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 2025  ottobre 21 Martedì calendario

Louvre, chi potrebbe esserci dietro al colpo del secolo? «Tutte le piste aperte». L’ipotesi Pink panthers, banditi venuti dall’Est

Più passano le ore, più diminuiscono le possibilità di ritrovare la refurtiva e gli autori del colpo, nonostante la promessa del presidente Macron. Una sessantina di investigatori della brigata anticrimine della polizia giudiziaria parigina e dell’Ufficio centrale per la lotta contro il traffico di beni culturali sono mobilitati. Ma la facilità sconcertante con la quale la banda di quattro banditi hanno potuto scappare con i gioielli, a bordo di due scooter, domenica mattina, rende la caccia un’impresa quasi disperata.
La società di intelligence israeliana Cgi Group, con sede a Tel Aviv, ha dichiarato di essere stata contattata dal Louvre per partecipare alle indagini – «tenuto conto del successo nella risoluzione del caso del furto di un miliardo di euro a Dresda nel 2019» —, ma la direzione del museo ha rapidamente e seccamente smentito.
Chi potrebbe esserci dietro al colpo del secolo? «Tutte le ipotesi restano aperte», dice la procuratrice di Parigi, Laure Beccuau. «La rapina potrebbe essere stata commissionata da un collezionista, nel qual caso avremmo qualche speranza di recuperare i pezzi in buono stato, oppure compiuta da ladri interessati solo ai gioielli e ai metalli preziosi, magari utili per riciclare i proventi di attività criminali. 
Tutto può essere collegato al traffico di droga, date le ingenti somme di denaro coinvolte», aggiunge la procuratrice, che non esclude «l’ingerenza straniera» anche se non è l’ipotesi privilegiata. Il Louvre ieri è rimasto chiuso per un altro giorno ancora, dopo domenica, per permettere agli investigatori di continuare i rilievi e anche di interrogare i dipendenti, nel caso che la banda abbia avuto un complice interno.
Alcuni testimoni hanno sentito i banditi parlare in una lingua straniera, e questo alimenta le voci – non confermate, ma suggestive – di un coinvolgimento delle famigerate «Pink panthers», la banda delle «pantere rosa» originarie della ex Iugoslavia, ex militari e paramilitari in maggioranza di Serbia e Montenegro, che dagli anni Novanta imperversa in Europa, e che ha ricevuto il nome dall’Interpol dopo un colpo nel 2003 a Londra, quando un diamante era stato nascosto in un vasetto di crema come in uno dei film della serie cominciata con le disavventure dell’ispettore Clouseau.
I colpi delle Pink panthers si distinguono per grande rapidità, poca o nulla violenza diretta, bersagli talmente prestigiosi da essere considerati inattaccabili. Proprio come il Louvre. I gioielli vengono spesso smontati e distribuiti all’estero. La banda delle Pink panthers, considerata una rete criminale enorme, composta da centinaia di affiliati, è sospettata di avere messo a segno decine di colpi tra i quali, in Francia, le due rapine alla gioielleria americana Harry Winston in avenue Montaigne a Parigi (nel 2007, bottino di 36 milioni di dollari, e nel 2008, 73 milioni), all’Hotel Carlton di Cannes nel 2013 (53 milioni di dollari) e alla gioielleria Chaumet vicino agli Champs Élysées nel giugno 2021 (due milioni di euro). Gioielli mai ritrovati.