la Repubblica, 20 ottobre 2025
Gli italiani ancora nel pallone: “Con il Var calcio più credibile”
Il tifo è tornato a coinvolgere gli italiani. In misura ampia. Dopo una pausa di alcuni anni, alimentata dal Covid, che ha ridimensionato tutte le passioni degli italiani. Negli ultimi due anni, però, ha ripreso forza e intensità. E da un anno oltre metà degli italiani afferma di essere tifoso di calcio.
Una tendenza già messa in luce da una ricerca condotta da Demos, nel 2024, sulle questioni che “appassionano” maggiormente gli italiani. In quell’indagine, infatti, “la squadra o lo sportivo per cui tifo” erano indicati fra i temi più “appassionanti” per i cittadini. E seguivano l’appartenenza territoriale e la religione. Due riferimenti “storici” dell’identità sociale. Si ponevano, così, davanti, di molto, rispetto ai movimenti e ai leader politici. La squadra di calcio, in altri termini, costituiva un riferimento importante. Quasi “una religione”. In grado di dare visibilità ai luoghi e al territorio. Anche oltre i loro confini.
Un sondaggio recente di Demos conferma questo “orientamento”. L’ampiezza dei “tifosi” fra gli italiani, infatti, risulta ancora rilevante. La sua quota è superiore alla metà dei cittadini. Negli ultimi due anni si è attestato sopra il 50% della popolazione. Un indice risalito dopo gli anni del Covid, che avevano ri-disegnato lo scenario delle paure e delle passioni dei cittadini. Ma oggi siamo tornati, in parte, alla “normalità”. Anche se lo scenario globale è carico di motivi di inquietudine e paura, che si riproducono senza soluzione di continuità. Tuttavia, il tifo costituisce un motivo di “distrazione”. Richiama una “fedeltà” utile a concentrarsi su “battaglie” meno drammatiche e sanguinose, ma, comunque, “appassionanti”.
Il tifo, naturalmente, è una “fede” che ha colori definiti. E quanti la manifestano indossano. Non per caso, una maglia “precisa” Con colori e simboli “precisi”.
Le squadre verso cui si orienta, maggiormente, la “fede” dei tifosi non sono cambiate negli ultimi anni. Anche se è cambiata l’intensità della passione nei loro confronti. Davanti a tutti si conferma la Juventus, che, però, nell’ultimo anno vede calare la base dei suoi tifosi di 4 punti. Dal 32% passa al 28%. Resta, comunque, la squadra più “attraente” e meno caratterizzata su base territoriale. Mentre il tifo delle altre squadre con un maggior numero di tifosi è “radicato” principalmente nelle aree dove è “insediato” il club. Dove hanno “sede” lo stadio e la società.
È significativo, comunque, osservare la conferma e la crescita – per quanto limitata – di quanti tifano per l’Inter, il Napoli e la Roma. Mentre la base dei tifosi del Milan cala. Come quelli della Juventus. Questi dati riflettono i risultati degli ultimi anni. Perché il tifo ha radici profonde, ma, al tempo stesso, viene alimentato oppure indebolito dai risultati. Perché insieme alla nostra squadra vinciamo oppure perdiamo anche noi.
È, invece, interessante la crescita del tifo verso le “altre squadre”. Forse, meno note e attraenti, rispetto a quelle indicate. Ma, comunque, apprezzate. Perché il tifo non si limita alle squadre più importanti. Delle città maggiori. Ma si rivolge alle formazioni, che in Italia costellano il territorio. Marcano tutte le principali località del Paese. E non solo. In quanto il calcio è dovunque. Non solo nelle città e nei paesi, ma nelle contrade.
È, comunque, significativo l’orientamento nei confronti del Var. Il sistema di verifica delle azioni che, nel corso della partita, possono sollevare dubbi non risolti dall’arbitro.
I dubbi, a quanto pare, dividono anche i tifosi. Anche se la maggioranza ritiene che questa procedura abbia contribuito a migliorare il nostro calcio. Tuttavia, si tratta di una maggioranza risicata. Appena sopra la metà dei tifosi. Più elevata, nella base nerazzurra. Meno ampia, ma comunque rilevante, fra i tifosi bianconeri, del Napoli e della Roma. Il Var, tuttavia, affida alla “tecnologia” il controllo di azioni condotte da atleti. “Persone”. E, per questo, non può risolvere un problema di fondo. Perché il tifo è passione e “fedeltà”. Dunque, una “fede”. Prima e oltre la tecnologia. Così l’esito del Var può entrare “in contrasto” con il sentimento dei tifosi. Perché ciò che rileva “l’occhio tecnologico” può essere – e spesso è – “più fondato” di quanto vedono gli occhi dell’arbitro. In campo. Ma se determina una decisione “in contrasto” con la mia passione, allora... non c’è Var che tenga.