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 2025  ottobre 21 Martedì calendario

I tifosi violenti riciclati nel basket per eludere i Daspo nel calcio

Era previsto e prevedibile. In estate si era cercato di correre ai ripari con un protocollo che, non a caso, aveva fatto infuriare i gruppi organizzati di tutta Italia. Ma, purtroppo, non si è riusciti a evitare quello che a maggio, quando una maxirissa accompagnò la partita tra Rimini e Forlì, al Viminale avevano temuto: «Se non facciamo qualcosa, qui ci scappa il morto».
Qualcosa è stato fatto – il protocollo, appunto – ma il morto è arrivato lo stesso. E ora tutta Italia guarda ciò che agli addetti ai lavori era chiaro da tempo: non è la forma di un pallone a cambiare la questione. Può essere calcio, basket o persino il disco da hockey. In Italia esistono
gruppi di persone che cercano la violenza per la violenza. Il tifo è soltanto una scusa.
Come detto, l’allarme per il basket risuonava già da più di un anno, da quando diverse Digos d’Italia inviavano all’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive due tipi di indicazioni. La prima: sempre più spesso si verificavano scontri tra tifoserie durante partite di
sport cosiddetti minori, la pallacanestro su tutti.
Nel settembre 2024 a Livorno, prima dell’inizio della semifinale di Supercoppa di B fra Herons Montecatini e Roseto: da una parte un’ottantina di tifosi abruzzesi e dall’altra supporter di Montecatini e di Forlì, gemellati. Ancora: a ottobre sei fermi a Trieste, a ottobre bastonate sul bus a Treviso. A marzo a Rieti botte con il Rimini. Proprio a maggio, come si è detto, ci fu la grande rissa con il Forlì: 40 Daspo e partite di semifinale playoff di A2 giocate a porte chiuse. L’ultimo episodio il 9 ottobre: a Roseto polizia e carabinieri aggrediti da 30 incappucciati.
Nessuna di queste azioni era attribuibile a “fattori di campo”, ma si trattava di vere e proprie azioni premeditate. Proprio come accade da sempre nel calcio. Non a caso – ecco la seconda indicazione – si registrava una massiccia presenza di ultrà che abitualmente popolavano le curve del pallone nei palazzetti dello sport. Quasi sempre non per passione ma per necessità: erano daspati nel calcio e nel basket sfruttavano il fatto che i controlli, in particolare quelli informatici sui biglietti, non sono così stringenti. «All’improvviso ci siamo ritrovati i palazzetti della pallacanestro pieni di daspati del calcio», ragiona con Repubblica una fonte vicina al dossier.
Da qui la scelta del direttore dell’Osservatorio, un poliziotto esperto come Maurizio Improta, e del presidente della Federbasket, Gianni Petrucci, di un protocollo per trattare la pallacanestro come il pallone. E di utilizzare anche per gli acquisti dei biglietti nei palazzetti il cervellone elettronico che regola il biglietto nominativo negli stadi. Al momento la misura è sperimentale, ma dall’inizio del campionato sono già stati individuati due tifosi che non potevano essere sulle tribune, così come sono stati già elevati due divieti alle tifoserie di muoversi. Anche perché il problema ormai si è spostato dai campi di gioco all’esterno: alle autostrade, alle città. È lì che si danno appuntamento le tifoserie, secondo logiche che nullahanno a che fare con lo sport. Rieti non aveva alcuna frizione antica con Pistoia, ma è gemellata con Scafati, che da 15 anni ha in piedi una rivalità con i toscani. L’attacco di ieri va letto con questa lente. La stessa che da decenni tiene in ostaggio il calcio in Italia