio accompagnare da una amica, perché degli sconosciuti meglio non fidarsi”. Saggio. Ma anche di chi conosci, a volte. Ora per ovviare a questo rischio e rendere l’atmosfera più tranquilla e con meno aspettative – in genere il tutto crea sempre una certa ansia – è arrivata la funzione Double Date ossia la famosa “uscita a quattro”. Questa nuova funzionalità – gli Stati Uniti hanno fatto da apripista – permette di invitare un amico nella ricerca di un’altra coppia di possibili partner. “Il più delle volte – racconta sempre Chiara – con questi ragazzi che conosci non fai niente. Perché per me per esempio il sesso non è così importante. Oppure a volte ti scambi il numero e ti mandi qualche messaggino su whatsapp. Lì mi è capitato di far qualcosa virtualmente, ci sono ragazzi che ti mandano foto intime e ti chiedono di mandare le tue. Io mando solo parti del corpo così da essere irriconoscibile”. E basta questo? Per suscitare l’interesse intendo. “Be’ sì, è una cosa così per fare”.
Stiamo per chiudere il pezzo, quando ci arriva una notifica dell’app Pure. “Il tuo profilo è stato bannato”. In effetti in una delle ultime conversazioni avevamo detto di avere 17 anni. Peccato che nel frattempo anche un minorenne possa avere fatto di tutto.