corriere.it, 22 ottobre 2025
Le «purghe» di Xi funzioneranno?
Quando, a metà 2023, Xi Jinping lanciò la campagna di indottrinamento delle forze armate, disse che «la canna del fucile deve sempre essere afferrata da persone affidabili e leali al partito». In un Paese, la Repubblica Popolare Cinese, nel quale il potere sta nel Partito Comunista prima che nello Stato, potrebbe essere un’affermazione ovvia. Il fatto è che l’idea di stringere la vigilanza ideologica sui militari ha preso nelle ultime settimane la forma di purghe dalle dimensioni e dall’importanza mai viste da decenni. Che il leader cinese non si facesse problemi a fare pulizia nei ranghi del partito e dell’amministrazione è stato chiaro fin dalla sua salita al potere, nel 2012. Gli studiosi del vertice di Pechino sostengono che colpite sono state figure, anche rilevanti, accusate di corruzione ma anche semplicemente non gradite a Xi, se non addirittura sue avversarie. Nei giorni scorsi, il tiro si è alzato: il generale He Weidong, il numero due nella gerarchia militare, è stato espulso dall’esercito e dal partito.
Era vicepresidente della Commissione Militare Centrale, la struttura suprema per gli affari militari, non a caso presieduta da Xi: un’epurazione di così alto livello non accadeva da quarant’anni. Assieme al generale He – che era anche membro del Politburo del Partito (le 24 persone più influenti in Cina) – sono stati purgati anche otto alti ufficiali, tra i quali l’ammiraglio Miao Hua, altri generali della forza missilistica e l’ex commissario politico delle forze terrestri e della Marina. Tutti accusati di serie violazioni disciplinari e di altre mancanze: affronteranno la corte marziale. Nei mesi scorsi sono anche stati degradati o espulsi dal partito alcuni degli uomini al vertice della politica estera. Calcoli abbastanza credibili indicano che dal 2013 al settembre 2024 Xi Jinping abbia purgato più di sei milioni di funzionari e membri del partito. È però interessante notare che da qualche tempo è ferocemente interessato all’Esercito Popolare di Liberazione: dal 2023 ha epurato anche comandanti degli arsenali nucleari e dell’aeronautica. L’obiettivo è quello di avere un esercito, una marina e un’aviazione non solo almeno del livello di quelle americane ma anche in grado di combattere, innanzitutto nel caso voglia conquistare Taiwan. Ma così tante epurazioni sollevano una domanda: ci sta riuscendo?