il Fatto Quotidiano, 1 novembre 2025
La Rai da agosto è fuori dal diritto Ue: “Facciamo causa”
Una class action contro governo e Rai per la mancata applicazione del Media Freedom Act, il regolamento Ue che disciplina i criteri di nomina della governance e i principi delle tv pubbliche. Entro il 5 agosto scorso il Parlamento avrebbe dovuto approvare una riforma della Rai secondo l’Mfa che, oltre a trasparenza nelle nomine e indipendenza del lavoro giornalistico, prevede che la governance non sia diretta espressione della politica, che invece in Italia nomina tutto il Cda, compresi amministratore delegato e presidente. “Abbiamo presentato una diffida al Foro di Bari verso Rai e ministero del Made in Italy per l’inizio di una class action pubblica per ripristinare la legalità della Rai, che è fuori legge dal 5 agosto perché in contrasto col Mfa”, spiega Ugo Mattei, presidente dell’associazione Generazioni Future (ex comitati Rodotà). “Trascorsi 90 giorni, se non accade nulla, l’azione proseguirà al Tar del Lazio e in sede civile per il recupero del canone a favore di tutti gli utenti che aderiranno alla class action. Si tratta di un’azione di grande efficacia giuridico-politica a favore di un’informazione libera dai condizionamenti dei partiti e dei poteri privati”, continua Mattei. Sulla riforma la politica è in netto ritardo: sono appena stati presentati gli emendamenti dell’opposizione al testo base della maggioranza, testo che si limita a spostare il potere di nomina dal governo al Parlamento. L’Italia rischia anche una procedura d’infrazione da parte dell’Ue che potrebbe costare parecchio cara.