il Fatto Quotidiano, 4 novembre 2025
“Concerto con bevitore”, procura di Imperia pronta a chiedere rinvio a giudizio di Sgarbi
La Procura di Imperia è pronta a chiedere il rinvio a giudizio di Vittorio Sgarbi, accusato di esportazione illecita di beni culturali per la vicenda del quadro Concerto con bevitore, caravaggesco francese di Valentin de Boulougne, tela da 5,5 milioni di euro. L’opera si trovava in casa Sgarbi a Ferrara, da lì nel 2019 fu trasferita tramite un furgoncino fino a Montecarlo per la vendita, ma senza un attestato di libera circolazione del ministero dei Beni culturali, come previsto dalla legge. Sul caso era già iniziato un dibattimento, interrotto dopo che era stata sollevata l’incompetenza territoriale del tribunale ligure, risolta in questi giorni dalla Cassazione. Un passaggio che, dopo la remissione degli atti ai pm, porterà molto probabilmente a un nuovo rinvio a giudizio.
Insieme a Sgarbi sono indagati l’ex compagna Sabrina Colle e due collaboratori, Gianni Filippini e Maria Caradonna, assistita da Fiorella Giummo. Sgarbi è accusato di aver affidato a Colle, titolare della società di consulenza artistica Hestia srl, la valutazione e la vendita delle opere di sua proprietà, tra cui il dipinto del De Boulougne. La donna ne avrebbe poi concordato la vendita all’estero con Filippini, pur sapendo che mancava l’attestato di libera circolazione, che a sua volta avrebbe affidato a Caradonna il trasporto dell’opera oltreconfine.
L’inchiesta era partita nel 2021 a Siracusa e approdata a Imperia per competenza territoriale per via del presunto reato consumato al valico di Ventimiglia. Sgarbi si era difeso sostenendo che si trattasse di un falso e di non essere il vero proprietario dell’opera che era in casa sua, ma di averla a disposizione esclusivamente per un’expertise. Le indagini sembravano destinate all’archiviazione, prima dei documenti e delle testimonianze trovate dal Fatto Quotidiano e da Report. Il 4 gennaio 2016 lo stesso Sgarbi consegnò quell’opera a Gianfranco Mingardi, un restauratore di Brescia che collabora con lui fin dagli anni 80, mettendo mano a oltre 100 dipinti. L’opera, con tanto di foto e descrizione, risulta nel registro cartaceo del professionista con tanto di indicazione degli interventi eseguiti prima di riconsegnarla a Sgarbi, il 10 dicembre 2018: “Pulitura, stuccatura, consolidamento supporto, telai”. Agli atti della Procura c’è anche un’email con mittente “segreteria di Vittorio Sgarbi” e destinatario proprio Filippini che certifica l’attribuzione a Valentine de Boulogne.