Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  ottobre 26 Domenica calendario

Sorpresa nella manovra: farsi salvare dalla Gdf sarà a pagamento

L’articolo della legge di bilancio è il 129, “Norme di revisione e razionalizzazione della spesa”, titolo bizzarro sotto cui – ai commi 11 e 12 – infilare una norma che fa diventare a pagamento “gli interventi di ricerca, soccorso e salvataggio” della Guardia di Finanza se l’evento sia imputabile al salvato “per dolo o colpa grave”. Per come è scritta la norma, che esclude gli interventi di assistenza e salvataggio in mare e in caso di incidenti aerei, dovrebbe riguardare solo (o soprattutto) il Soccorso alpino della Gdf, ma in caso di “richiesta di intervento immotivata o ingiustificata” gli interventi della Finanza saranno a pagamento dappertutto, anche quelli per i soccorsi in mare o in pianura. Non solo: una volta passato il principio, questa norma è suscettibile di essere facilmente estesa agli altri corpi di polizia e alle associazioni di protezione civile che si occupano di ricerca e soccorso.
Ripartiamo da capo. Questa misura nasce, così se n’è discusso nelle settimane scorse, da un fatto oggettivo: l’aumento notevole (+20% solo quest’anno) delle richieste di soccorso in montagna, che è andato di pari passo con la crescita di un turismo montano a volte poco consapevole.
Si calcola che almeno il 30% delle richieste di intervento in zona montana o boschiva siano causate da comportamenti negligenti: l’abbigliamento inadeguato, ad esempio, o la nulla conoscenza del percorso e del meteo previsto o ancora il mancato avviso ai familiari, che finiscono per farsi prendere dal panico. Per questo il Tesoro ha pensato di far pagare gli interventi della “sua” Gdf: il tariffario a carico del “salvato” verrà stabilito con un successivo decreto ministeriale tenendo conto dei costi sostenuti dalle Fiamme Gialle, ma – per capirci sulle dimensioni della cosa – un intervento con elicottero costa più o meno diecimila euro all’ora.
In realtà già oggi tanto i salvataggi in mare – dove peraltro i proprietari delle imbarcazioni sono spesso se non sempre assicurati – quanto gli interventi del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico sono a pagamento, sempre che non comportino il ricovero sanitario del paziente (in quel caso il costo è a carico del Ssn). L’obolo, per dire, è richiesto e disciplinato da norme in tutte le Regioni dell’arco alpino: le tariffe sono diverse e il dovuto può o meno avere un tetto massimo. Per capirci, in Lombardia l’elisoccorso costa 1.500 euro l’ora, l’intervento via terra 95 euro l’ora con un incremento del 30% in caso di chiamata immotivata; a Trento l’elisoccorso costa 750 euro in caso di pericolo ma senza ricovero e tra i 98 e i 140 euro al minuto per chiamata immotivata; in Veneto, sempre per allarma ingiustificato, si paga 90 euro al minuto fino a un massimo di 7.500 euro, al massimo 500 euro se c’è vero pericolo.
Questo vale in teoria, però. Intanto non è sempre così semplice stabilire in concreto la negligenza di un comportamento (una persona scivolata su un sentiero sarà stata sfortunata o imprudente?) e comunque incassare non è automatico, specie nel caso dei turisti stranieri: il Veneto, per dire, dichiara una percentuale di mancato pagamento di oltre il 30%.