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 2025  ottobre 27 Lunedì calendario

La Grecia attacca il British Museum per il pink gala davanti ai marmi del Partenone: “Provocazione”

“So di non sapere” predicava Socrate, ed era un invito alla modestia e alla conoscenza. Millenni dopo, la Grecia si ritrova ad assistere sbigottita all’“indifferenza provocatoria” del British Museum di Londra, che ha organizzato un mega “ballo in rosa” ispirato alla Barbie in mezzo ai marmi del Partenone, i capolavori dell’arte classica “saccheggiati da mani britanniche” come denunciò il più grande poeta romantico, Lord Byron. Capolavori reclamati da tempo immemore dai greci.
L’intramontabile re del rock Mick Jagger, gli stilisti Miuccia Prada e Manolo Blahnik, grandissimi attori come Sascha Baron Cohen, Kristin Scott-Thomas, l’ex premier britannico Rishi Sunak e altre decine di super star vestiti di lavanda, rosa, gambero, pink hanno partecipato sabato scorso a una serata dedicata alla bambola più famosa del mondo in mezzo alle statue più contestate della terra.
I vip hanno sfilato sfoderando grandi sorrisi sul mega tappeto color lillà srotolato all’ingresso, hanno sorseggiato vini e champagne nel foyer e sono stati poi accolti in una delle più famose sale del mondo, la Duvall Gallery. Il biglietto da duemila sterline ha dato loro il diritto a ruminare agnello, lenticchie e riso accanto alle magnifiche statue che nel quinto secolo avanti Cristo ornavano il Partenone di Atene. La Barbie-festa ha fruttato 2,5 milioni di sterline alle casse del British Museum. Ma ha fatto infuriare la Grecia.
La ministra della Cultura, Lina Mendoni ha denunciato, appunto, l’”indifferenza provocatoria” del museo londinese, reo di aver apparecchiato cibo e vivande accanto alle meraviglie dell’arte classica: “la sicurezza, l’integrità e l’etica dei monumenti dovrebbe essere la principale preoccupazione del British Museum”, ha sottolineato. Anche il presidente del Parlamento ellenico, Nikitas Kaklamanis ha tuonato contro “l’uso provocatorio” della “cultura greca” finita “all’ombra di Barbie”.
E tutto ciò, in un momento delicato, ha ricordato Kaklamanis, “mentre le sculture aspettano di tornare nella loro patria”. Il direttore del museo dell’Acropoli, Nikolaos Stampolidis ha puntato il dito contro la “mancanza di gusto” del suo omologo del British Museum, Nicholas Cullinan, e ha sostenuto si tratti dell’ennesima prova che i marmi vadano riportati nei luoghi da cui furono strappati, duecento anni fa, dal famigerato ambasciatore britannico presso l’Impero ottomano, Lord Elgin.
Su Kathimerini la scrittrice greco-britannica Victoria Hislop, che fa parte della Commissione inglese per la riunificazione dei marmi del Partenone (Bcrpm) ha ricordato che le statue “sono oggetti che andrebbero riveriti e accuditi e non trattati come sfondo a un piatto di lenticchie mangiucchiato in abito da ballo”.