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 2025  ottobre 26 Domenica calendario

"Non mi spaventa l’idea di scalare le montagne. Trovo sempre un percorso inaspettato"

A quelli, pochi, che si aspettavano che il successo avrebbe cambiato la filosofia del progetto, Benedetta Rossi ha risposto alla sua maniera: mettendosi in casa, dopo l’orto, un pollaio. Così oltre alla verdura, anche le uova sono “fatte in casa”. È appena tornata da vedere come stanno gallo e galline: «Mi sono alzata e il primo pensiero è stato quello di andare a controllarle, non ho sentito Elvis cantare stamattina e il mio terrore sono sempre le volpi e gli animali selvatici». Il cielo è nuvoloso ad Altidona, borgo marchigiano sulle colline a tre chilometri dal mare, dove da sempre vive con il marito Marco. L’ottobrata è finita, lei confessa di essere un po’ meteoropatica, ma di amare comunque quella vita immersa nella natura, la sua forza, ora che su una passione ha costruito una impresa, per non perdere il contatto con la realtà: «È un po’ tornare bambina. Ho bisogno di momenti genuini, il gesto di raccogliere le uova è uno di quelli. Le rubavo nel pollaio di nonna Blandina per impastarle con la terra quando giocavo a fare le prime ricette, imitando lei e zia Giulietta. Mi casca l’occhio sulla farfalla, sul bruco e m’incanto, vedo tanta bellezza intorno a me, mi piace condividerla». In questi giorni ha ingaggiato una “guerra” con le lumache che minacciano la sua insalata, determinata come è stata con gli haters che avevano preso di mira “le sue signore": «Però le rispetto, potrei semplicemente utilizzare la birra per eliminarle. E invece ho messo su barriere fisiche e le sfamo, vorrei solo che non mi rovinassero tutte le piantine. Una ciotola di insalata fresca è il piatto che davvero non manca mai sulla mia tavola».
Ci eravamo lasciate il giorno della firma che ha sancito l’accordo con il gruppo Mondadori. Avevate scelto di cambiare tutto perché non cambiasse niente. È andata così?
«Fondamentalmente sì. La cosa che è cambiata è che sono più serena. Prima sentivo tutta la responsabilità sulle spalle. Adesso so che posso condividerla con qualcuno che mi supporta».
Vive immersa in un mondo virtuale di venti milioni di persone che la seguono, scrivono e partecipano agli incontri, aspettano come il Natale ogni suo libro (siamo al nono, più due su come cucinare con la friggitrice ad aria, tutti bestseller). Le passeggiate in solitaria sul lungomare o le giornate trascorse nella serra sono il suo tempo di recupero?
«È il mio modo per ricentrarmi. Vivo molto il presente, mi piace respirare l’odore della salsedine, il profumo dei peschi. Mi dà pace. Prendersi cura di fiori e piante, è gratificante, quando vedo i risultati mi conforta, penso che sono stata brava».
È stato un anno impegnativo, anche per un delicato intervento chirurgico. Sui social è sembrata sempre molto tranquilla, non ha davvero mai avuto paura?
«Sa che no? Il timore era che gli altri si preoccupassero e mi sono sforzata di far vedere che era tutto a posto. Negli anni ho affinato una tecnica: quando ho un problema lo metto da parte, come se lo chiudessi in una scatola, mi impegno a fare altro, a dimenticarlo fino a quando non è davvero il momento di affrontarlo. Risparmio le energie e non mi piango addosso, non sono il tipo. Non mi fisso sul fatto che non ce la farò a scalare “la montagna”, la guardo di lato cercando un percorso inaspettato. Cambiando il punto di vista trovo le soluzioni anche per superare ciò che mi spaventa».
Fra queste c’è la possibilità che tutto finisca? Le ricette non sono infinite...
«Non ci penso perché faccio tutto questo ancora con grande entusiasmo e le persone con cui lavoro o che mi seguono lo percepiscono, e si divertono».
Nel nuovo libro, “La mia cucina per tutti”, in uscita martedì per Mondadori Electa, propone oltre 150 ricette con grande attenzione a intolleranze e allergie, oggi chiunque ne ha una: preparare una cena per gli amici è una corsa a ostacoli. Come si fa?
