Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  ottobre 24 Venerdì calendario

“Crea danni e non fa più risparmiare energia": l’Ue riprova ad abolire il cambio dell’ora

La buona notizia è che domenica, 26 ottobre, potremo ancora dormire un’ora in più. Ma potrebbe essere l’ultima volta perché l’Unione europea sta tornando alla carica per abolire il doppio cambio dell’ora annuale.
«Questo sistema introdotto negli Anni Settanta – ha spiegato all’Europarlamento il commissario europeo Apostolos Tzitzikostas, responsabile dei Trasporti e del Turismo – non ha più alcun fine, non produce risparmi energetici ed è diventato una fonte di complicazioni inutili per la società».
L’idea di abolire il meccanismo, che dal 2001 è regolato da una direttiva Ue, era stata avanzata nel 2018 dalla Commissione guidata da Jean-Claude Juncker. In seguito a un sondaggio nel quale l’84% dei cittadini si era espresso a favore dell’abolizione, l’esecutivo europeo aveva presentato una formale proposta legislativa.
Il Parlamento europeo aveva dato il suo via libera nel 2021, ma il file è rimasto impantanato in Consiglio a causa della contrarietà di alcuni Stati membri. Per il via libera è infatti necessaria la maggioranza qualificata, soglia mai raggiunta.
Ora però le istituzioni europee ci riprovano e a rilanciare la proposta è stato il premier spagnolo Pedro Sanchez, che nei giorni scorsi ha pubblicato un video in vista del Consiglio Energia dell’Unione europea, dove la Spagna ha presentato un documento che chiede appunto di riesaminare la proposta rimasta nel cassetto. «Questo sistema – ha spiegato Sanchez – non ha più alcun senso. Aiuta malapena a risparmiare energia e ha un impatto negativo sulla salute e sulla vita delle persone».
Nei giorni successivi c’è stato anche un dibattito all’Europarlamento. La Commissione ha quindi annunciato «un’analisi approfondita» attraverso uno studio dettagliato che dovrebbe servire a supporto della decisione che poi verrà nuovamente sottoposta ai governi, con l’obiettivo di porre fine nel 2026. Secondo diversi esperti, i costi del cambio dell’ora sarebbero superiori ai benefici.
La proposta originaria della Commissione prevedeva di abolire il doppio cambio dell’ora (oggi fissato per l’ultima domenica di marzo e l’ultima di ottobre) e di lasciare ai singoli Stati la facoltà di passare, in maniera definitiva, a un sistema o all’altro. A oggi esistono tre fusi orari all’interno dell’Unione europea: quello dell’Europa occidentale (in Irlanda e Portogallo), quello dell’Europa orientale (Bulgaria, Cipro, Estonia, Finlandia, Grecia, Lettonia e Lituania) e quello dell’Europa centrale (l’Italia e i rimanenti sedici Stati membri).