Avvenire, 22 ottobre 2025
Il governo è al lavoro per la pasta negli Usa
Lo spettro del mega dazio Usa del 107% continua a incombere sulle aziende italiane del comparto pasta accusate di dumping. Una misura che potrebbe scattare dal prossimo gennaio, con una tariffa del 91,74%, in aggiunta a quella del 15% già in vigore. A puntare il dito, con un’indagine avviata prima dell’elezione di Trump, è il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, secondo cui La Molisana e Garofalo avrebbero venduto le merci a un prezzo ribassato e sotto il costo di produzione, con l’obiettivo di sbaragliare la concorrenza. Ma nel morso dei dazi antidumping potrebbero finire anche altre aziende del nostro Paese.
Per il governo italiano sono accuse infondate, come ribadito ieri dal ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso, e dal ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida. Entrambi, intervenendo all’evento “Orgoglio Pasta” che si è tenuto a Roma in occasione del 27° World Pasta Day, hanno confermato il loro pieno sostegno politico e diplomatico alle imprese coinvolte.
All’inizio del mese di dicembre, Urso volerà a Washington per affrontare con gli Stati Uniti questioni industriali, tecnologiche e commerciali. Tra queste, ha sottolineato, saranno comprese quelle legate ai dazi antidumping. Il ministro ha spiegato che attualmente «sono due le aziende coinvolte», ma che «anche altre» potrebbero essere sottoposte a questa analisi. «Noi crediamo – ha ribadito Urso – che non ci sia stata un’azione di dumping nel mercato americano. Sono certo che prevarranno le buone ragioni delle nostre imprese nella successiva analisi del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti. Daremo alle imprese il nostro supporto politico come sta facendo il ministro degli Esteri. Siamo in piena collaborazione con la Farnesina».
Tuttavia, «un margine di rischio» rimane, come sottolineato da Lollobrigida. Che ha aggiunto: «Stiamo dando tutto il nostro sostegno diplomatico e politico per evitare questo aggravio, che però non c’entra niente con il meccanismo di sistema tariffario del 15%». Uno sforzo, ha spiegato il ministro dell’Agricoltura, in totale intesa con Bruxelles. «Non manchiamo di coinvolgere l’Europa in un ragionamento di sostegno alle istanze italiane e ai produttori di pasta europei – ha sottolineato -. Proprio per questo incontreremo il Commissario europeo per il commercio Šef ovi il 31 ottobre, con le rappresentanze delle varie categorie». E anche in risposta alla polemica scaturita dal post rilanciato sul social Truth da Trump, secondo cui la premier Meloni intenderebbe siglare accordi commerciali con Washington voltando le spalle a Bruxelles, ha precisato: «Noi non facciamo le cose da soli, ma insieme all’Unione europea. Che poi ci sia un rapporto tra l’Italia e gli Stati Uniti – ha aggiunto -, credo che sia un fatto positivo. Ma questo non sostituisce certamente l’unico veicolo di trattativa che passa attraverso l’Ue».
Su questo gli ha fatto eco Urso, secondo cui il presidente del Consiglio non starebbe bypassando l’Europa. Ma, al contrario, «ha spianato la strada alla Commissione europea nelle trattative con gli Usa». Anche secondo Margherita Mastromauro, presidente dei Pastai di Unione italiana food, «la competenza è di tema europeo». Però, ha aggiunto, «è giusto che il governo costituisca una task force italiana per interloquire, approfittando anche delle buone relazioni con Trump». Sulla questione si è espresso pure Paolo Barilla. Il presidente dell’Unione italiana food ha auspicato che «queste minacce cessino rapidamente». Se venissero confermate le accuse, ha spiegato, «nel breve periodo ci sarebbe un impatto economico molto pesante per le imprese, ma nel lungo termine bisognerebbe cercare sbocchi con altri Paesi».
Intanto, segnali incoraggianti arrivano dai dati presentati ieri proprio da Unione Italiana Food, che ha promosso l’evento insieme a International Pasta Organisation. Nonostante il quadro internazionale, l’Italia mantiene la sua leadership internazionale con circa 4,2 tonnellate di pasta prodotte nel 2024, con un export nel 2025 in crescita del +2,5%.