Corriere della Sera, 30 ottobre 2025
Burioni: «Addio ai social, stanco di essere una sputacchiera. Impossibile far cambiare idea a un no-vax»
Ottobre 2025. Cinque anni dopo la pandemia da Covid-19, quella che ha trasformato la categoria scientifica dei virologi in una specie (anche) mediatica, il più famoso di tutti prende una decisione storica: Roberto Burioni dice addio a un milione di follower – quasi 740mila su Facebook, 342mila su X e tredicimila su Instagram – per trasferirsi su Substack, piattaforma che per alcuni contenuti esclusivi è a pagamento. «Ma costerà circa un euro al mese», precisa con la consueta ironia il professore, docente di Virologia e Microbiologia all’Università Vita-Salute San Raffaele. Quanto basta, però, a tenere lontani quelli che Burioni chiama «somari», cioè gli antiscientisti, i no-vax, quelli che «ogni giorno vengono a leggere quello che scrivo solo per insultarmi o per distorcere le mie parole. Dopo dieci anni di divulgazione scientifica, di post sui vaccini corredati di numeri e di fonti, di comunicazione medica verificata e accurata, mi sono chiesto: ma che senso ha?». 
Ma non è tutto. Burioni spiega che la decisione di pubblicare post e ricerche solo su Substack nasce anche da un’altra constatazione: «Mi sono accorto che i miei post, sempre molto precisi e ricchi di dati, vengono “rubati” dalle piattaforme di intelligenza artificiale per nutrire il loro funzionamento. Ora, va bene divulgare gratuitamente, ma non ho voglia di arricchire questi colossi digitali». Burioni però è nel mirino dei no-vax da anni (ha ricevuto messaggi di morte estesi anche alla sua famiglia), come mai proprio adesso questa decisione? «Perché – risponde il virologo – uno deve fare le cose quando se le sente e io mi sono stancato di questo teatrino: mi sono infatti accorto che i no-vax sono irredimibili. Non puoi far cambiare idea a qualcuno convinto che le vaccinazioni facciano strage di persone e il motivo è semplice: non sono atteggiamenti razionali». Sono tifoserie? «Sì, è come cercare di convincere un tifoso dell’Inter a passare al Milan spiegando che un’altra squadra fa un gioco migliore o ha atleti più preparati. Un no-vax non cambia idea, nemmeno con i post divulgativi più accurati e chiari». 
Quindi il rapporto con la maggior parte dei follower, lentamente si è ridotto a uno scambio di sfottò, come nelle curve degli stadi. «Mi sono stancato di prendere in giro le persone, non mi diverte più giocare con la parola “somaro” – continua Burioni —. Voglio essere seguito solo da persone realmente interessate a quello che scrivo». Dunque, circa un euro al mese, meno di un caffè. «Spero di non aver combinato disastri tecnologici, le sottoscrizioni si sono appena aperte e mi sono dato sei mesi di prova: se al termine di questo periodo non avrò raggiunto un numero sufficiente di abbonati, vedrò che cosa fare. Ma non sparirò del tutto dai social». Ah, ecco. «Resterò attivo ma come “vetrina” – conclude il professore —: pubblicherò link e anteprime dei contenuti sulla piattaforma, consapevole che l’algoritmo cercherà di rendermi invisibile. Ma pazienza: rimarranno le mie partecipazioni televisive da Fabio Fazio, i miei articoli e i miei libri. Se, invece, l’esperimento funzionerà, allora su Substack potrei fare anche podcast, video e lezioni brevi». Con buona pace dei no-vax.