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 2025  ottobre 23 Giovedì calendario

Oro, per Goldman può arrivare a 4.900 dollari malgrado il tonfo. Cosa c’è dietro la corsa dei metalli (e delle miniere)

La corsa dell’oro non è finita, malgrado lo «stop & go» di metà ottobre che ha riportato le quotazioni appena sotto i record storici. Il record storico del prezzo dell’oro è stato recentemente aggiornato più volte, superando la soglia dei 4.250 dollari l’oncia appena prima la metà di ottobre. Poi una correzione brusca, attorno al 5%, che ha raffreddato le quotazioni. La corsa al rialzo è stata alimentata da fattori come le tensioni commerciali, l’incertezza politica ed economica, l’aumento degli acquisti da parte delle banche centrali e l’indebolimento del dollaro. Tutti fattori che continueranno verosimilmente a condizionare mercati e quotazioni anche nei prossimi mesi. 
L’impennata del prezzo di un bene che John Maynard Keynes definiva un «relitto barbarico» trascina con sé anche le quotazioni dell’argento che hanno sfondato il tetto dei 50 dollari l’oncia. Ma tutto il mondo dei metalli preziosi e semi preziosi è in movimento. I numeri sono impressionanti: per l’oro il rialzo da inizio anno è attorno al 50%, per l’argento del 60%, per il platino del 65% e per il rame, metallo industriale che in qualche modo risente delle dinamiche di prezzo dei metalli preziosi, l’incremento è del 14% per libbra (0,45 kg) a quota 5 dollari. 
Le ragioni di un boom
Il rally dell’oro e degli altri metalli preziosi è stato alimentato da una crescente incertezza geopolitica ed economica, insieme alle aspettative di imminenti tagli dei tassi d’interesse negli Stati Uniti, che stanno spingendo gli investitori verso asset considerati sicuri, anche rispetto ai tradizionali investimenti in attivi – azioni e obbligazioni – denominati in dollari.
«Dove va l’oro, segue l’argento. Da sempre considerato la controparte più accessibile del metallo giallo, l’argento ha seguito lo stesso trend al rialzo, superando i 51 dollari l’oncia e registrando una performance da inizio anno attorno al 60%», spiega Nicolas Cracco,  ceo di Gold Avenue, piattaforma digitale di intermediazione in metalli preziosi da investimento, parte del gruppo Lks Pmp attivo nella filiera della lavorazione dell’oro. 
Cresce la domanda 
«Nell’ultimo mese abbiamo registrato un aumento delle vendite d’oro del 90%, un dato che riflette un cambiamento netto e accelerato nel posizionamento strategico degli investitori. Questi movimenti indicano solitamente una crescente fiducia nell’oro come riserva di valore a lungo termine», sottolinea Cracco. Questo cambiamento non è solo globale ma è visibile anche a livello locale, sottolinea una ricerca di Gold Avenue. In Francia, gli ordini sono aumentati del 40% nell’ultima settimana, segno di un interesse crescente tra risparmiatori e investitori, probabilmente accentuato dall’attuale clima di instabilità politica nel Paese. In Italia, gli acquisti sono aumentati del 20% nelle ultime due settimane.
«Stiamo osservando un numero crescente di investitori francesi e italiani che si rivolgono all’oro per proteggere il proprio potere d’acquisto e diversificare il patrimonio», conclude Cracco. 
Nuove frontiere di prezzo: oro a 4.900 dollari l’oncia?
Di fronte alla destabilizzazione della finanza globale portata dalle politiche protezionistiche e dal boom della spesa pubblica priva di coperture finanziarie voluta dall’amministrazione di Donald Trump, che potrebbe far riesplodere l’inflazione negli Stati Uniti, le previsioni di crescita delle quotazioni dei metalli preziosi sono orientate verso l’alto. Ha suscitato scalpore un recentissimo report di Goldma Sachs che prevede un rialzo del prezzo dell’oro fino a 4.900 dollari l’oncia entro la fine del 2026. Un balzo di 600 dollari rispetto alla stima precedente che valutava possibile un prezzo-obiettivo a 4.300 dollari per oncia. 
Gli strumenti per investire in oro e metalli preziosi: gli Etc
L’investimento diretto in oro fisico – lingotti e monete – tende ad essere superato dal più semplice approccio dell’«oro di carta». Lo strumento principale è quello degli Etc – Exchange traded commodities  – strumenti finanziari largamente trattati sui mercati finanziari, molto liquidi e che hanno un sottostante di oro fisico detenuto nei caveau delle principali banche internazionali. Gli Etc sono emessi da grandi società come Invesco, WisdomTree, Xtrackers, iShares, Amundi e sono largamente scambiati sui mercati regolamentati. Uno dei vantaggi di questi strumenti – che replicano l’andamento delle quotazioni di metalli preziosi come oro, argento, platino, o industriali, come rame, alluminio, acciaio – è il loro basso costo di gestione e la riduzione al minimo del differenziale tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita, il cosiddetto spread denaro/lettera. 
L’alternativa delle società minerarie
Un altro modo efficiente per investire nel rialzo delle quotazioni dei metalli preziosi e semipreziosi è quello dell’investimento in fondi comuni che investono in azioni di società minerarie o di società fortemente influenzate dall’andamento del comparto. «Riteniamo che sia ragionevole cercare di ottenere ulteriori rendimenti con una maggiore ponderazione verso l’argento e le aziende aurifere e argentifere piuttosto che con l’oro», suggerisce Ned Nylor-Leyland, gestore del Jupiter Gold&Silver Fund. «Sia l’argento che le aziende aurifere e argentifere tendono a salire un po’ più tardi nel ciclo, rispetto all’oro», aggiunge. Le principali società aurifere mondiali come Newmont Corporation (+67%), Barrick Gold (+71%), AngloGold Ashanti e, Agnico Eagle Mines (+44,9%) e Polyus (+24%) hanno messo a segno rialzi compresi tra il 71 e il 24% negli ultimi 6 mesi