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 2025  novembre 03 Lunedì calendario

Processo a Masha e Orso

È il cartone animato per i bambini più popolare al mondo, ma in patria potrebbe venire proibito perché «non corrispondente ai valori tradizionali». Nonostante sia vestita con lo scamiciato e il foulard in testa, un look da contadinella che in Russia ormai viene utilizzato soltanto dai gruppi di danze folcloristiche, e nonostante conviva con l’animale totemico russo per eccellenza, Masha non appare abbastanza patriottica ai putinisti più zelanti. Lo scrittore Oleg Roy e il politologo Vadim Popov vorrebbero infatti proibire la serie animata Masha e Orso: «Non è un prodotto per minori, essendo carico di contenuti negativi».
In effetti, i difetti di Masha sono evidenti: è «mercantile, capricciosa e maltratta gli animali», ottiene quello che vuole terrorizzando Orso con urla, pianti e dispetti, e poi «abita senza genitori, mostrando un modello strano e pericoloso modello di allontanamento e autonomia dalla famiglia». Ma anche i suoi amici della foresta non danno un buon esempio ai bambini: l’orsa, per esempio, preferisce a Orso un corteggiatore più munifico, «offrendo ai piccoli un esempio deformato di amore e scelta del partner». Popov, un noto propagandista del regime, vorrebbe quindi mettere al bando completamente i cartoni di Masha da YouTube e dalle piattaforme di streaming, mentre Roy è disposto a permetterne la visione dai 12 anni in su (un altro modo per censurarla).
La gara dei divieti proposti dai deputati per compiacere il custode dei «valori tradizionali» che abita al Cremlino ha già prodotto idee surreali, dalla proibizione di gelati e quaderni con l’arcobaleno, per non evocare il temutissimo simbolo Lgbt+, alla tassa sulle coppie senza figli e il divieto a mostrare nei film e in tv donne che «non vogliono diventare madri». Il paradosso, però, è che Masha è il prodotto made in Russia più riuscito e popolare a livello globale, l’unico successo commerciale di Mosca dopo il kalashnikov. Il faccino della bambina pestifera sorride da scatole di caramelle, zainetti, libri, magliette, palloncini, matite, astucci e qualunque altro merchandising. I suoi cartoni sono i più visti su YouTube, e la puntata “Masha e la kasha”, dove la bambina improvvisa una polenta con risultati disastrosi, ha avuto quasi 5 miliardi di visualizzazioni: è il video non musicale più visto della storia. Una gallina dalle uova d’oro, tanto per rimanere in tema di fiabe tradizionali russe, che dovrebbe essere semmai un motivo di orgoglio nazionale: Masha, infatti, è una bambina inconfondibilmente russa, anzi, sovietica, e l’ambiente nel quale abita – la casa con il samovar e la tv d’epoca, il pullmino rottamato occupato dai lupi, perfino la cassetta postale azzurra e i contenuti del frigo di Orso – trasuda nostalgia per l’Urss, diventata ormai ideologia ufficiale.
Curiosamente, è proprio la popolarità di Masha a preoccupare Popov, che denuncia l’influenza malefica del suo «soft power». La protagonista è «troppo indipendente», conviene il metropolita Evgeny, vescovo di Ekaterinburg: «Non sa nemmeno se possiede una famiglia». In tempi di «valori tradizionali» così cari a Vladimir Putin, con l’introduzione nelle scuole russe della materia “Famigliologia”, un corso in cui ai bambini viene spiegata l’importanza di fare figli per la patria, Masha sembra troppo emancipata e ribelle. Probabilmente, è anche una questione di concorrenza: il cartone viene prodotto da uno studio privato, Animaccord, mentre la presidente del consorzio di animazione statale Soyuzmultfilm vorrebbe fare un reboot delle vecchie serie sovietiche, dove – come ha annunciato qualche mese fa – apparirà anche il presidente Putin, come volto del “soft power” russo.
Anche dall’altra parte del confine Masha rischia la censura, ma stavolta proprio perché «troppo legata alla Russia»: il presidente del Comitato per la stampa del parlamento ucraino, Yaroslav Yurchishin, ha chiesto di metterla fuori legge. Secondo il deputato, Masha è un simbolo della Russia che aggredisce l’Ucraina: «Resta sempre impunita, e si traveste spesso da poliziotta o carrista, in una militarizzazione dell’infanzia tipica del regime russo». Il problema è che Masha è il cartone più amato dai bambini ucraini: il suo canale YouTube in ucraino ha 18 milioni di iscritti e nel 2025 ha raccolto 800 milioni di visualizzazioni. Una popolarità che «promuove le narrazioni di Mosca»: la commissaria per la tutela della lingua ucraina, Elena Ivanovskaya, è arrivata a dichiarare il cartone Masha e Orso una «operazione dei servizi segreti russi», e il ministero della Cultura di Kyiv ha raccomandato di sanzionare i suoi produttori.