Il Messaggero, 31 ottobre 2025
Le badanti superano le colf nell’assistenza domestica. Ora più italiane che straniere
Aumentano le badanti, calano le colf. E adesso il lavoro domestico piace anche agli italiani. Il nuovo contratto collettivo di lavoro del settore, che interessa 817 mila addetti, è stato firmato proprio questa settimana. Prevede un aumento di 100 euro lordi mensili dei minimi salariali, a cui si somma un recupero di 135,75 euro per l’adeguamento al costo della vita registrato tra il 2021 e il 2025, incremento già scattato negli anni scorsi. Insomma, l’accordo comporterà un aumento di spesa per le famiglie che hanno bisogno di assistenza di 100 euro ma spalmati dal prossimo 1° gennaio al 2028.
L’INTESA
L’intesa, che interessa colf, badanti e babysitter, è stata firmata da Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs, Federcolf e dalle associazioni Fidaldo e Domina. Il contratto introduce anche importanti novità normative per rendere il lavoro domestico più attrattivo e qualificato. Secondo una ricerca della Filcams Cgil, il comparto housekeeping (colf) ha perso negli ultimi dieci anni il 32% della propria consistenza, mentre le badanti sono cresciute dell’11%. E la quota di badanti italiane è salita al 28%, mentre le straniere sono il 69% e in costante diminuzione.
Il settore vale in Italia 17 miliardi di euro, quasi l’un per cento del Pil. Dal 2019 al 2024 l’Inps calcola però che i lavoratori domestici con regolare contratto sono passati da quasi 865.000 a 817.000, con una riduzione di 47.000 unità. Se si guarda anche al sommerso, particolarmente diffuso in questo campo, i numeri sono ancora più ampi: per l’Istat il calo complessivo è stato di 112.000 unità nel quinquennio. I lavoratori domestici, regolari e non, sono passati così da 1.341.000 a 1.229.000. L’anno scorso in 23 mila, tra colf e badanti, hanno lasciato il lavoro domestico, mentre il fabbisogno complessivo di assistenza delle famiglie ha continuato a crescere.
Nel 2028, secondo l’Assindatcolf, l’associazione nazionale dei datori di lavoro domestico, saranno oltre 2 milioni e 74 mila i lavoratori domestici di cui le famiglie italiane avranno bisogno per assolvere le necessità di assistenza domestica (colf) e di cura alla persona (badanti). Considerato che oggi, tra regolari e irregolari, sono circa 1,2 milioni i collaboratori domestici in attività, allora ne mancano all’appello circa 800 mila per arrivare a coprire la domanda delle famiglie. Su oltre 383.000 nuovi rapporti di collaborazione stipulati nel 2024, ben 246.716, il 64 per cento circa, hanno riguardato la contrattualizzazione di badanti. Rispetto a dieci anni fa, quando i rapporti di lavoro risultavano più equamente distribuiti tra badanti e colf e altri collaboratori, si è registrata una crescita significativa dei contratti per badanti (+24,7%) e, di contro, una riduzione altrettanto netta (-20,9%) dei nuovi contratti per colf e collaboratori. Così evidenzia il Rapporto 2025 Family (Net) Work, intitolato “Il lavoro domestico: tendenze, valutazioni e prospettive”.
Nove contratti su dieci sono stati stipulati con collaboratrici, solo l’11,6% con uomini. Rispetto a dieci anni fa, la quota di nuovi contratti con contraenti uomini è scesa dal 14,9% all’11,6%. Otto contratti su dieci, il 77,4%, sono stati siglati con cittadini di origine straniera, mentre il 22,6% con italiani. Tra le colf la quota di italiani è superiore (27,1%). L’incidenza di italiani sulle nuove attivazioni, a ogni modo, è in aumento, soprattutto con riferimento alle attività di babysitting e di collaborazione domestica. Con riferimento, infine, alla classe di età del collaboratore, il 57% dei nuovi contratti, sei su dieci, riguarda lavoratori over 50.
LE REGIONI
Oggi il lavoro domestico si concentra soprattutto al Nord. Nel 2024, su 383 mila nuovi rapporti di lavoro domestico, più della metà, il 51,5%, sono stati sottoscritti al Nord: il 28,2% al Nord-Ovest e il 23,3% al Nord-Est. Il 27,1% dei nuovi contratti è stato stipulato nelle regioni del Centro, il 21,5% in quelle del Mezzogiorno. A livello territoriale, la Lombardia è la regione con il numero più elevato di attivazioni: nel 2024 sono state più di 66 mila, il 17,3% del totale. Segue il Lazio, con quasi 50 mila nuovi contratti, il 13% del totale.