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 2025  ottobre 20 Lunedì calendario

Allarme scuole che cadono a pezzi. Un istituto su due costruito più di 50 anni fa

Ancora un crollo in una scuola italiana. Stavolta è accaduto a Roma all’Istituto Superiore Armando Diaz, in via Diana, zona Tuscolana. Intorno alle 8 del mattino di venerdì 17 ottobre, un controsoffitto si è staccato, facendo cadere calcinacci lungo le rampe delle scale interne. L’edificio è stato evacuato. Nessun ferito, ma alcuni studenti sono stati soccorsi dopo aver inalato le polveri sollevate dal distacco. L’incidente riapre una ferita mai chiusa: la sicurezza delle scuole italiane e la salute «fragile» dell’edilizia scolastica. Secondo l’ultimo rapporto «Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola» di Cittadinanzattiva tra settembre 2024 e settembre 2025 si sono verificati 71 episodi di crolli parziali o cedimenti all’interno o all’esterno di edifici scolastici italiani. Due in più rispetto ai 69 dell’anno precedente.
Infortuni e solai a rischio
Il 2024 ha visto anche un aumento degli infortuni scolastici: l’Inail ha registrato 78.365 incidenti, oltre 7.400 in più rispetto al 2023. Solo nel 31% delle scuole sono state svolte indagini diagnostiche su solai e controsoffitti, e appena il 10% ha beneficiato di interventi per la messa in sicurezza di queste strutture.

Edifici vecchi e zero adeguamenti sismici
Circa la metà (49%) degli edifici scolastici è stata costruita prima del 1976, cioè prima dell’entrata in vigore delle norme antisismiche. Dei 60.030 plessi scolastici censiti, 27.744 (pari al 46%) si trovano in zone sismiche di categoria 1 o 2, ma solo il 4% ha ricevuto interventi di adeguamento sismico. Il 3,8% ha subito interventi di miglioramento, mentre il resto resta esposto a rischi strutturali in caso di evento sismico. Sul fronte delle certificazioni: oltre il 59% degli edifici scolastici non ha il certificato di agibilità; il 58% è privo della certificazione antincendio; in circa il 42% manca il collaudo statico.
L’amianto è un problema irrisolto
Il 4,3% degli edifici resta senza bonifica. Il censimento dell’Osservatorio Nazionale Amianto (Ona) segnala che 2.292 edifici scolastici risultano ancora contaminati, sono il 4,3 % del totale. Si stima che circa 356.900 studenti e 50 mila tra docenti e personale siano esposti
. A Torino 66 scuole sono ancora in attesa di bonifica, a Milano 89 e a Genova 154. Le contaminazioni non riguardano solo i tetti ma anche gli impianti elettrici e i pavimenti in linoleum.
Le richieste di Cittadinanzattiva
Sono tre: la riattivazione dell’Osservatorio nazionale sull’edilizia scolastica, fermo da oltre due anni; la pubblicazione di un’anagrafe nazionale aggiornata sugli edifici scolastici e i loro interventi e un fondo di 3 miliardi per un piano triennale. Risorse da destinare non solo alla messa in sicurezza degli edifici, ma anche a indagini diagnostiche su soffitti e solai, bonifiche, impianti di ventilazione, mense e palestre. E per gli impianti di condizionamento in tutte le 360 mila aule scolastiche.
«Non possiamo più trattare la sicurezza scolastica come un’emergenza occasionale», sottolinea Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva. «Da anni ci battiamo perché sia garantito agli studenti e alle loro famiglie il diritto ad avere informazioni aggiornate e trasparenti circa la sicurezza degli istituti scolastici frequentati».
«Le risorse senza programmazione non sono sufficienti. E per questo è importante che l’Osservatorio nazionale dell’Edilizia Scolastica sia riconvocato al più presto, affinché possa esercitare pienamente tutte le sue funzioni istituzionali», ha aggiunto Adriana Bizzarri, responsabile scuola di Cittadinanzattiva.