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 2025  ottobre 28 Martedì calendario

Alto-Adige, una faggeta a rischio per far spazio ai bacini idrici: a salvarla sarà un raro coleottero?

Un coleottero salverà i boschi di Caldaro, un comune della provincia di Bolzano che si trova sulla “strada del vino bianco”? È quello che si augurano gruppi ambientalisti dopo che si è diffusa la notizia di una specie di coleottero particolarmente rara che è stata rinvenuta dove l’amministrazione comunale prevede di costruire bacini idrici per l’agricoltura. Si tratta di progetti del Consorzio di miglioramento fondiario di 2° grado riguardanti i comuni di Caldaro e Termeno, con sei specchi d’acqua che hanno un’estensione grande quanto l’intero centro storico del paese, a scapito di una foresta di faggi che appartiene alla comunità.
Per contrapporsi, sei mesi fa le associazioni ambientaliste dell’Alto Adige avevano manifestato in piazza, sostenendo che non si può privilegiare la coltivazione di vigneti e frutteti con sei serbatoi in grado di garantire 345mila metri cubi di stoccaggio, a discapito di un bosco in salute. La segnalazione viene dall’associazione Unser Wald-Il nostro bosco e dal WWF Trentino-Alto Adige dopo la scoperta di una colonizzazione del Cerambice alpino, ed è stata girata al ministero dell’Ambiente e alla Provincia di Bolzano. “Questo bosco appartiene alla gente e va preservato per le generazioni future, non sacrificato a interessi economici”, ha dichiarato ai giornali locali Annamaria Ramoser de Il nostro bosco.
Andreas Hilpold che si occupa del monitoraggio della biodiversità del centro di ricerca privato Eurac aggiunge che la scoperta del Cerambycidae alpino conferma l’elevato valore naturalistico della faggeta. Infatti, la direttiva Habitat dell’Unione Europea ha inserito il coleottero tra le specie che necessitano di protezione. “Mi aspetto che i suoi habitat vengano designati come aree protette anche in Alto Adige”, aggiunge Hilpold. L’entomologo Fausto Leandri è della stessa opinione: “Il ritrovamento di oltre 50 esemplari di questa specie altamente protetta è un dato eccezionalmente raro a dimostrazione che il bosco di Castelvecchio è in buona salute e possiede un’elevata biodiversità”.
Di diverso avviso Leo Hilpold, direttore dell’Ufficio per la Natura: “Il Cerambycidae alpino vive da anni nelle faggete dell’Oltradige e collaboriamo con il Servizio Forestale per migliorare le condizioni di vita del coleottero attraverso una gestione forestale ecologica. In realtà non si tratta di una novità e il rilevamento della popolazione conferma il successo dei nostri sforzi”. Con un distinguo: “Non possiamo designare l’intero Oltradige come area protetta. Come dimostra l’elevata biodiversità dell’Alto Adige, l’uso agricolo dei terreni coltivati può contribuire alla conservazione degli ecosistemi”.