Corriere della Sera, 25 ottobre 2025
L’Anm: no al testo di Nordio, altera l’assetto dei poteri. È lite con Marina Berlusconi
«Al di sopra di ogni aspettativa». Escono dal Palazzaccio entusiasti, i membri della giunta dell’Anm, quasi increduli di aver riempito l’Aula magna della Cassazione, di aver avuto il sostegno di giuristi, studenti e anche artisti come Edoardo Bennato («Il vostro è il mestiere più rischioso e ingrato», dice). Ma soprattutto essere riusciti a ritrovare una (quasi) unità sul no alla riforma Nordio che, denunciano, «altera l’assetto dei poteri» costituenti e «mette in pericolo l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge». Una «necessità di compattezza» che ha spinto anche il procuratore di Napoli Nicola Gratteri a partecipare. Non lo aveva mai fatto, ha rimarcato, perché «l’Anm non ci è stata vicina quando alla Dda di Catanzaro abbiamo indagato non sui soliti noti, ma alzando il livello. E soli, lottando a mani nude, ne siamo usciti bene». Ma contro l’idea «strisciante, e non tanto nascosta, di controllare il pm, di normalizzare la magistratura, di far diventare i magistrati dei perfetti burocrati», ha detto il procuratore di Napoli, serve unità.
L’assemblea generale di ieri ha dato il via a nuove iniziative contro la riforma che attende il sì definitivo del Senato e in primavera sarà sottoposta a referendum. Convocata non per «fare politica», né «contro il governo» ha ribadito il presidente dell’Anm Cesare Parodi, che ha risposto anche alle accuse rivolte da Marina Berlusconi alla magistratura. La giustizia è «la grande e vera emergenza» democratica, ha scritto ieri la primogenita di Silvio Berlusconi, commentando sul Giornale la sentenza che «ha respinto definitivamente le tesi della Procura generale di Palermo, che continuava ad attribuire una presunta “pericolosità mafiosa” a Marcello Dell’Utri, certificando che non ci sono mai stati riciclaggi di Cosa nostra in Fininvest, né accordi con FI». La riforma – ha chiuso – «se non servirà a restituire a mio padre trent’anni di vita avvelenati» sarà un passo avanti verso una giustizia che non sia più «una Luna a due facce», quella luminosa della fiducia nello Stato di diritto e quella nera della «piccola parte di magistratura che si considera un contropotere investito di una missione ideologica».
Le mosse
Dall’assemblea il via a nuove iniziative contro il provvedimento in vista del referendum
«Sarebbe sciocco dire che non ci siano mai stati errori. Ma è un fatto fisiologico, non patologico, infatti ci sono tre gradi di giudizio», ha ribattuto Parodi. Però, «chi fa queste affermazioni ha avuto una risposta in termini di giustizia»: «Allora perché lamentarsi?». Parole contro le quali è presto insorta Forza Italia.
Sarebbe sciocco dire che non ci siano mai stati errori Ma è fisiologico, non patologico, infatti ci sono tre gradi di giudizio
Ma ieri l’Anm è entrato soprattutto nel merito su una riforma che, denuncia l’associazione delle toghe, «mette a rischio l’uguaglianza dei cittadini, trasforma i magistrati in funzionari e disegna una giustizia forte con i deboli e debole con i forti». Bocciata l’Alta Corte disciplinare e i suoi «oscuri i criteri di formazione dei collegi che ne fanno strumento di condizionamento dei magistrati». E pure la separazione delle carriere che «indebolisce il giudice e avvicina al pm al potere esecutivo». Come il sorteggio dei togati del Csm che «svuota la rappresentanza democratica e altera gli equilibri in favore della componente politica». Così Rocco Maruotti, segretario Anm, annuncia «convegni, un manifesto e iniziative per far capire a tutti per cosa si vota