«Non è facile cucinare senza glutine, senza lattosio o senza uova e portare in tavola lo stesso sapore per tutti. Per ogni ricetta ci sono la preparazione classica e le possibili alternative. Lo faccio da tempo nelle dirette, ma qui in maniera più organica. Sempre piatti alla portata di tutti, spiegati passo passo con tante varianti e il taccuino delle ricette base. Con grande attenzione alla spesa, è facile imbandire una bella cena se compri trenta ingredienti».
Il più complicato da sostituire?
«Ormai eliminando il glutine si riesce a fare il novanta per cento delle ricette. Con le uova è più complicato. Il risultato non è quello che ti aspetti, a meno di fare molte modifiche all’originale. A forza di provare però viene quasi tutto».
Ha una ricetta rifugio?
«La minestrina con i grattini. È la coccola nelle giornate un po’ così».
Il cavallo di battaglia di Benedetta?
«I miei, quando c’è una festa, mi chiedono sempre la pizza ripiena, la classica zuppa inglese con il pan di Spagna tipica delle nostre zone. Dicono che come la faccio io, nessuno».
E la ricetta che proprio non le viene?
«Le ciambelle di Pasqua. Sono dei taralli né dolci né salati. Non mi crescono mai. Mi restano delle specie di ciabatte piatte piatte, invece la magia è che si devono aprire in cottura senza lievito o bicarbonato. Chi l’ha provata riesce, anche mamma, benissimo».
A proposito di famigliari. Come vivono la condivisione sui social di momenti privati?
«Prima di farlo chiedo sempre se sono d’accordo. Mio fratello è molto riservato, lo so, ed evito di riprenderlo. L’ultima cosa che voglio è mettere a disagio chi mi circonda. Mamma e le zie si prestano sempre volentieri. Babbo è come me un po’ timido, ma ha un sacco di argomenti e di aneddoti. È un appassionato di storia economica e contadina, di Medioevo: ora che è in pensione passa il tempo fra archivi e musei. Vorrei coinvolgerlo di più...».
La scelta della camicetta per la foto di copertina di ogni libro è un po’ un rito, questa da dove arriva?
«Da un negozio di catena! Non ho cambiato le abitudini nel fare shopping, è una cosa che odio. Quando vado in una boutique tutto mi tira, tutto mi fa le forme, con la commessa che mi vuole convincere che mi sta benissimo. Al mercato di Porto San Giorgio le signore sono sincere: Benedetta questo ti invecchia, questo ti fascia, ci scambiamo consigli».
Una specie di uscita con le amiche?
«Agli eventi o ai firmacopie arrivano le persone che mi seguono. Fra i banchi del mercato invece incontri gente per caso, che non si aspetta di trovarti lì: vedere le reazioni, sentire l’affetto sincero, gli abbracci, è una cosa che mi fa stare bene. Mi capita di chiedermi se sto facendo tutto nel modo giusto, se sono una bella persona, quelli sono momenti che restituiscono qualche certezza».
Forse anche perché lei aiuta loro?
«Sono momenti difficili, non solo per le guerre che ci circondano. Le persone hanno problemi di salute, economici. So che ci guardano per trovare leggerezza. Non facciamo comedy, ma questa verità, il modo di vivere semplice, quasi banale, credo trasmetta serenità e conforto».
Dimostra tutti i giorni che per essere belle e soddisfatte di sé non è indispensabile avere una taglia 40, che si può uscire pure senza trucco. Nessun rito di bellezza?
«La sera mi metto sempre la crema idratante sul viso. O una maschera all’argilla, va’. Al resto ci ho rinunciato».
Adesso va di moda il collagene da bere, nessuna tentazione?
«Se mi dice che funziona ci posso anche cadere!».
È domenica, chi ha finito di leggere ed è in cerca di idee cosa può preparare per pranzo?
«Dei saccottini di lasagna ripieni. Basta la sfoglia sottile pronta, non sbollentata, con quello che c’è in casa. Io li ho fatti con spinaci e carne macinata, ma si possono farcire con ricotta e spinaci, prosciutto e formaggio, con i funghi. Vengono bene sia in forno che in friggitrice ad aria».