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 2025  ottobre 25 Sabato calendario

Dazi multipli anche al pomodoro. A rischio le conserve in lattina

Il comparto italiano del pomodoro trasformato rischia di finire nella rete dei dazi multipli americani, quelli imposti sia sul prodotto di base (al 15%) che sul valore dell’acciaio e dell’alluminio presenti nella confezione (al 50%). Un pericolo che si aggiunge alle tensioni commerciali già esistenti e che potrebbe compromettere la competitività delle conserve italiane sul mercato statunitense.
A lanciare l’allarme è Giovanni De Angelis, direttore generale dell’associazione nazionale degli industriali delle conserve alimentari vegetali (Anicav).
L’imposta doppia non riguarda ancora direttamente le lattine di pomodoro ma per i trasformatori rappresenta una minaccia incombente. «Dal punto di vista della procedura, il dazio multiplo è applicato dal gennaio 2025, ma non riguarda le lattine di pomodoro, piuttosto l’alluminio per i frigoriferi o altro. Adesso anche noi siamo esposti a rischi». Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha appena chiuso una procedura finalizzata a valutare se inserire ulteriori articoli nella lista dei prodotti soggetti ai dazi multipli. Si tratta di «una sorta di call in cui aziende statunitensi di diversi settori segnalano di aprire un’indagine 232 per eventuali pratiche scorrette. Tra i codici doganali su cui si chiede di indagare ora ci sono anche quelli legati al pomodoro in lattina», spiega il direttore di Anicav. Tramite questa procedura, le associazioni di categoria e industrie americane segnalano i prodotti che vorrebbero vedere colpiti dai dazi aggiuntivi. Non è detto che il fascicolo si traduca in un dazio, ma è un rischio per il pomodoro italiano. Cinque aziende americane finora hanno presentato domanda, chiedendo esplicitamente l’applicazione dei dazi multipli sui derivati del pomodoro. In questo modo, le conserve in scatola rientrerebbero tra le circa 400 categorie oggi già esposte a tariffe multiple, con un impatto ancora non calcolato sul giro d’affari complessivo. «L’applicazione cumulativa di tariffe su acciaio e alluminio presenti negli imballaggi, che si sommerebbero ai dazi già esistenti, creerebbe una barriera commerciale potenzialmente insormontabile – spiega De Angelis – auspichiamo che l’indagine non prosegua».
L’Anicav ha avanzato un ricorso formale al dipartimento del commercio americano contro «deduzioni» alle istanze presentate dalle aziende e associazioni americane: «La loro richiesta illustra perfettamente la logica protezionistica che anima questa guerra commerciale – spiega -. Gli Stati Uniti sono il primo produttore di pomodoro al mondo ma sentono la concorrenza dell’Italia, che nell’ultima campagna ha superato la Cina e che produce un prodotto di altissimo livello».