la Repubblica, 4 novembre 2025
Da suor Monia agli ambientalisti: la carica dei 46 per avere fondi
Evoca la caduta dell’Urss come esempio di liberazione da quel “monopolio educativo” da cui oggi è l’Italia a doversi affrancare. Tira in ballo Luigi Berlinguer e la “sua” legge sulla parità scolastica per chiedere alle istituzioni di non identificare più le paritarie con “le scuole dei preti e delle suore, dei ricchi per i ricchi”. Nel suo uno contro tutti in Senato, suor Anna Monia Alfieri non risparmia nessuno. O quasi. Per la religiosa delle Marcelline, l’audizione sulla manovra diventa anche l’occasione per ringraziare il governo. Tre volte in sette minuti. Soprattutto – dice – “per la sensibilità che ha dimostrato ai capitoli della libertà della scelta educativa e del pluralismo scolastico”.
Il distinguo non è casuale: il feeling con la destra è datato e ricco di episodi. Quando la religiosa, membro dell’Unione superiore maggiori d’Italia, disse che sul banco degli imputati per la strage di Cutro dovevano starci gli scafisti e “non altri”, Matteo Salvini definì le sue parole “sacrosante”.
Visioni convergenti. Come quelle con Giorgia Meloni. Neppure il tempo di ricevere l’incarico per formare il governo che la “benedizione” per la futura premier era già pronta. Ecco il benvenuto: “Il coraggio e la determinazione della presidente Meloni sono garanzia di continuità e di lucida intenzione a proseguire un necessario cammino di stabilità istituzionale e di ripresa economica”. Ora è giunto il tempo delle richieste. E quindi un buono scuola per le paritarie a livello nazionale. L’obiettivo? “Salvare il pluralismo educativo”.
Ma a chiedere di allargare la manovra non è solo suor Alfieri. Davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, riunite a Palazzo Madama, decine di associazioni e categorie, precisamente 46, insistono per dare un segnale agli esclusi dalla legge di bilancio. Il Forum Terzo settore chiede attenzione “ad alcune emergenze sociali, in particolare al contrasto delle disuguaglianze e all’investimento sulla coesione sociale”.
Tocca invece al Wwf farsi portavoce di un’inversione di rotta “per costruire un’economia della transizione green”. Se la fondazione Gimbe denuncia “un definanziamento strutturale” della sanità, l’accento della Svimez è sulla previsione dei nuovi Lep (livelli essenziali delle prestazioni ndr) “prevalentemente senza copertura”. Tutti gli auditi hanno una richiesta. Come i professionisti, che chiedono di estendere agli “associativi” lo stop agli adempimenti fiscali in caso di malattia o infortunio. I parlamentari ascoltano e prendono appunti. Qualcuno interviene promettendo un emendamento. Un tentativo non si nega a nessuno.