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 2025  ottobre 28 Martedì calendario

Quei cinquecento sgomberi mano dura contro l’ emergenza. Piantedosi: tuteliamo i privati

Gli sgomberi rapidi delle occupazioni abusive sono un suo pallino da sempre. E non a caso, nel suo personalissimo bilancio delle cose fatte al Viminale in tre anni di governo Meloni, Matteo Piantedosi ha citato i 4.000 immobili liberati dal 22 ottobre 2022 ad oggi. Con una decisa accelerazione negli ultimi quattro mesi, con 500 sfratti, al ritmo (decisamente inusuale) di oltre 100 al mese. Accelerazione dovuta alle nuove norme contente nell’ultimo decreto sicurezza diventato legge il 30 giugno scorso: sgombero entro 48 ore di nuove occupazioni,
senza necessità di querela di parte e su solo ordine del pm. Con pene per il reato di occupazione arbitraria da due fino a sette anni.
Ma proprio negli ultimi mesi, le operazioni di sgombero da parte delle forze dell’ordine hanno spesso assunto connotati drammatici. Solo ad ottobre, il pensionato di 71 anni di Sesto San Giovanni buttatosi giù dal sesto piano, la folle reazione dei tre fratelli di Castel D’Azzano che pur di non lasciare il loro casolare lo hanno trasformato in una santabarbara uccidendo tre carabinieri, la parete sfondata in via Michelino a Bologna per mandare via due nuclei familiari con bambini. Insomma, la tutela della proprietà privata rivendicata ancora ieri dal ministro dell’Interno Piantedosi rischia di passare da operazioni drammatiche e non prive di rischio anche per gli stessi operatori delleforze dell’ordine chiamate ad eseguirle.
«Il tema del disagio abitativo c’è ed è un tema che giustamente impegna le amministrazioni pubbliche, chiamate a fare tutti gli sforzi per gestirlo, ma ciò non significa che si possa sopprimere la libera proprietà privata e che non si debbano eseguire i provvedimenti ordinati
dall’autorità giudiziaria», ha ribadito ieri Piantedosi dopo le polemiche nate dallo sfratto delle famiglie con bimbi a Bologna. «Esito estremo di un sistema che ha smesso di proteggere i più fragili», la denuncia del Sunia, il sindacato degli inquilini. Il numero esatto nessuno lo sa, un
censimento vero e proprio non esiste, ma secondo le ultime stime le occupazioni abusive in Italia tra alloggi di edilizia popolare, abitazioni private e immobili di particolare rilievo con insediamenti spesso di centri sociali e associazioni piùche di famiglie di senza casa, sono circa 50.000. Di queste, negli ultimi quindici mesi ne sono state interrotte circa 2.000.

«E andremo avanti su questa strada – garantisce Piantedosi – nel rispetto della legge. È giusto che dove ci sono delle situazioni di vulnerabilità il welfare territoriale offra soluzioni alternative ma sempre e comunque nel rispetto della proprietà privata».
Offire soluzioni alternative, dunque un altro tetto, per quanto provvisorio, resta nella responsabilità delle prefetture e delle amministrazioni locali quando tra gli sfrattati ci sono famiglie con bambini o anziani o persone vulnerabili. E un’opzione diversa – assicura il ministro dell’Interno, era stata data (ma rifiutata) anche in occasione dello sgombero di Bologna. «C’erano gruppi antagonisti fuori ma anche dentro lo stabile – dice Piantedosi – Alle
famiglie occupanti erano state offerte diverse sistemazioni alternative, sempre rifiutate, su ispirazione di un’organizzazione ben strutturata in città». Dunque il sospetto ventilato dal Viminale è che bambini, anziani e fragili possano essere usati quasi come scudi umani da
gruppi antagonisti, centri sociali e organizzazioni di destra e di sinistra che da anni occupano interi edifici. Da qui la direttiva ai prefetti di un monitoraggio accurato, caso per caso, della composita galassia di persone insediata a vario titolo in immobili occupati da anni. Compreso il palazzo di via Napoleone III, a Roma, di cui si è impossessato dal 2003 il movimento di estrema destra Casapound. Il prefetto di Roma Lamberto Giannini ci sta lavorando: anche in
questo caso ai nuclei familiari con bambini in emergenza abitativa verrà offerta un’altra sistemazione. Poi, così come è toccato in agosto a Milano allo storico centro sociale del
Leoncavallo, le forze dell’ordine andranno a bussare anche alla porta di Casapound per restiuire lo spazio al legittimo proprietario, l’Agenzia del Demanio.