Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  ottobre 20 Lunedì calendario

Guerra dei chip, perché l’Europa è in mezzo allo scontro tra Usa e Cina

Mesi fa il gruppo Trump ha lanciato uno smartphone dorato col cognome del presidente, pubblicizzato orgogliosamente come Made in America. Gli esperti si sono mostrati a dir poco dubbiosi, visti il prezzo di 500 dollari e le caratteristiche tecniche. In tanti hanno ipotizzato che il cellulare del grande rilancio manifatturiero americano fosse in realtà Made in China, realizzato da un’azienda specializzata in prodotti simili: Wingtech. Proprio questo nome, Wingtech, rientra anche nella vicenda Nexperia, che ha scosso negli ultimi giorni i rapporti tra Europa e Cina.
Il fondatore di Wingtech è Zhang Xuezheng, un ingegnere con esperienza in aziende occidentali, come l’italofrancese StMicroelectronics, ma anche in Zte, realtà di tlc partecipata dal governo cinese. Wingtech, anch’essa partecipata da veicoli statali cinesi, è divenuta negli Anni Dieci un leader mondiale nella realizzazione di smartphone. Le sue collaborazioni chiave includevano giganti come Xiaomi (per il Redmi di successo nel 2013), Huawei, Lenovo e Apple.
Nel 2019, al culmine di una veloce fase di espansione nel “decennio d’oro” di shopping cinese in Europa, Wingtech ha acquisito Nexperia, una divisione dell’azienda di semiconduttori dei Paesi Bassi Nxp, per circa 5 miliardi.
Ma l’azienda cinese, nella sua ricerca di proprietà intellettuale in Occidente, si è trovata ben presto stretta nei vincoli della guerra tecnologica. Nel 2021 Nexperia ha acquisito la più grande fabbrica di chip del Regno Unito, ma il governo britannico ha imposto la cessione di gran parte della partecipazione per ragioni di sicurezza nazionale. Il dipartimento del Commercio Usa ha poi inserito Wingtech nella sua lista nera nel dicembre 2024, con ampie restrizioni all’accesso a componenti e tecnologie statunitensi. Ciò ha colpito i conti di Wingtech, che ha ceduto alcuni asset ma ha mantenuto il controllo di Nexperia.
Proprio nei Paesi Bassi, a Veldhoven, si trova Asml, uno dei nodi più importanti della guerra tecnologica tra Washington e Pechino, che anni fa ha fatto incontrare l’allora premier Mark Rutte e il presidente Trump, da lui chiamato in tempi più recenti “paparino” (“daddy”). Asml è una società fondata nel 1984 che detiene un monopolio cruciale: è l’unica azienda al mondo a produrre macchine per litografia ultravioletta estrema, essenziali per produrre i chip più avanzati.
La Cina è stata negli ultimi anni uno dei mercati più grandi di Asml. A partire dal 2018, nei loro incontri con Rutte, i rappresentanti statunitensi hanno fatto pressioni affinché il governo dei Paesi Bassi non consentisse ad Asml di esportare i macchinari più avanzati, per il rischio che rafforzassero le capacità militari cinesi.
Rutte, che ha ubbidito a questa indicazione anche per la presenza cruciale della filiera di Asml in territorio statunitense (in particolare California, Oregon, Connecticut), è divenuto uno dei leader occidentali più vicini a Trump e ha poi ottenuto l’incarico di segretario generale della Nato. Nel mentre, soprattutto a partire dal 2023, la Cina è stata indicata dall’intelligence dei Paesi Bassi come un rischio primario per la sicurezza economica.
Tuttavia Asml non ha smesso di vendere altri macchinari in Cina, perché da ciò dipende il suo fatturato in modo molto significativo. Nei conti più recenti, presentati pochi giorni fa, le vendite di sistemi in Cina hanno costituito il 42% dei ricavi. Il Ceo di Asml, Christophe Fouquet, ha previsto che, nonostante la forte domanda di macchine all’avanguardia alimentata dal boom dell’intelligenza artificiale, il giro d’affari in Cina nel 2026 sarà molto inferiore. Non sarà facile per il gigante tecnologico dei Paesi Bassi sostituire una fonte di ricavi così importante.
Il triangolo tra Paesi Bassi, Cina e Stati Uniti si è ora spostato su Nexperia, che non produce i chip più sofisticati del mercato, ma fa volumi importanti per varie industrie, tra cui l’automotive, anche per le aziende europee. Il governo olandese, con una mossa shock, ne ha di recente assunto il controllo, invocando una legge emergenziale del 1952 e citando preoccupazioni per la sicurezza nazionale. Il governo ha motivato la sua mossa con “segnali recenti di gravi carenze sulla governance” e coi timori sui trasferimenti di tecnologia a Wingtech. Sebbene la produzione e le operazioni regolari possano continuare, le decisioni aziendali potranno essere bloccate o annullate dal governo olandese.
Alcuni documenti delle corti hanno mostrato come i funzionari statunitensi del Dipartimento del Commercio abbiano informato i diplomatici olandesi della necessità di sostituire il capo cinese di Nexperia affinché l’azienda potesse qualificarsi per un’esenzione dalla lista di Washington. Wingtech ha denunciato quest’intervento come un’interferenza “guidata da pregiudizi geopolitici” e la vicenda ha suscitato una reazione vigorosa da parte di Pechino e dei suoi attori industriali. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, ha ribadito la ferma opposizione della Cina a quello che si ritiene un “uso eccessivo del concetto di sicurezza nazionale” e alle pratiche discriminatorie. È ormai diventato un ritornello di questa fase storica: un ufficiale del Partito comunista cinese chiede a gran voce il rispetto dei principi di mercato. La Cina ha emesso un avviso di controllo delle esportazioni, che vieta all’unità di Nexperia nel territorio cinese e ai suoi subappaltatori di esportare componenti di fabbricazione cinese. Mossa non irrilevante, perché una struttura di Nexperia nel Guangdong gestisce il 70% delle spedizioni dei prodotti finiti dell’azienda e perché le incertezze possono avere un impatto più generale sulla filiera.
È difficile capire ora come andrà a finire la storia. Senz’altro, come altri conflitti su tecnologia e sicurezza nazionale, farà guadagnare gli avvocati, mentre aumenteranno instabilità e rischi di ritorsioni reciproche. Un altro tema di questo caso è che i Paesi Bassi, alfieri a parole del libero mercato (ricordate Dijsselbloem che insultava i Paesi “dissoluti” del Sud Europa?), controllano politicamente l’economia quando vogliono. Come tutti, o quasi. Da ultimo, l’allineamento politico rischia spesso di trasformarsi nella “sindrome di paparino”: mostrarsi più realista del re statunitense per compiacerlo, senza poi risolvere le questioni, rischiando di restare con un pugno di mosche.