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 2025  ottobre 26 Domenica calendario

Tennesse, il cuore del condannato batte per due minuti dopo l’esecuzione. Polemiche sul farmaco

La sera dell’esecuzione, a Byron Black, 69 anni, è stato iniettato nelle vene il sedativo che avrebbe dovuto renderlo incosciente mentre interrompeva la respirazione e lo uccideva. Lo Stato del Tennessee aveva promesso che il condannato a morte non avrebbe provato dolore. Ma qualcosa è andato storto: il cuore di Black ha continuato a battere per quasi due minuti, dopo che il detenuto era stato dichiarato morto.
L’esecuzione è avvenuta la sera del 5 agosto, e ha riguardato un uomo condannato alla pena di morte per gli omicidi compiuti nell’88 della sua fidanzata e delle due figlie di lei, due bambine di 6 e 9 anni. Black, costretto sulla sedia a rotelle e affetto da demenza, si è sempre dichiarato innocente, anche se i suoi legali avevano impostato la difesa sulle sue condizioni mentali.
Gli esperti legali avevano accertato che Black aveva un quoziente intellettivo sotto la media e problemi patologici, ma questo non aveva fermato il governatore dal firmare la condanna a morte. Il retroscena del cuore è emerso settimane dopo la controversa esecuzione.
Sono stati gli avvocati di Black a scoprirlo dopo aver chiesto i tracciati dell’elettrocardiogramma: dai documenti è risultato che l’attività cardiaca era andata avanti per un minuto e cinquanta secondi dopo l’ora ufficiale del decesso. A quel punto il tracciato si interrompe, ma questo non significa che il battito fosse terminato. Non è stato più verificato e nei documenti non risulta registrato l’andamento piatto dell’elettrocardiogramma, unica condizione che avrebbe accertato la morte. Teoricamente il cuore potrebbe aver funzionato per oltre il minuto e cinquanta secondi registrato dalla macchina fino a quel momento. Il sedativo, il Pentobarbital, non ha funzionato come previsto.
Secondo i testimoni che hanno assistito all’esecuzione, Black è apparso a lungo in agonia, fino a quando il personale del carcere ha coperto il detenuto con una tenda per avviare le ultime procedure. Nessuno dei testimoni ha potuto capire se Black avesse sofferto ancora e cosa gli stessero facendo. Questa storia, rivelata dall’agenzia Ap, ha rilanciato le polemiche sulla efficacia di questo tipo di esecuzioni: non solo ci sono voluti più di dieci minuti per trovare la vena giusta del condannato, non solo Black si era lamentato con il personale perché sentiva male al braccio, ma la morte non appare immediata, certa, e senza sofferenze.
Gli esperti sostengono che la procedura con il sedativo dovrebbe portare alla perdita di coscienza nel giro di venti secondi e a una fine accelerata. Ma il cuore di Black ha deciso di vivere ancora un po’ più a lungo, seminando nuove ombre sulla giustizia sommaria del Tennessee.