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 2025  ottobre 20 Lunedì calendario

Roma, tre ambasciate contro la discoteca «The Flat» alle Terme di Caracalla: «Musica troppo alta»

Le note notturne della musica del The Flat by Macan, locale situato nel cuore delle Terme di Caracalla e inaugurato lo scorso maggio, rischiano di creare un incidente diplomatico internazionale con tre nazioni: il Canada, il Regno di Norvegia e il Giappone. 
La denuncia al The Flat per disturbo della quiete pubblica
Tutte hanno protestato, con tanto di missiva indirizza al ministero degli Affari Esteri, al sindaco Roberto Gualtieri e ai vigili, lamentando il superamento dei decibel oltre i limiti massimi consentiti dalle leggi. Reclami motivati, almeno secondo il I gruppo Centro Storico tutela ambiente della polizia municipale che nei giorni scorsi ha denunciato il locale per disturbo della quiete pubblica. Le misurazioni dei decibel effettuate dall’Arpa la scorsa estate, hanno infatti rilevato che le attività sonore del The Flat hanno superato i limiti di legge e reso la vita impossibile a chi vive in zona. E soprattutto il volume della musica era così alta da essere percepita persino nella camera da letto dell’ambasciatrice canadese, Elissa Golberg. 

La lettera dell’ambasciata canadese
In seguito agli accertamenti dell’Arpa, i responsabili della discoteca sono stati multati. Due contravvenzioni che però non avrebbero sortito alcun effetto. La prima a scendere sul piede di guerra, facendosi portavoce delle feluche che vivono nella zona, è stata l’ambasciata canadese. La loro residenza è in via di Porta Latina, a Villa Grazioli. La distanza dal The Flat, in via Claudio Marcello, è di circa trecento metri. Uno spazio irrisorio, che si copre in poco meno di un minuto in macchina e una manciata di minuti a piedi. 
Con una missiva indirizzata lo scorso 8 ottobre al ministero degli Affari Esteri, l’ambasciata ha richiesto, senza i classici giri formali di parole che sono l’impronta della buona diplomazia, «un intervento per risolvere la situazione di disturbo acustico generata dalle attività del locale». Nel proseguo della lettera i modi felpati sono stati del tutto mandati in soffitta: l’ambasciata, come si legge alla seconda pagina della missiva, ha sollecitato «con (…) urgenza, le azioni più opportune per garantire il mantenimento del livello di emissioni acustiche entro le soglie di tolleranza nelle fasce orarie consentite». 
Le proteste di Norvegia e Giappone
Voci dall’interno della residenza, raccontano come negli ultimi cinque mesi sia stato impossibile ospitare personalità di rango in visita dalla madre patria per evitare un soggiorno disagiato a causa «della musica troppo alta nel locale». I reclami canadesi non sono rimasti isolati, a conferma delle difficoltà di convivenza delle feluche con il locale durante questi sei mesi. Vicino a Villa Grazioli si trovano anche diverse residenze dei capi missione del Regno di Norvegia e del Giappone. La stessa ambasciata norvegese si trova distante in linea d’area meno di due chilometri dalla discoteca. 
Appena i loro rappresentanti hanno saputo dell’intenzione dell’ambasciatrice canadese di manifestare in modo chiaro il disagio, non hanno perso tempo e hanno scelto di rendere pubbliche anche le loro rimostranze nella medesima missiva. Prima delle lettere di protesta, gli ambasciatori delle tre nazioni hanno anche espresso le proteste con diverse note verbali, raccolte dai vigili urbani del primo gruppo Centro Storico tutela ambiente