Corriere della Sera, 27 ottobre 2025
«Don Verzé qui in elicottero. Berlusconi aveva una stanza, sommozzatori alle mie nozze»
Se n’era andato undici anni fa sbattendo il cancello: «Bastardi!». Con una mano teneva il trolley, con l’altra mandava tutti a quel paese. Si chiudevano così le porte di villa Rodella e si aprivano per lui quelle del carcere. Erano i giorni neri di Giancarlo Galan, travolto dall’inchiesta sul Mose della procura di Venezia che aveva scoperto una corruzione dilagante intorno alla grande opera lagunare. Lo storico Presidente del Veneto, 15 anni di governo e la corona di Doge, berlusconiano di ferro, era caduto ed era rimasto nudo. Scese a patti con la giustizia ma perse tutto. Compresa villa Rodella, il suo quartier generale, simbolo di un’epoca che ha visto i potenti d’Italia ritrovarsi a Cinto, in quest’angolo profondo dei Colli Euganei. Oggi la villa è di proprietà del Demanio ed è gestita da un ente non profit, Essenziale, che fa il controcanto misurato e sociale ai lussi del passato e vuole trasformare il luogo in un laboratorio culturale di prossima apertura. A distanza di tanti anni Galan è tornato a rivederla. Non è più il «Colosso di Godi», ora vive in solitudine fra i boschi dei monti Berici, l’imponenza di un tempo si è dissolta, la furia è diventata rassegnazione e anche il passo sembra incerto. Ma il disincanto e la schiettezza no, quelle sono sempre le stesse. Anzi, ora che non ha nulla da perdere, volano. Siamo con lui su un terrapieno che domina la villa e sembra in vena di confidenze.
Nostalgia?
«Vedi quella barchessa, avevamo fatto un bed & breakfast con sette stanze. L’attività doveva partire quando smettevo con la politica. Ci hanno dormito solo due persone: Berlusconi e il mio amico Cipriani di Alibaba. Il Cavaliere atterrava con l’elicottero lì in giardino e chiedeva sempre una camera per cambiarsi. E in elicottero arrivavano anche don Verzé e Mario Cal del San Raffaele. Ricordo un loro incontro in villa con l’ex ministro della Sanità che invece era venuto in macchina per non farsi vedere. Nostalgia? No, nessuna, perché la verità è che non ho mai amato villa Rodella».
Il motivo?
«Troppo grande. Io avrei voluto una casa di campagna o una sul Sile come quella di Red Canzian e invece l’ho presa sul Bisato dove ci sono solo le nutrie, simpatiche eh ma non è la stessa cosa. L’ho fatto per mia moglie Sandra che da bambina abitava a 500 metri di distanza e veniva sempre a giocare qui».
La ristrutturazione è entrata nell’inchiesta per corruzione. Piergiorgio Baita della Mantovani che stava realizzando il Mose sostiene che hanno pagato tutto loro, un milione di euro
«Mi sembra che Baita la spari un po’ grossa ma può anche essere, mica voglio fare il verginello».
Lei comunque non ha tirato fuori un euro, giusto?
«Giusto ma cambiamo discorso: sai quanto costava di mantenimento? 5.100 euro al mese. All’epoca potevo permettermeli perché ne guadagnavo 15 mila».
Tornerebbe qui?
«No, non mi piace e non ho un soldo perché qualsiasi entrata mi viene trattenuta fino a che non ho saldato il risarcimento con lo Stato».
Il debito era di 5 milioni, quanti gliene mancano?
«Non lo so, non seguo, sono una montagna di soldi».
Lei ha 69 anni, non ha una pensione?
«Non ce l’ho e non aggiungo altro. Avrei un vitalizio di 3.825 euro che mi viene preso interamente... Guarda il canale qui dietro, il Bisato, pensa che quando ci siamo sposati c’erano i sommozzatori... per Berlusconi. Bel matrimonio, colorato. Il bouquet lanciato da Sandra (Galan e la moglie non stanno più insieme, ndr) l’ha preso la Titti di Brunetta e, pensa, si sono sposati dopo due anni. Però Brunetta mi ha un po’ deluso».
Perché?
«Non si è fatto più vedere. O meglio, è venuto una sola volta. Sai quando? Quando ho detto a tutti, dopo aver capito l’aria che tirava con l’inchiesta, che stavo iniziando a rompermi le scatole. A quel punto è venuto a trovarmi, ha tirato fuori 50 euro e li ha dati a mia figlia che aveva 7 anni per comprarsi qualcosa alla fiera cavalli. Oh, mica mi ha chiesto nulla, sia chiaro, ma Brunetta che tira fuori 50 euro, non so se capisci l’enormità».
Non c’era solo Brunetta a quel matrimonio del giugno 2009: Berlusconi e Dell’Utri testimoni e altri 300 fra politici, imprenditori e parenti. Chi le è rimasto amico?
«Pochissimi: Dell’Utri che vedo spesso, Bepi Stefanel ed Enrico Marchi. Il partito aveva fatto partire l’ordine di non parlarmi. Solo Alberto Giorgetti e la Santanché se ne sono fottuti. Gli altri hanno battuto tutti in ritirata. C’era gente che, tipo la Casellati, mi faceva gli auguri anche a Ferragosto. Sparita».
Cosa le manca di quel mondo, il potere, le feste, le donne, il prosecco?
«Nulla, tranne il benessere economico. Il resto era tutto molto finto».
La visita è finita, Galan risale in auto: «Questa è la Lexus che mi ha dato mio fratello. Ai tempi d’oro avevo una Land Rover che però ho distrutto».
Incidente?
«C’era stata una serata nella zona dell’Amarone, al rientro non ero proprio lucido e ho tirato dritto a una rotonda. In quel periodo bevevo parecchio. E invece Berlusconi mi aveva regalato una Range Rover usata che era di un’olgettina».
Berlusconi trattava il governatore come un’olgettina?
«Magari, a lei dava 2.500 euro al mese... beh, quella era di serie A».