Libero, 19 ottobre 2025
Intervista a Natalia Estrada
Natalia Estrada ce la ricordiamo – bella, elegante e sensuale – ballare sulle note di The Rhythm Is Magic nella scena cult del film Il ciclone e, poi, in tutte le trasmissioni tv più importanti degli Anni ’90 e 2000. Una vita lontana che ora, però, non le appartiene più perché, da 18 anni, ha scelto l’aria aperta, i cavalli, la campagna («Ma non rinnego il passato»). Dopo il matrimonio con Mastrota («Mia figlia Natalia ha 30 anni e sono nonna di due nipotini») e la relazione con Paolo Berlusconi, adesso Natalia, che ha 53 anni e sfoggia un look da cowgirl (restando sempre bella, elegante e sensuale), vive col compagno Drew Mischianti e si gode la natura in un ranch del Basso Monferrato.
Cappello e camicia western, jeans e stivali: Natalia Estrada, complimenti per il look. Le dona molto.
«Grazie, ormai questo è l’abbigliamento di tutti i giorni. Vivo tra la natura e i cavalli: se la mattina sbagli indumenti è un pasticcio. Dal cappello, però, non mi separo mai nemmeno al chiuso, fa parte di me e se lo tolgo mi sento a disagio».
Che fine hanno fatto gli abiti da sera, i vestitini e le scarpe eleganti?
«Tutto donato. Sono almeno 10 anni che non uso i tacchi: ora non saprei nemmeno più camminare, soprattutto perché non frequento i marciapiedi cittadini, ma solo terreni sconnessi, prati, boschi...».
Natalia, raccontiamo bene come è la sua nuova vita.
«Sto in un piccolo ranch in Piemonte insieme con Drew Mischianti, mio compagno da quasi 20 anni, istruttore di equitazione Americana e vero mandriano. Con lui ho fondato “Ranch Academy”, un’Accademia internazionale del Cavallo da Lavoro».
Quanti animali avete?
«In tutto una ventina, compresi quelli in custodia: ci occupiamo di educarli quando sono piccoli e di seguire da vicino i progressi insieme al loro cavaliere. Ci rifacciamo a tre principi – sensibilità, tempismo ed equilibrio – che fanno parte della filosofia del nostro maestro Buck Brannaman, guru della comunicazione coi cavalli e della ricerca dell’armonia tra il binomio. Il romanzo L’uomo che sussurrava ai cavalli è ispirato alla sua vita e lui, nel film, era la controfigura di Robert Redford. Vede? È quell’uomo laggiù».
Cosa ci fa qui ad Ornago?
«Un corso di Horsemanship e una “Roping Master Class”, cioè un corso di specializzazione tecnica. Questa è l’unica data europea di Buck e la organizziamo noi di “Ranch Academy”, per tre giorni, alle Scuderie della Malaspina».
Torniamo al vostro ranch. Come è la giornata tipo?
«Non esiste, impossibile programmare. Mi sveglio presto, verso le 5.30, cucino e poi...».
Scusi, si mette ai fornelli a quell’ora?
«La cucina è creativa, mi piace sperimentare. Mi porto avanti perché abbiamo mille cose da fare e il cibo dà l’energia necessaria».
Cosa mangiate?
«Prodotti genuini, tutti a km zero e, nel possibile, cerchiamo di reperirli da chi abita attorno a noi. Accompagnando tutto da buon vino, ovviamente, che nella zona non manca».
In cosa consiste, poi, il lavoro quotidiano?
«Va dall’educazione dei puledri al raffinare le manovre e le tecniche di lavoro con cavalli adulti, che ci aiutano a radunare e controllare le mandrie di bovini che alleviamo allo stato brado in modo naturale, come una volta, facendoli nutrire solo con l’erba dei pascoli. Nel ranch di un amico spostiamo 600 animali tra tori, vacche e vitelli: lo facciamo con l’aiuto di soli 5 cavalli».
La sera sarete distrutti: trova il tempo di guardare un po’ di tv prima di andare a dormire?
«Da quando sono venuta a vivere in campagna non ce l’ho proprio il televisore».
Ah ecco. Ma il mondo dello spettacolo le manca?
«Zero. Non riuscirei più a sopportare le riunioni, la città, il traffico. Non rinnego il passato, ho fatto una scelta mirata e ne sono fiera. La mia felicità ora ed essere all’aperto, in campagna e con gli animali».
Sente ancora qualche ex collega?
«Antonella Clerici. Vive con il compagno, che ha un allevamento di cavalli, a un’ora da noi e ogni tanto ci incontriamo, così ne approfitto anche per parlare di cucina».
Ma nessuno, in questi anni, ha provato a riportarla in televisione?
«Sì, Ama (Amadeus ndr), con il quale ho sempre avuto un rapporto bellissimo e sincero e col quale ho condotto trasmissioni come Campioni di Ballo divertendomi tanto. Mi ha tentato due volte per il Festival di Sanremo: “Natalia, vieni e fai quello che vuoi: presenti, canti, balli. Scegli tu. Se vuoi puoi anche fare un ingresso sul palco a cavallo”».
