corriere.it, 23 ottobre 2025
Milano, seminterrato di 93 metri quadri in vendita a 600 mila euro: «Finestre ad altezza marciapiede, ma è ristrutturato»
Una finestra a livello del marciapiede.
Il rumore dei passi sopra la testa, le luci delle auto che filtrano tra le tende. E un cartello che sembra uno scherzo: «Appartamento in vendita, 93 metri quadri, 595 mila euro». Siamo in via Dezza, zona Solari, (quasi) centro di Milano. Un piano seminterrato – sotto, non sopra – ma ristrutturato di fresco, con parquet chiaro, cucina di design e mobili su misura. Prezzo ribassato: dai 630 mila della richiesta iniziale a 595 mila.
Due stanze, una finestra lunga, e la stessa cifra con cui in altre città si compra una villa con giardino. A Milano no. A Milano anche la luce filtrata dal tombino vale oro. «Lo affittavano a studenti per 1.700 euro al mese», spiega l’agenzia -. Ora gli studenti se ne sono andati e l’alternativa è venderlo. I proprietari non scenderanno ancora con il prezzo: la zona è troppo richiesta».
Benvenuti nel mercato immobiliare milanese del 2025, dove il sogno di un trilocale si consuma spesso a un piano di distanza dal sole. Il boom dei prezzi non si è fermato neppure con i tassi alti: in dieci anni il valore medio delle case è salito di oltre il 40%, con punte record nelle zone centrali e semicentrali. Solari, Porta Romana, Isola, Città Studi: micro-appartamenti, box trasformati in loft, ex cantine ribattezzate «openspace». Sul portale Immobiliare.it gli annunci sembrano scritti in un’altra lingua: «luminoso seminterrato», «open view su cortile interno», «piano rialzato con fascino underground». Traduzione: finestre piccole e vista sul muro del garage. Ma il prezzo resta stellare.
Chi compra? Investitori, coppie senza figli, genitori che cercano un appoggio per i figli universitari. O chi – dopo anni di rincorse ai mutui – accetta di abbassarsi un po’, letteralmente. «Il concetto di piano nobile è superato», scherza un agente immobiliare di zona. «Oggi la vera nobiltà è potersi permettere Milano, anche a un metro sotto terra».
Nel frattempo i milanesi veri, quelli che lavorano in città e guadagnano stipendi normali, guardano le vetrine digitali come si guarda una sfilata: con rassegnata ammirazione. Perché ormai un seminterrato «bene arredato» costa quanto un attico a Pavia, e un bilocale in zona Maciachini supera i 400 mila. Eppure il mercato non si ferma. Gli appartamenti si vendono lo stesso, spesso in pochi giorni. L’ansia di «non restare fuori» spinge a firmare anche davanti a finestre che danno sullo scarico pluviale. Milano continua a scendere e salire, come un ascensore impazzito: da un lato le torri nuove di CityLife, dall’altro i piani interrati riconvertiti in «loft di charme». Come nel film Parasite di Bong Joon-ho, dove il divario di classe era rappresentato architettonicamente dal divario di «piano»: due città sovrapposte, separate da qualche gradino?