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 2025  ottobre 26 Domenica calendario

Il Sinodo: la Cei sostenga gli eventi anti omofobia e violenza di genere

All’inizio di aprile, il testo finale del Sinodo della Chiesa italiana era stato sepolto da una pioggia di emendamenti e interventi critici sia tra i conservatori sia tra i progressisti, vescovi e laici, e si era deciso di rinviare la votazione di sei mesi e nel frattempo riformularlo. Sei mesi più tardi il documento, intitolato «Lievito di pace e di speranza», è passato ieri con un voto quasi unanime, 781 sì su 809 votanti, il 96,5 per cento. E soprattutto sono passati a larga maggioranza i punti più controversi, nelle votazioni sui singoli paragrafi che hanno preceduto quella complessiva. A cominciare dalla proposta «che la Cei sostenga con la preghiera e la riflessione le “giornate” promosse dalla società civile per contrastare ogni forma di violenza e manifestare prossimità verso chi è ferito e discriminato (Giornate contro la violenza e discriminazione di genere, la pedofilia, il bullismo, il femminicidio, l’omofobia e transfobia, eccetera)», una delle proposizioni con più voti contrari ma passata comunque con 637 sì, il 77,5 per cento, contro 185 no.
Stesso discorso (672 favorevoli, 81,3 per cento, e 154 contrari) per il proposito di «superare l’atteggiamento discriminatorio a volte diffuso negli ambienti ecclesiali e nella società», e l’impegno «a promuovere il riconoscimento e l’accompagnamento delle persone omoaffettive e transgender, così come dei loro genitori, che già appartengono alla comunità cristiana».
I numeri sono tanto può significativi se si considera che il documento di sintesi è il frutto di un lavoro di ascolto che in quattro anni, a partire da parrocchie e gruppi, ha coinvolto 500 mila persone, e che all’Assemblea sinodale avevano diritto di voto, a scrutinio segreto, un migliaio tra laici e consacrati, uomini e donne in rappresentanza delle 226 diocesi italiane. L’arcivescovo Erio Castellucci, presidente del comitato sinodale, ha spiegato tra l’altro che la frase sulle «giornate» contro l’omofobia è stata «fraintesa» come fosse un «sostegno dei vescovi al Gay Pride», un’interpretazione «che alcuni nel votare possono avere assunto», mentre invece «si parla di giornate cui in buona parte la Chiesa italiana già aderisce con la preghiera e la riflessione».
Il nodo interno
L’obiettivo è superare «l’atteggiamento discriminatorio negli ambienti ecclesiali»
Del resto i temi del documento, in 124 punti, spaziano su vari argomenti. Il punto più controverso, ma approvato con 625 sì e 188 contrari, è la proposta di approfondimento del diaconato femminile. Il documento chiede comunque di «garantire la presenza delle donne in ruoli di autorità e di guida» nelle strutture ecclesiali. Quanto agli abusi, si legge, «le Chiese locali collaborino con istituzioni e società civile per il sostegno delle vittime e dei familiari e per assicurare il corretto svolgimento di ogni fase dell’accertamento della verità dei fatti». In tema di pace, si parla anche di «una riflessione» sulla «natura» del servizio degli ordinari militari.
È la prima volta che la Chiesa italiana compie un percorso simile. «Ora compito dei Pastori è assumere tutto, individuare priorità», ha spiegato il cardinale Matteo Zuppi, presidente dei vescovi: «La prossima assemblea generale della Cei avrà proprio la discussione su questo documento come tema portante».