la Repubblica, 22 ottobre 2025
Dispetti e sospettisulla griglia in F1 la battaglia degli adesivi
Dispetti e sospetti. La F1 è da sempre una fucina, oltre che di alta tecnologia, di piccole idee per guadagnare un vantaggio. O, possibilmente, sottrarlo all’avversario. Come a Austin domenica scorsa, quando un meccanico della Red Bull ha cercato di strappare un nastro adesivo, chiaro e riflettente, che la McLaren aveva appiccicato su un muro sulla griglia di partenza per dare un riferimento a Lando Norris su dove posizionarsi, in modo da scattare il più avanti possibile senza però oltrepassare, rischiando penalità, le linee della propria piazzola, la 2ª dietro al poleman Max Verstappen. Lo strappo non è riuscito ma è costato alla Red Bull una multa di 50mila euro (25mila subito, il resto sospesi in caso di recidiva): non per il fastidio procurato al pilota inglese partito regolarmente, e però superato dalla Ferrari di Charles Leclerc (il monegasco su gomme più veloci). Ma perché il meccanico è rientrato in pista dopo la chiusura dei cancelli, oltre il tempo consentito: è vietato per ragioni di sicurezza.
Nel verbale di trasgressione la Fia, la federazione internazionale ricorda che «ostacolare o ritardare la chiusura dei cancelli prima della partenza deve essere considerato un atto pericoloso e pertanto è giustificata una penalità significativa per il team». La stangata. Pareche in Texas non sia stata una prima volta, tanto che la McLaren avrebbe cambiato l’adesivo che usa: molto più resistente, a forma esagonale e difficile da togliere per intero. Uno strumento escogitato (e non proibito, per ora) dai papaya perché le auto sono ingombranti e i piloti non vedono bene dall’interno dell’abitacolo. Ma anche perché Norris ha sbagliato più volte il punto di fuga (in Bahrain, e a Baku falsa partenza). La Red Bull per proteggere Verstappen a Austin, ha colpito sul punto debole dell’avversario.
Che cosa non si fa per un millimetro o un centesimo in più. L’area dei box è fertile per gli tratagemmi: in passato qualche ritardo nel raccogliere i tubi dell’aria compressa per rallentare il transito dei vicini. Alle spalle del muretto degli ingegneri sono a volte volati via, magicamente, i cartellini segnaletici del punto corretto di virata per il garage. L’uscita, altra zona d’interesse per procurarsi spazio o disturbare quello degli altri, tanto che le regole si sono irrigidite per evitare i furbetti del traffico: stop, o hai detto scotch?