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 2025  novembre 01 Sabato calendario

Vincoli su San Siro: così i soprintendenti si giocano la carriera

Era previsto per Halloween l’appuntamento dal notaio per il rogito che passerà a Milan e Inter la proprietà dello stadio di San Siro. Dolcetto per le squadre, ma paura di scherzetto per chi firma e per il notaio che assevera. Ci sono ancora da risolvere problemi tecnico-finanziari con i documenti e le garanzie bancarie, ma anche il notaio deve aver preteso maggior chiarezza prima di chiudere un’operazione che sembra mantenere larghi spazi di opacità. Così il rogito è stato spostato alla settimana prossima. Mentre incombono le tagliole dei due vincoli che potrebbero rendere il Meazza non abbattibile: il “vincolo culturale semplice” che tutela il secondo anello dello stadio allo scoccare del settantesimo anno d’età; e il “vincolo archivistico”, già scoccato, secondo la soprintendente archivistica della Lombardia, Annalisa Rossi, poi trasferita contro la sua volontà da Milano in Toscana, con una decisione del ministero della Cultura che ora la Corte dei conti ha dichiarato illegittima. Anche la soprintendente ai beni culturali, Emanuela Carpani, non ha avuto vita facile. È rimasta a Milano, ma ha dovuto subire le pressioni del sindaco. Era il luglio 2023 quando Giuseppe Sala le scrive un messaggio che dietro la cortesia formale nasconde una vena minacciosa: “Ciao Emanuela, tutti parlano ormai del ‘vincolo semplice’, che sarà anche semplice ma non permetterà di abbattere San Siro. Le squadre vanno fuori Milano. E il Comune rimarrà con San Siro vuoto. Chiederò al Governo di comprarselo, perché questo è un danno economico enorme per il Comune (sai che il valore erariale è di circa 100 milioni). È anche un gigantesco danno di immagine per Milano. Qualcuno però dovrà renderne conto ai cittadini. Vediamo il Ministero cosa dirà. Buona serata”. E l’assessore Giancarlo Tancredi scrive a Sala: “Sullo stadio, ancora notizia riservata, vincolo ‘semplice’ sul secondo anello. Lei mi scrive che è una cosa positiva… sto incalzando chiedendole se quindi si può demolire almeno in parte. Attendo risposta (forse puoi chiamarla tu?…)”. La riunione al ministero avviene poi il 22 ottobre 2024 e una Carpani ormai ammorbidita dirà che lo stadio si può abbattere, purché diventi privato prima che scattino i 70 anni: il 10 novembre 2025, secondo Sala; l’11 settembre, secondo Luigi Corbani, animatore del comitato Sì Meazza. Il notaio Filippo Zabban ha già ricevuto l’invito dall’avvocato Gaetano Braghò a non perfezionare il rogito della cessione prima del 10 novembre, in attesa della decisione definitiva sul vincolo da parte della Soprintendenza. Il consigliere di maggioranza Enrico Fedrighini ha invece segnalato a Zabban che la delibera di giunta sul Meazza va bloccata perché prevede la possibilità della “compensazione del danno ambientale attraverso crediti di carbonio”. Ancor più intricato, per Zabban, sarà l’accertamento del “titolare effettivo”, dietro la selva di società che controllano il compratore, domiciliate in Lussemburgo e alle Cayman. In questi casi, il notaio ha l’obbligo di inviare una “sos” (segnalazione di operazione sospetta) a Bankitalia. Quanto alla ex soprintendente archivistica Annalisa Rossi, non è legittimo il suo trasferimento in Toscana, avvenuto a fine luglio. Aveva osato riconoscere che il secondo anello di San Siro è un “archivio esposto”, quindi inalienabile, non vendibile. Il vincolo archivistico riguarda le targhe e le epigrafi storiche che celebrano i successi di Milan e Inter, nella tribuna ovest.
Il 21 ottobre, la sezione centrale del controllo di legittimità sugli atti del governo e delle amministrazioni della Corte dei conti ha stabilito che era illegittimo il trasferimento di Rossi e di una decina di altri dirigenti del ministero. Erano stati mandati in uffici che non avevano scelto, contro il dettato del contratto collettivo nazionale dei dirigenti (come nel caso di Rossi), o scelti all’esterno del ministero nonostante ci fossero dirigenti di ruolo che avevano fatto domanda per la stessa sede. Il caso riguarda dirigenti di Toscana, Sicilia, Veneto, Lazio, Calabria, Torino, Salerno, Caserta, Trieste, Siena. Il ministero, interrogato dal Fatto, aveva negato qualsiasi relazione tra il trasferimento di Rossi e il suo impegno sul vincolo San Siro: sarebbe stata normale rotazione dopo sette anni nello stesso ufficio. Comunque sia, il vincolo archivistico sul secondo anello di San Siro c’è già ora, come ha ribadito l’Avvocatura dello Stato. Un altro problema, per il notaio Zabban.