il venerdì, 31 ottobre 2025
Il tubo delle Pringles è l’incubo del riciclo
Uno dei tubetti più contestati dagli ambientalisti diventerà sostenibile, ma c’è ancora un po’ di strada da percorrere. Ancora oggi infatti il celebre contenitore delle patatine Pringles, un tubetto di cartone rivestito di alluminio, con tappo e fondo di plastica, dev’essere gettato nell’indifferenziato. L’azienda, di proprietà di Kellogg’s dal 2012 (ma presto potrebbe essere acquisita da Mars in un’operazione da circa 35 miliardi di dollari) sta lavorando da cinque anni a un tubo interamente di carta: «A oggi, però, non esistono macchinari in grado di farlo con la velocità e la qualità di cui abbiamo bisogno» ci spiega ildirettore Johan van Batenburg nello stabilimento di Mechelen, in Belgio, che confeziona – insieme all’impiantopolacco – le patatine consumate in Italia: il nostro Paese rappresenta il quarto mercato europeo per le patatine colbaffo. «Esiste però la tecnologia, e la stiamo introducendo su alcune linee: siamo in piena transizione e contiamo di essere pronti per il 2028», assicura van Batenburg. Giusto in tempo per rispettare la normativa europea che vieterà gli imballaggi con materiali misti a partire dal 2030.Nell’impianto di Mechelen, che il Venerdì ha potuto visitare e dove lavorano seicento addetti, l’alta tecnologia non manca: qui si producono due milioni di tubetti al giorno, con un fiume di materia prima (patate coltivate in Belgio) che corre su nastri a tutta velocità prima di essere modellata nella classica forma ondulata, e poi fritta con olio di girasole. Lepatatine non hanno conservanti: «Eliminiamo l’ossigeno dai tubetti eli riempiamo con azoto puro prima di sigillarli. In sostanza, un conservante naturale». Anche per questo, un contenitore in sola carta finora è stata un’opzione difficile da introdurre.Se da una parte il tubetto Pringles è stato definito “l’incubo del riciclo” dal-la no profit Waste and resources action programme, va anche detto che sulfronte green lo stabilimento belga può contare su capannoni che ospitano 13mila pannelli solari e su un impianto di purificazione che riduce del 50 per cento i consumi idrici.