Avvenire, 23 ottobre 2025
Spari a Belgrado davanti al Parlamento Vucic: attentato
Per il presidente serbo Aleksandar Vucic la sparatoria avvenuta ieri nel centro di Belgrado sono stata un «grave attentato terroristico». L’attacco è avvenuto nella piazza antistante il Parlamento serbo.
Qui, da marzo scorso, sono installate le tende dei manifestanti filo governativi che vogliono fare da scudo alle proteste contro l’esecutivo di Vucic che da mesi agitano il Paese.
Stando alle ricostruzioni della polizia, nel campo, chiamato “Caciland”, sono stati uditi colpi di arma da fuoco. Poi è scoppiato un incendio. Un uomo è rimasto gravemente ferito. Fermato e arrestato invece il presunto attentatore che, così chiarisce un video diffuso dalla stessa presidenza, avrebbe sparato a un manifestante perché «infastidito dalle tende». L’incendio sarebbe divampato a causa di un proiettile esploso a colpire una bombola di gas. Vucic ha abbandonato una cerimonia ufficiale per convocare una conferenza stampa d’urgenza in cui ha dichiarato: «Era solo questione di tempo prima che accadesse qualcosa del genere».
Precisazione risuonata come un atto d’accusa nei confronti di chi, pacificamente, lo contesta. Il 1° novembre ricorre il primo anniversario della tragedia della stazione ferroviaria di Novi Sad dove il crollo di una pensilina tragedia che uccise 16 persone. Fu quello l’episodio che innescò l’ondata, ancora in corso, di proteste giovanili che puntano il dito contro il governo, accusato di negligenza e corruzione nei lavori pubblici, e chiedono (invano) elezioni anticipate. Le autorità hanno risposto alle dimostrazioni con una campagna di intimidazione che, secondo vari rapporti, include arresti arbitrari e violenze di polizia.