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 2025  ottobre 20 Lunedì calendario

«VaffanZaia» è lo slogan elettorale dei Cinquestelle in Veneto: imbarazzo per il candidato del centrosinistra Manildo

«Vaffanzaia». Il Movimento 5 Stelle l’ha scelto come slogan per lanciare la campagna elettorale in Veneto. Nessuna titubanza: scritto a lettere cubitali, su sfondo irrinunciabilmente giallo, durante la presentazione delle liste provinciali ieri mattina a Padova. «Vaffanzaia. Si volta pagina» con un’accusa diretta al presidente della Regione uscente e un richiamo alla storia del grillismo, quei «V-Days» che l’aveva portato in doppia cifra alle Politiche. «Il Veneto è diventato fanalino di coda per sprechi, sanità in mano ai privati, inquinamento atmosferico e dell’acqua» è la critica del portavoce regionale Simone Contro, candidato nel Vicentino. 
Ma uno slogan così mette in imbarazzo il candidato presidente della coalizione a campo larghissimo, Giovanni Manildo. L’ex sindaco di Treviso, di tradizione diplomatica e moderata, taglia cortissimo: «Io non l’avrei usato, non è nelle mie corde. Il mio slogan è “Creare Futuro”, mi piace parlare di programmi, progetti, partecipazione e idee, e ne abbiamo tante». Poi dice che «con il M5s condividiamo molti temi dall’ambiente all’attenzione alla salute dei cittadini». Ma è chiaro che su quello slogan è proprio un no.
Il «Vaffa» grillino si staglia su altre accuse che emergono durante la presentazione dei candidati nelle liste. Gli aspiranti consiglieri vengono citati tutti, provincia per provincia, con breve curriculum illustrativo. Il presidente di Federcontribuenti Marco Paccagnella, civico prescelto dal leader Giuseppe Conte per il Veneto e candidato in quattro province, si riferisce alla Lega come ai «barbari» da cacciare; poi accusa Alberto Stefani, leghista candidato del centrodestra, di essere la «testa di legno di Salvini e Vannacci». Rispetto al fair play della campagna delle ultime settimane (fra Stefani e Manildo), i toni si sono alzati parecchio. Il deputato europeo Gaetano Pedullà se la prende soprattutto col Governo e con Bruxelles. Enrico Cappelletti, parlamentare 5 Stelle e candidato presidente alle Regionali 2020 contro Luca Zaia, punta il dito sulla sanità e sulla Pedemontana, «un buco miliardario», prima di gridare «Vaffanzaia».
Manildo è in imbarazzo, non è nel suo stile usare termini simili, nè usare epiteti offensivi per gli avversari politici: «Capisco l’indignazione, ma preferisco parlare di come vogliamo costruire il Veneto dei prossimi anni, guardare avanti piuttosto che indietro. Siamo una forza propositiva e costruttiva». Ma sono gli stessi candidati a metterla giù dura. «Da 15 anni in Veneto non va quasi niente – dice Paccagnella -. Come Federcontribuenti ci occupiamo di piccole e medie imprese e vediamo che qui sono state assistite solo le imprese amiche. Noi vorremmo aiutarle tutte. E non mi piace il giochetto di Zaia di essere candidato ovunque, tanto poi rinuncerà al posto».
Contro ribadisce che «vogliamo archiviare Zaia e tutto quello che la sua politica ha rappresentato per il nostro territorio e che abbiamo sempre fortemente contrastato». Ma quel «vaffa» di grillina memoria non è piaciuto mica tanto...