Corriere della Sera, 21 ottobre 2025
Bici, l’Italia pedala (ma in salita)
L’80% dello spazio stradale, in Italia, è utilizzato dalle auto per circolare e parcheggiare. E nella classifica dei Paesi europei con il miglior rapporto tra infrastrutture ciclabili in sede propria (il che esclude quelle disegnate sui marciapiedi che rischiano tra l’altro di creare conflittualità tra utenze deboli, pedoni e ciclisti) siamo al quartultimo posto. Se in Olanda l’80% delle strade principali ha un percorso ciclabile separato, da noi non si arriva al 10. Insomma, il cammino della mobilità dolce è in salita. E non stupisce che la percentuale di chi usa ogni giorno la bici per i suoi spostamenti in alternativa ad auto, moto, piedi, mezzi pubblici, arrivi a sfiorare appena il 4%, con differenze tra Nord (6,1%), Centro (3%) e Sud e Isole (1,8 %). Salvo poi avere punte di eccellenza a Bolzano e Pesaro, dove quasi una persona su tre (28%) si muove abitualmente con la bicicletta, e poi a Ferrara (27%), Treviso (25%), Reggio Emilia (23%) e Ravenna (22%).
Dal 2020, a dare un forte impulso alle due ruote in tutta Italia ci sono stati i 315 milioni di euro di incentivi statali oltre all’introduzione di norme più «snelle» per realizzare le ciclabili. Nel 2022, è seguito il Piano generale per la mobilità ciclistica «che avrebbe dovuto portare a un trend di riequilibrio – precisa Massimo Gaspardo Moro, coordinatore del Centro studi Fiab – tra le regioni. Ciò non è avvenuto, perché è mancata una regia a livello nazionale. I comuni già proiettati in questa direzione hanno accelerato, dove invece la cultura della ciclabilità è più debole sono rimasti indietro». Senza la pretesa di raggiungere Utrecht, nei Paesi Bassi, la città più bike-friendly d’Europa dove le piste ciclabili sono larghe, bidirezionali e fisicamente separate dal traffico, la segnaletica è pensata solo per chi si muove su due ruote, con semafori e cartelli dedicati, la rete ciclabile collega anche le aree extraurbane (una ciclovia di 75 km porta fino ad Amsterdam), anche in Italia ci sono piccoli «paradisi» delle biciclette che ogni anno il progetto «Comuni Ciclabili» di Fiab premia con «5 bike smile», indicatori del massimo livello di ciclabilità. Guidano la classifica la Città metropolitana di Bologna, con Ferrara, Cesena, Reggio Emilia, Ravenna, Rimini, Bolzano e Pesaro. Responsabile del progetto è Alessandro Tursi: «La vera sfida è il cambiamento culturale, se realizzi una infrastruttura devi anche saper comunicare con il pubblico». Emblematico il caso di Pesaro, che ha coniato il brand «Bicipolitana» con tanto di mappe. Ci sono città, come Mantova, che balzano al primo posto della classifica che misura i metri di ciclabile per abitanti. Seguita da Ferrara, Reggio Emilia e Modena. Ma per valutare la ciclabilità di una città «questo non è un parametro sufficiente. Conta – aggiunge Tursi – anche la qualità delle ciclabili che di riflesso si traduce in sicurezza per i ciclisti. Tra i parametri utili ci sono quindi le Città 30, le Ztl, le aree pedonali, i servizi pedibus e bicibus. Molte delle città che aderiscono volontariamente alla nostra campagna hanno un “Biciplan”, lo strumento urbanistico principe per la pianificazione. Il nostro è un campione privilegiato, i 180 Comuni che aderiscono sono apripista, ma rappresenta comunque oltre il 20% della popolazione italiana».
La promozione di Città 30 è una delle mission di Fiab. In Europa, Gratz ha precorso i tempi sin dal 1992, grandi capitali come Parigi, Madrid, Helsinki, Bruxelles hanno generalizzato il 30 km/h. La Spagna lo adotta per legge dal 2021 nella gran parte delle strade urbane: «Così le strade sono più sicure, si crea – sottolinea Luca Polverini, referente Area mobilità quotidiana e vicepresidente Fiab – una rete di mobilità attiva più forte, equa e diffusa. Ma qualità di una ciclopedonale è anche la manutenzione. La miglior pista del mondo se abbandonata non verrà utilizzata».
I parcheggi
E, poi, sotto la voce «sicurezza» rientra il poter «trovare il mezzo dove l’hai lasciato – aggiunge Polverini – quando esci dal lavoro, per esempio. E allora ben vengano gli esempi di Firenze ma anche Milano che stanno investendo in parcheggi per bici protetti». Da segnalare la città metropolitana di Bologna, perché da quando ha introdotto Città 30 ha registrato il 10% dei passaggi in più (140 mila) in tre sole postazioni fisse. La pista ciclabile ideale, sintetizza infine Luigi Menna, presidente Fiab, «prevede una separazione netta e fisica, possibilmente con cordoli protettivi, che isoli la corsia ciclabile sia dalla carreggiata (proteggendo i ciclisti dal traffico veicolare), sia dal marciapiede». E a riprova che virare verso la mobilità dolce è anche conveniente ecco il capitolo cicloturismo. Sebastiano Venneri, responsabile Turismo di Legambiente snocciola due dati: la rete di 10 ciclovie (seimila chilometri in tutto) nel 2024 ha registrato 89 milioni di presenze(+54% sul 2023) con un impatto economico di 9,8 miliardi di euro.