il Fatto Quotidiano, 28 ottobre 2025
30 anni e non sentirli
Da quando l’autorevole Foglio lo scrisse sette giorni fa, tutti parlano di una sentenza della Cassazione che avrebbe “assolto” B., alla memoria, da quelle brutte dicerie di rapporti con la mafia. C’è pure il virgolettato: “Nessun legame di Berlusconi e Dell’Utri con Cosa Nostra”. Essendo improbabile che il Foglio pubblichi una notizia vera, ma ancor più che la Cassazione processi e assolva un morto, ma ancor più che oggi la Cassazione smentisca la Cassazione che nel 2014 condannò Dell’Utri a 7 anni per concorso esterno in mafia per aver mediato per 18 anni l’“accordo concluso tra gli esponenti palermitani di Cosa nostra e Berlusconi”, ci siamo procurati l’ormai celebre documento. Lo trovate qui accanto: 5 parole (“Dichiara inammissibile il ricorso del Pg”) che non nominano mai B. e i suoi rapporti con la mafia. Né potrebbero farlo: la Cassazione si limita a confermare l’“inammissibilità totale” del ricorso del Pg di Palermo contro la decisione di Tribunale e Corte d’appello di negare la sorveglianza speciale e la confisca dei beni per Dell’Utri chieste dalla Procura. Per i giudici di primo e secondo grado, i pm non hanno provato che B. e Dell’Utri riciclassero capitali mafiosi e che B. riempisse di milioni Dell’Utri per comprarne il silenzio. E per la Corte d’appello, se già il pm impugna su misure di prevenzione, non può ricorrere pure il Pg. La Cassazione sembra condividere, ma le motivazioni non le ha ancora scritte: per ora c’è solo il dispositivo.
Una sola cosa è certa: la sentenza non potrà smentire quella irrevocabile del 2014 non su generici “rapporti”, ma sull’“accordo di reciproco interesse concluso nel 1974 tra Cosa Nostra, rappresentata dai boss Bontade e Teresi, e l’imprenditore Berlusconi” e durato fino all’anno di Capaci e via D’Amelio: “In cambio della protezione assicurata, Berlusconi aveva iniziato a corrispondere, a partire dal 1974, agli esponenti di Cosa nostra palermitana, per il tramite di Dell’Utri, cospicue somme di denaro”. Questo dice l’unica vera sentenza della Cassazione sul tema, infatti non la conosce nessuno. Così B. ha potuto continuare a far politica, anche dopo la condanna a 4 anni per frode fiscale, e perfino salire al Quirinale da Mattarella. Che non è un omonimo, ma il fratello di Piersanti assassinato dalla mafia di Bontate e Teresi finanziata da B.. Ora, rispondendo ai piagnucolii di Marina B., perfino il presidente Anm Cesare Parodi prende per buona la sentenza che non c’è e lamenta che il povero B. sia stato riabilitato in una “vicenda che dura da 30 anni”, indegna per “un Paese civile”. Ma il processo Dell’Utri è finito nel 2014 e il procedimento di prevenzione è durato appena quattro anni. L’unica vicenda indegna che dura da 30 anni è la leggenda del Santo Cavaliere.