Corriere della Sera, 2 novembre 2025
Sarah da sola, la fuga delle principesse. Dopo i titoli Andrea perde la famiglia
La nuova vita da comune mortale di Andrea Mountbatten Windsor comincia senza alcuna distanza dal suo passato. Non è una bufera che passerà in fretta quella innescata dal comportamento di un uomo non più duca o principe, ma pur sempre fratello del re e ottavo in linea di successione al trono. Dagli Stati Uniti aumentano le voci che chiedono che si presenti di sua volontà agli inquirenti. «Se vuole riscattarsi, se vuole fare la cosa giusta per le vittime di queste violenze, allora si faccia avanti e racconti cosa ha visto, cosa è successo». Le parole di Suhas Subramanyan, membro della commissione del Congresso che sta indagando sul caso Epstein, raccolgono consensi in Gran Bretagna, dove diversi deputati sottolineano che «Andrea dovrebbe comportarsi come farebbe ogni persona decente e collaborare». Lo aveva promesso lui stesso, d’altronde, nella lunga intervista alla Bbc del 2019, una faccia a faccia del quale, con tipica alterigia, si era detto soddisfatto e che invece aveva segnato l’inizio della fine.
Da esule indesiderato, Andrea dovrà lasciare il Royal Lodge e trasferirsi in una dimora più consona al suo nuovo rango. Re Carlo gli passerà uno stipendio di tutto rispetto, assicura il Guardian, ma è difficile immaginare che tipo di vita l’ex principe potrà ritagliarsi al di fuori del parco del castello di Windsor. Tra i sudditi cresce lo sdegno. Dei reali piacciono la dedizione al lavoro, il legame con il passato, le principesse simpatiche. Una scappatella ogni tanto, qualche screzio tra fratelli fanno colore. Andrea è un’altra storia. Tanto più che, oltre alla sua posizione di fronte alla legge, si incrinano i rapporti con l’ex moglie Sarah e le figlie, Beatrice e Eugenia.
La prima, secondo i rumour, andrà a vivere da sola. Le due principesse, per le quali sia Carlo sia l’erede al trono William nutrono molto affetto, avrebbero lasciato temporaneamente il Regno Unito. La loro posizione all’interno dei Windsor ufficialmente non cambia, ma la condotta del padre, che continua a dirsi innocente, e della madre, che da Jeffrey Epstein aveva accettato diversi prestiti, è un imbarazzo che sarà difficile gestire. Sarebbero «mortificate e deluse». Hanno sostenuto il padre, continuano a volergli bene, si apprende, eppure «hanno bisogno di tempo per riflettere», si aggiunge. Lavorano, sono mogli e madri, ma non vivono tempi normali.
Beatrice, 37 anni, è sposata con Edoardo Mapelli Mozzi, impresario edile che discende da un nobile casato italiano. La principessa ha creato una sua società di consulenze, BY-Eq, sull’importanza dell’intelligenza emotiva nell’era di quella artificiale, ed opera in campo internazionale. Eugenia, 35, lavora per la galleria d’arte Hauser & Wirth, vive tra Londra e il Portogallo e ha fondato The Anti Slavery Collective, un ente benefico a sostegno delle vittime del traffico e la schiavitù sessuale. Difficile non leggere in questa iniziativa una risposta alle azioni di Andrea, che avrebbe più volte approfittato del giro di giovani donne cadute nella rete di abusi, molestie e ricatti di Epstein. Come Virginia Giuffre, sua accusatrice per eccellenza morta suicida ad aprile eppure in grado di piegarlo con un’autobiografia postuma, Nobody’s Girl.
Carlo «non vuole che le nipoti paghino per gli errori del padre», ma un prezzo sembra inevitabile, a conferma della massima di Philip Larkin («Ti fregano mamma e papà. Magari non intendono farlo, ma ti fregano») e di Shakespeare prima di lui («I peccati dei padri ricadono sui figli», Il mercante di Venezia). «In tutta franchezza, il nome di Andrea è stato menzionato più volte dalle vittime», ha precisato Subramanyan, aggiungendo che l’ex principe potrebbe testimoniare comodamente da Londra via Zoom, in presenza di un suo legale. «Molte di noi si chiedono perché sia restio a collaborare», ha sottolineato Liz Stein, altra vittima. «Se non ha nulla da nascondere, perché si nega?».
Il re si trova a gestire una crisi che nella storia recente dei reali ha pochi precedenti, un fatto dimostrato anche dall’inseguirsi in questi giorni di comunicati ufficiali e aggiornamenti in forma anonima da Buckingham Palace. Da una parte è importante per il sovrano sincerarsi della salute mentale del fratello, dall’altra non può ignorare la crescente insofferenza del Paese. «La vicenda di Andrea – ha sottolineato Alan Rusbridger, ex direttore del Guardian oggi alla guida della rivista Prospect – dovrebbe ricordare al Paese che la monarchia intera si basa sul fatto che noi sudditi non la guardiamo troppo attentamente».