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 2025  ottobre 28 Martedì calendario

Olimpiadi invernali, a Cortina chiudono i rifugi sulle piste: si salva solo quello del compagno di Santanchè

Soltanto il ristorante El Camineto, che fu rilevato un paio di anni fa da Flavio Briatore e da Dimitri Kunz, compagno della ministra del Turismo Daniela Santanchè, sarà beneficiato dalle Olimpiadi invernali a Cortina, nell’area delle Tofane. Rispetto ad altri rifugi, che dovranno chiudere per mancanza di sciatori da metà gennaio a metà marzo, l’esercizio di lusso diventerà un punto cruciale di incontro per gli organizzatori. La notizia è stata confermata a Cortina d’Ampezzo dove cresce non solo la preoccupazione, ma anche l’incertezza degli esercenti dei rifugi che all’inizio dell’estate hanno incontrato Michele Di Gallo, direttore generale di Fondazione Cortina. Tutta l’area delle Tofane sarà off-limits per la preparazione delle strutture olimpiche e delle piste.
Gianluca Lancedelli, titolare del rifugio Duca d’Aosta, ha chiesto un incontro con il sindaco Gianluca Lorenzi, ma non l’ha ancora ottenuto. “Al momento non sappiamo niente di niente. Non ci viene detto che dovremo chiudere forzatamente, ci dicono che non faranno salire la gente. Se teniamo aperto come servizio forse ci danno qualcosa”. Un impegno che non vale lo sforzo. A beneficiare sarà invece El Camineto, che ospita i turisti vip. Sarà aperto, anzi diventerà uno dei luoghi più gettonati dagli organizzatori. Dopo averlo rilevato, Briatore ha ceduto le sue quote all’albergatore kazaco Andrey Alexandrovich Toporov, che a Cortina ha già altri interessi.
Le Olimpiadi riserveranno amare sorprese anche ai bilanci della società per azioni che gestisce gli impianti del versante di Socrepes, Pocol, Tofana e Falzarego. È prevista una perdita secca di 9 milioni di euro, che nessuno sembra essere intenzionato a ripianare, se non in minima parte. Le gare e la preparazione delle piste richiederanno uno stop forzato dell’attività che comincerà il 12 gennaio, subito dopo le vacanze natalizie. Impianti fermi per quanto riguarda l’attività sciistica, ma necessari per consentire il movimento degli addetti e le competizioni. Non vi saranno introiti da ski pass, anzi si spenderà più un milione di euro per la messa a punto delle piste, svelando uno dei retroscena negativi della grande kermesse sportiva.
L’allarme è scritto nero su bianco nella relazione al bilancio approvato dall’assemblea dei soci di Ista il 30 settembre scorso. A rivelarne i contenuti è stato un servizio del Corriere delle Alpi sulla base della sintesi fornita dagli amministratori. “A partire dal 2023 si sono svolti diversi incontri con il Comune di Cortina d’Ampezzo, la Provincia di Belluno, la Regione Veneto e Fondazione Milano Cortina per discutere delle perdite di fatturato che Ista subirà nel periodo in cui si svolgeranno le gare olimpiche”. Su richiesta della Regione, Ista ha prodotto il 4 giugno 2025 una relazione “nella quale stima una perdita del fatturato pari a circa 9.245.000 euro e indica i costi relativi alla preparazione delle piste per euro 1.131.000”. Gli amministratori spiegano: “Fondazione Mico aveva dichiarato, in presenza di rappresentanti della Regione, che se ne sarebbe fatta carico, per poi ritrattare affermando che tali spese dovrebbero essere sostenute dalla Regione Veneto. Sempre in data 4 giugno 2025 il Comune ha chiesto una quantificazione dettagliata dei costi relativi all’energia elettrica e al personale impiegato esclusivamente per la gestione degli impianti di risalita interessati nell’evento olimpico e paralimpico per il periodo dal 12 gennaio 2026 al 15 marzo 2026”.
Gli impianti coinvolti sono la Cabinovia Socrepes e le seggiovie Pocol, Tofana Express, Piè Tofana e Pomedes. Così il 23 giugno Ista ha quantificato al Comune spese per 806 mila euro. Deludente la risposta dell’amministrazione comunale che riconoscerà solo 611 mila euro. “La differenza di euro 195 mila relativa ai costi per gli ammortamenti non è stata riconosciuta. La Regione con l’ultimo incontro ha comunicato che sono stati stanziati 1.500.000 euro destinati a ristori per le realtà locali al fine di mitigare i mancati incassi. Tuttavia non è stato possibile indicare quale quota di questo importo potrebbe spettare a Ista”. Per questo la società “avvalendosi del supporto di un legale ha deciso di predisporre una lettera, indirizzata agli organi competenti, per sollecitare una discussione urgente sulla delicata situazione che l’azienda si troverebbe ad affrontare senza un sostegno concreto”.
Nella rincorsa forsennata alle nuove infrastrutture olimpiche c’è spazio anche per un nuovo bacino di accumulo in località Po’ Drusciè, tale da far fronte ai fabbisogni di neve artificiale. È prevista una capacità di invaso di 85 mila metri cubi. “In occasione dell’evento olimpico – scrivono gli amministratori di Ista – la problematica è stata sottoposta all’attenzione dell’attuale Commissario straordinario (Fabio Massimo Saldini, ndr), il quale, riconosciuta la rilevanza della questione, ha assunto l’impegno di farsi carico della realizzazione del bacino, dando continuità al progetto elaborato dalla nostra società”. Sono però sorti problemi per le criticità sollevate dalla Sovrintendenza ai Beni Ambientali e altri enti. “Considerati i tempi ristretti, il Commissario ha valutato una soluzione alternativa, consistente nella realizzazione di una condotta dal fiume Boite in grado di garantire un apporto idrico supplementare al bacino esistente”. È così spuntato un appalto completamente nuovo. Prevede una spesa di 7 milioni 114mila euro, con lavori iniziati a fine settembre e conclusione parziale prevista a metà dicembre. L’ultimazione avverrà solo dopo le Olimpiadi.