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 2025  ottobre 23 Giovedì calendario

Sinner, le conseguenze dell’amore «Mi sento più forte e leggero»

È particolarmente sorridente perché è nel suo habitat naturale, il veloce indoor, perché all’esordio ha giocato un match quasi perfetto («Nel primo set mi è riuscito tutto, poi mi sono messo a provare un po’ di cose»), perché a guardarlo ci sono mamma e papà arrivati in auto da Sesto Pusteria («Mio fratello Mark no: forse verrà a Torino per le Finals»), gli amici e, per la prima volta in pubblico, Laila Hasanovic, ragazza danese che si porta in giro per il mondo nella foto come salvaschermo del cellulare.
La famiglia si raccoglie intorno al totem Jannik Sinner mentre in Italia infuria la polemica sulla sua indisponibilità alla Coppa Davis ma sono spifferi che non scavalcano le Alpi: dentro la bolla sinneriana continua a regnare la calma dei forti. «Accetto le critiche, ho già detto tutto. Se intorno ho chi mi ama, mi sento più forte e leggero». Il predestinato avanza a passi decisi, gli obiettivi vengono fissati strada facendo e la coppa a Bologna non era nei radar dall’inizio della stagione. Lo sarà, invece, l’esibizione che porterà a Seul il prossimo 10 gennaio, otto giorni prima dell’apertura delle ostilità all’Australian Open di cui Jannik è bi-campione in carica, la premiata ditta sinneralcaraz, un marchio destinato a tournée miliardarie, sotto l’egida di un’auto coreana. Ma è Vienna, ora, il centro del suo mondo. L’elegante albergo del centro, i pasti con i genitori e la fidanzata (introdotta a Siglinde e Hanspeter), l’amosfera della capitale viennese e la possibilità di riannettersi un titolo Atp 500 rendono di buon umore Jannik, certo di avere fatto le scelte giuste per sé e la propria crescita professionale. Il povero Daniel Altmaier, in questo scenario, tedesco di Renania ridotto a comprimario dalla violenza percussiva del ragazzo italiano, è la vittima sacrificale di un magic moment corto 58’ e 14 game (6-0, 6-2), impreziosito da appena 4 punti ceduti al servizio (uno nel secondo set) e da un passante stretto di rovescio a una mano, mentre l’avversario si inabissava senza un gemito. E chissà se Altmaier ha coscienza di essere stato il motore di uno dei salti di qualità più sostanziosi nella carriera dell’ex n.1: nel 2023, sconfitto al secondo turno del Roland Garros dal tedesco, Sinner approfittò del tempo libero che suo malgrado si ritrovò tra le mani per anticipare la modifica della posizione al servizio. Da foot back a foot up. Lì furono gettate le basi per le percentuali di Riad, una settimana fa.
La strategia, dall’Arabia all’Austria, è provare a tornare ai livelli di ingiocabilità del 2023 e 2024 sul veloce al chiuso in vista delle Atp Finals, il torneone di Torino riservato ai migliori otto giocatori del ranking (campo di partecipazione ancora apertissimo), dove difenderà il titolo conquistato l’anno scorso. L’esibizione da nababbo gli ha restituito il senso per la palla sotto le luci artificiali di un palazzetto; Vienna e Parigi, l’ultimo Master 1000 targato 2025, in programma la settimana prossima, devono ridargli la confidenza assoluta con il tennis sincopato e violento che si gioca in sala, per arrivare a Torino – a dispetto del n.1 in classifica di Alcaraz – da grande favorito.
Vienna è dolce anche perché in panchina Jannik ha ritrovato Darren Cahill, il coach australiano che aveva salutato dopo il kappaò con Carlitos a New York. «Un secondo padre», come lo definisce lui, che a fine stagione Sinner convincerà a restare al suo fianco, magari riducendo le settimane sul circuito: comuni sono gli interessi, reciproco l’affetto. «Darren ha famiglia, ma mi mette sempre al primo posto: è troppo importante per me». Flavio Cobolli, oggi, 17° avversario nei derby in carriera tutti vinti dal barone rosso, che ieri è tornato a vestirsi di granata come all’Open Usa (ma senza polo), dovrà fare gli straordinari per arginare l’uomo in missione per conto di se stesso. Cinque italiani al secondo turno di Vienna sono la radiografia di un movimento in salute: è da questa abbondanza che si dovrà trarre linfa per la Davis, in assenza del migliore.