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 2025  ottobre 29 Mercoledì calendario

Romania, gli Usa ritireranno 800 soldati dal paese. “Riduzione delle truppe anche in Bulgaria, Ungheria e Slovacchia”

La “dottrina Trump” annunciata a febbraio – ridurre le risorse militari schierate in Europa e concentrarne sempre di più nella regione dell’Indo-Pacifico in funziona anti-cinese – dispiega i suoi primi effetti. Fonti ufficiali hanno riferito al media rumeno G4Media.ro che Washington ritirerà circa 800 soldati dalla Romania. Secondo il sito, gli Stati Uniti ritireranno anche le truppe da Bulgaria, Ungheria e Slovacchia. Secondo Agerpress, l’agenzia di stampa nazionale romena, a oggi nel paese sono dispiegati più di 1.700 soldati statunitensi, principalmente a Mihail Kogălniceanu, Deveselu e Câmpia Turzii.
Poco dopo aver dato la notizia, il sito ha pubblicato un comunicato del ministero della Difesa che conferma il fatto: “La Romania e gli Alleati sono stati informati della decisione degli Stati Uniti in merito al ridimensionamento delle truppe americane in Europa”, si legge. Il dicastero “è stato informato del ridimensionamento di parte delle truppe americane schierate sul fianco orientale della Nato, nell’ambito del processo di rivalutazione della posizione globale delle forze militari statunitensi. Tra gli elementi della brigata che cesseranno le rotazioni in Europa sono menzionate anche le forze destinate alla Romania, di stanza a Mihail Kogălniceanu. La decisione era attesa, poiché la Romania è in contatto permanente con il partner strategico americano”.
La questione è stata affrontata in una conferenza stampa anche dal ministro della Difesa Ionuț Moșteanu: “Gli Stati Uniti restano il principale fornitore di equipaggiamento militare della Romania e continueranno a esserlo”, ha detto Moșteanu, secondo il quale “non si tratta di un ritiro delle forze americane, ma di interrompere la rotazione di una brigata” presente in diversi paesi della regione. Alla domanda su quando avesse saputo del ritiro delle truppe americane, il ministro ha risposto: “Lunedì”.
“In Romania – ha aggiunto – rimarranno circa 900-1.000 soldati americani, un numero leggermente superiore a quello presente prima dell’inizio della guerra in Ucraina”. “Le capacità strategiche della Romania rimangono invariate – ha specificato Mosteanu -: il sistema di difesa missilistica mantiene la sua integrità e la base di Mihail Kogalniceanu continua a essere sviluppata, continuando a ospitare un gruppo da battaglia aereo”.
La mossa è avvenuta in concomitanza con l’annuncio dell’esercito Usa, riportato da Stars and Stripes, secondo cui la 3a divisione di fanteria “ha assunto il comando delle operazioni dell’esercito nella regione del Mar Nero, con una task force di soldati inviata in Romania per un dispiegamento di nove mesi”. L’unità “ha sostituito la 1ª Divisione corazzata lunedì durante una cerimonia presso la base aerea Mihail Kogalniceanu, che funge da snodo principale per le forze statunitensi in Romania” e” le operazioni coinvolgono circa 3mila soldati che prendono parte a missioni in Romania, Slovacchia, Ungheria e Bulgaria”.
L’operazione, specifica il sito specializzato nel racconto delle vicende della comunità militare Usa, “avviene nel contesto di una revisione in corso della posizione delle forze armate al Pentagono, che potrebbe avere implicazioni per la missione del Comando europeo degli Stati Uniti. Non è chiaro quali siano i piani del presidente Donald Trump per il numero di truppe in Europa. Tuttavia, numerosi alleati della Nato prevedono potenziali tagli in relazione all’impegno del Pentagono per contrastare meglio la Cina nel Pacifico”.
In questo contesto, la mossa è stata accolta con sorpresa. “Questo ridimensionamento della presenza americana sul fianco orientale della Nato, comprese alcune forze dislocate a Mihail Kogălniceanu, ha implicazioni dirette per la sicurezza della Romania e della regione del Mar Nero”, ha commentato il deputato socialdemocratico al Parlamento europeo Victor Negrescu.
La Nato ha confermato la notizia. In una nota, un funzionario dell’Alleanza ha definito la misura “un aggiustamento” e “nulla di insolito“, ridimensionando l’allarme lanciato dal ministero della Difesa romeno. “Anche con questo adeguamento, la presenza militare statunitense in Europa resta più ampia che in passato, con molte più forze rispetto al periodo precedente al 2022”, ha affermato la stessa fonte, sottolineando che l’impegno di Washington nei confronti della Nato rimane “chiaro”.
“Prendiamo atto di questo annuncio – ha commentato un portavoce della Commissione europea -. Questo non cambia, per essere molto chiari, i nostri piani per quanto riguarda la tabella di marcia per la difesa che abbiamo presentato e le quattro principali linee guida qui evidenziate, tra cui la sorveglianza del fianco orientale”. “Vogliamo iniziare il lancio entro il primo trimestre del 2026 del prossimo anno, e entro la fine del 2026 vogliamo che i primi servizi iniziali di questa sorveglianza del fianco orientale siano già operativi.
Gli Stati Uniti hanno inviato una brigata in Romania in seguito all’invasione russa dell’Ucraina nel 2022. L’aumento di truppe nel paese e in altre nazioni del fianco orientale aveva lo scopo di rassicurare gli alleati e dissuadere Mosca da effettuare operazioni militari in territorio Nato. Nel Dipartimento della Difesa è in corso da tempo un dibattito sull’opportunità di ridurre la rotazione delle truppe in Romania. Nel 2023, il Pentagono ha preso in considerazione l’idea, ma ha optato per continuare a inviare brigate a rotazione.