Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  ottobre 27 Lunedì calendario

Turchia, assegni di mantenimento per i due gatti di famiglia: ex marito dovrà pagarli all’ex moglie

Una causa di divorzio ha portato a un’intesa che prevede il pagamento di un assegno di mantenimento per i due gatti di famiglia: la storia che ha già fatto molto parlare arriva dalla Turchia, dove i felini non solo sono accuditi nelle case, ma anche in strada, dove vivono liberi con l’aiuto dei volontari che non fanno mancare loro cure e affetto.
Il caso riguarda una coppia di Istanbul – che ha deciso di separarsi dopo due anni di matrimonio – e segna un passo avanti: l’assegno per il mantenimento dei gatti è, infatti, previsto separatamente e sarà versato in maniera progressiva, in un tempo calibrato all’aspettativa di vita dei due animali.
Il divorzio consensuale, giustificato da “ragioni di incompatibilità”, si è concluso con un accordo che implica il pagamento di circa 13 mila euro da parte dell’uomo all’ex moglie. Oltre al risarcimento, l’intesa prevede che i due gatti di casa rimangano con la donna e che l’ex marito dia ogni 3 mesi una somma di circa 240 euro per le spese di mantenimento dei due felini per i prossimi 10 anni. L’ammontare sarà aggiornato periodicamente in base agli indici dei prezzi al consumo resi pubblici dall’istituto nazionale di statistica turco (Turkstat), dato che la legge nazionale considera i gatti come “beni mobili”.
L’amore dei turchi per i gatti
La vicenda è destinata a rappresentare un precedente nei casi di divorzio, ed è l’ennesima conferma dell’amore dei turchi per i gatti, apprezzati nella religione islamica come simbolo di pulizia e purezza e parte dell’identità nazionale. A loro è dedicato un documentario del 2017 diretto dalla regista Ceyda Torun e chiamato Kedi sulla quotidianità dell’animale. Basti pensare all’attenzione che il Paese ha riservato alla notizia della morte di Gli – nome che in turco significa “unione d’amore” – il gatto dai brillanti occhi verdi nato nel 2004 che per 16 anni ha vissuto a Santa Sofia, museo poi riconvertito in moschea nel 2020 – l’edificio era già stato trasformato da chiesa cristiana in moschea da Maometto II dopo la conquista di Costantinopoli nel XV secolo.

A sua insaputa, Gli è divenuto una star dei social – vanta 102mila follower su Instagram – grazie anche alle carezze ricevute dall’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama in occasione della visita nel 2009 all’omologo turco Recep Tayyip Erdogan. Le sue attività venivano documentate dai fedeli custodi: “Gli piace molto posare”, disse Umut Bahceci, guida turistica responsabile del suo profilo Instagram. La sua scomparsa è stata salutata con dolore dalle massime autorità cittadine: “Sono triste”, scrisse su X dopo la morte di Gli il sindaco di Istanbul Ali Yerlikaya.

Un’altra celebrità dei social è stato Tombili, il gatto di strada del quartiere asiatico di Kadikoy, famoso per il fisico possente, l’espressione rilassata e le pose “da cortigiano romano su un triclinio”. Morto nel 2016 dopo essersi ammalato, è oggi commemorato con una statua in bronzo – fortemente voluta da oltre 17mila persone che hanno firmato una petizione online – e meta per gli amanti dei gatti di tutto il mondo. L’opera, ideata dall’artista Seval Sahin, è stata inaugurata il 4 ottobre 2016, nella giornata mondiale degli animali. Per comprendere a fondo il legame tra i gatti e il Paese occorre tornare al 2019, quando un cittadino giapponese fu denunciato dai vicini per aver catturato dei gatti: dopo aver ammesso di averne uccisi, cucinati e mangiati cinque il responsabile – sotto la pressione di appelli e raccolte di firme – è stato espulso dalla Turchia.

La legislazione in Italia
In Italia, la legge non prevede nessun assegno di mantenimento per i gatti dopo una separazione o un divorzio: il partner a cui resta un animale domestico non può pretendere dall’altro una somma mensile per il felino a seguito della rottura. La giurisprudenza – molto sollecitata negli ultimi anni – non esclude, però, la possibilità di un compenso nel caso in cui le due persone riescano a trovare un accordo.