Il Messaggero, 3 novembre 2025
Giustizia, salgono le spese per il caro-intercettazioni. Costi aumentati del 50%
Intercettazione quanto mi costi. Una voce, quella dell’attività di captazione, che nel bilancio di via Arenula è seconda ormai solo alle spese di giustizia che includono la notifica degli atti giudiziari, e soprattutto l’attribuzione di difensori d’ufficio. Malgrado i rimedi messi in campo – decreti interministeriali per la razionalizzazione dei prezzi e listini ad hoc – dal Covid ad oggi gli esborsi per il ministero sono saliti del 54,2 per cento.
I DATI
È la fotografia che emerge dall’ultima relazione al Parlamento resa dal dipartimento per gli Affari di giustizia del ministero guidato da Carlo Nordio, in relazione al 2024, e con dati aggiornati fino a maggio 2025. Uno stanziamento definitivo, pari a 253 milioni di euro, che non è bastato a coprire tutte le richieste: e così le spese per le intercettazioni hanno raggiunto, in totale, quota 273 milioni con debiti fuori bilancio da 20 milioni di euro, ancora in parte da sanare. Difficile invertire la rotta, anche perché, come si ricorda nel testo, preso in visione dal Messaggero: «Le spese in esame hanno natura obbligatoria, derivando direttamente dall’esercizio dell’attività giurisdizionale da parte dell’autorità giudiziaria su cui l’amministrazione non può in alcun modo interferire». I numeri, però, non sono sempre stati quelli di oggi. Il dossier vergato dalla dipartimento di via Arenula prende a riferimento l’arco degli ultimi 10 anni, nel corso dei quali si è assistito prima a una fase di «significativa riduzione» dei costi: si parte dai 300/280 milioni di euro rilevati rispettivamente negli anni 2009 e 2010, fino a una spesa di 245 milioni di euro nel 2015. E ancora: 205 milioni nel 2016, 230 milioni nel 2017, di nuovo 205 milioni nel 2018, fino ai 200 milioni nel 2019. La soglia più bassa – 177 milioni nel 2020 – è con tutta probabilità da imputare al periodo di lockdown per il Covid che ha messo in stand-by molte indagini e comportato una riduzione del numero di reati. Le coperture necessarie sono tornate presto a crescere: spesi 203 milioni nel 2021, 231 nel 2022, 239 milioni nel 2023 e, da ultimo, i 273 milioni dell’anno scorso.
Un rialzo che, certo, ha a che vedere con attività dirette dai giudici, ma pure con il tipo di tecnologie usate. E che spiega perché «l’auspicato risparmio per il 2024» non si sia realizzato: «Verosimilmente a causa del ricorso sempre più frequente ad apparati tecnologicamente sempre più evoluti che comportano, conseguentemente, un costo più elevato».
I COSTI
Il listino dei prezzi è, infatti, molto variabile. Si va dai tre euro al giorno per il sistema tradizionale di intercettazione telefonica, agli otto euro per il VoLTE (Voice over Lte), la tecnologia che permette di fare chiamate vocali usando la rete 4G Lte, invece della rete tradizionale 2G/3G.
Ma poi ci sono anche i sistemi di telematica passiva e attiva. Per i primi – che servono a monitorare e registrare dati senza intervenire direttamente sul sistema – il costo sale a 10 euro. Ma è con i secondi – che possono compiere azioni di cambiamento del traffico di un utente o di duplicazione, o ancora compromettere l’uso del dispositivo – che l’onere sale “alle stelle": circa 150 euro al giorno. Secondo il dossier di via Arenula, che prende a riferimento i dati forniti dagli uffici dei funzionari delegati alla gestione di questo capitolo di spesa, il 73,5% della spesa complessiva è da imputare al noleggio degli apparati. Oneri più elevati per il ministero si registrano con le cosiddette spese di giustizia: l’esborso complessivo nel 2024 è stato di 780milioni, con 47 milioni fuori di bilancio. In grande da imputare alla spesa per i difensori di soggetti ammessi al patrocinio dello Stato, in costante crescita negli ultimi anni: da collegare «all’adeguamento delle tariffe forensi» e a quello «dei limiti di reddito» che consente di aumentare il numero di soggetti che possono accedere all’istituto.
L’ACCORDO
Tornando alle intercettazioni. Nella parte finale del report, c’è però anche qualche riferimento al 2025. Non solo quello relativo allo stanziamento di bilancio – 227 milioni – di cui, a giugno, sarebbe già stato speso oltre il 77% – ma si fa riferimento anche a un accordo sottoscritto a marzo scorso con un operatore telefonico che vanterebbe crediti per 16 milioni, relativi a 132mila fatture per i servizi di intercettazione realizzati tra il 1999 e il 31 maggio 2022. Con l’accordo transattivo il ministero si impegna a pagare 5,5 milioni, in maniera definita e rateizzabile per chiudere la partita senza contenziosi. Cara intercettazione, quanto ci costi.