la Repubblica, 29 ottobre 2025
Ira di Orcel per il golden power su Banco-Bpm: “L’Italia alza muri e non ci fa crescere”
Bloccato dall’esecutivo italiano su Banco-Bpm, osteggiato da quello tedesco su Commerzbank, ignorato financo nelle avances filo-governative su Generali, Andrea Orcel vorrebbe un’Italia e un’Europa che apprezzino di più il suo lavoro e le sue ambizioni. «Le banche si devono rafforzare e devono crescere – dice l’ad di Unicredit in un’intervista pubblica a Milano -. Credo che l’Italia abbia perso un’opportunità nel continuare a fare crescere le banche. Noi abbiamo, e non lo abbiamo in molte industrie, due banche che sono nelle prime quattro europee». E dunque «dovremmo aiutarle a potenziarsi... Purtroppo questo per una serie di preoccupazioni, secondo me ingiustificate, non siamo riusciti a conseguirlo».
«Ma – aggiunge – non ci possiamo difendere tirando su muri, bensì avendo imprese di eccellenza». Ogni riferimento ad eventi realmente avvenuti, ovviamente, è tutt’altro che casuale, tanto che Orcel porta come esempio la Grecia, dove è arrivato al 26% di Alpha Bank e questo «viene visto da loro in maniera positiva».
«Molte volte si fa leva su una scarsa conoscenza di come funzionano le banche – valuta – per arrivare a conclusioni errate». Certo, la vulgata di questi mesi – in Italia alimentata specie dalla Lega contro l’operazione su Banco-Bpm – recita che la concentrazione tra banche nello stesso territorio diminuisce la concorrenza e riduce dunque le opportunità di credito. Ma Orcel è netto: «Credo che sia esattamente l’opposto. Chi è un tecnico saprà benissimo che quello che riduce la possibilità di credito è il rischio di concentrazione, bilanci deboli e la mancanza di capitale», mentre «più è grande la banca meno ha concentrazione, ha un bilancio forte, più capitale».
L’ad contrasta anche la rappresentazione che è stata fatta di Unicredit: «Una banca internazionale, si dice, non può essere ben radicata nel paese. In Italia siamo la banca più vicina al territorio che esista, una federazione di sette banche in sette regioni, dove abbiamo riportato 95% delle decisioni al capo della regione».
Sul 2026 una previsione che pare destinata anche al governo che ha deciso di tassare il credito: «Credo che sia stato sottovalutato quanto sarà difficile per le banche». E fra gli strascichi della fallita conquista di Banco-Bpm, ieri arriva anche la conferma che nel giro di due anni Unicredit vuole sostanzialmente azzerare le masse affidate ad Amundi, il gestore francese che fa capo al Credit Agricole, oggi avversario di Orcel proprio nella tenzone sulla banca milanese.