Sia sincera, per l’entrata a cavallo ci ha pensato...
«L’idea mi attirava, ma ho detto no perché avrei dovuto investire del tempo prima e dopo il Festival, con tutto quello che comporta un evento di prestigio, e io non posso lasciare i miei animali».
Natalia, mentre parlava ha inavvertitamente spostato il cappello: la lunga chioma che fine ha fatto?
«Da un po’ di anni ho questo taglio corto, più comodo».
La ringiovanisce.
«Ho 53 anni, ma l’età è solo un numero. Io sto bene con me stessa, questo è l’importante. Le rughe? Ben vengano se sono all’insù, significa che sono felice. Io non mi sono ritoccata, ma non condanno chi ricorre alla chirurgia estetica per sentirsi più bella o sicura».
Quale è il suo segreto per essere così in forma?
«La vita sana e, probabilmente, il Dna: ho ancora due nonne in vita, la mia famiglia è da sempre longeva e attiva».
Allora torniamo indietro alla piccola Natalia.
«Nasco a Gijon, Nord della Spagna, il 3 settembre 1972. Mamma Maria Antonia detta “Toñi” è casalinga, papa Josè Ramon fa il portuale e il sindacalista».
Figlia unica?
«No, ho un fratello che ha 7 anni in meno: si chiama Josè Ramon anche lui».
Bambina timida?
«Subito appassionata al ballo, nei saggi della scuola sono in prima fila e il mio idolo è Olivia Newton-John. Mi chiamano palillo, stuzzicadenti, perché sono magrissima».
Le piace studiare?
«Sono una secchiona nei primi anni di scuola. La maestra delle elementari, però, dice a mia madre che ho soprattutto orecchio e ritmo per la musica, suggerendo di iscrivermi ad una scuola di danza classica. I miei genitori, così, seguono il consiglio e inizio seriamente a studiare all’accademia “Karel” in Asturias, che frequento dai 10 ai 15 anni. Poi vinco una borsa di studio che mi consente di andare al “Real Conservatorio di Arte Drammatica e Danza” di Madrid per studiare e poi laurearmi in Danza classica e spagnola».
Quindi fin da piccola vuole diventare una ballerina?
«Non solo. In realtà sogno anche di fare la giornalista come corrispondente di guerra».
Coraggiosa.
«In quel periodo non ho paura di nulla: volo con il parapendio, pratico sport estremi, faccio immersioni in mare aperto e in grotta e non mi fermo di fronte a nessun pericolo».
Qualche rischio?
«Nel primo volo di scuola, in tandem, il parapendio viene smontato e rimontato in maniera sbagliata. Dopo un volo da incubo, con mille difficoltà, all’atterraggio mi dicono: “Complimenti, sei ancora viva”. Una volta, invece, in Extremadura, con un vento contrario molto forte, dalla radio, suggeriscono di atterrare nel primo campo libero. Vedo uno pascolo con delle rocce e mi ci butto. Ma...».
Che succede?
«Le rocce in realtà sono dei tori e il mio parapendio è color fucsia: appena metto i piedi a terra i tori si girano verso di me e la mia vela colorata. Non mi resta che raccogliere tutto in fretta e saltare al di là del recinto in una frazione di secondo».
Danza, sport, avventura: come ci arriva, invece, in televisione?
«Mi propongono un provino come conduttrice per la trasmissione musicale per giovani La Quinta Marcha di Telecinco. È il primo anno della tv privata spagnola, c’è tutto da costruire e Penelope Cruz, che fa parte del cast, lascia il programma per fare cinema. Al suo posto prendono me e, a 18 anni, divento la conduttrice dello show, in cui il Dj è un ragazzo italiano che mette i dischi da dentro un uovo di dinosauro: si chiama Jovanotti».
Ma dai? È grazie a lui che poi arriva in Italia?
«No, no. Tra i tanti programmi che presento per la tv spagnola, nel 1992, c’è anche Bellezze al bagno, una coproduzione tra Telecinco, Canale 5 e due emittenti europee. È il Giochi senza frontiere della tv privata con concorrenti di Italia, Germania, Francia e Spagna e si tiene a Pinarella di Cervia.».
E lì conosce Giorgio Mastrota.
«È il conduttore italiano insieme con Patrizia Rossetti, in quella edizione».
Colpo di fulmine?
«Giochi di sguardi, ma niente più. A fine programma, a settembre, gli dico: “Io ora torno in Spagna”. E lui: “Sicura? Perché non ci facciamo una vacanza insieme?”. Accetto, andiamo a Ponza e lì ci fidanziamo».
Dopo tre mesi vi sposate.
«È un amore travolgente e nel 1995 nasce Natalia».
Che ora è una sportiva di successo.
«Sono molto fiera di lei, è tosta. Ha grande talento con i cavalli, ma vivendo a Chamonix si è dedicata allo scialpinismo: è guida di montagna e gira il mondo come atleta di successo facendo corse UTMB, gare di trail-running di lunghe distanze e con forti dislivelli».
Sua figlia le ha già “regalato” due nipotini.
«Sacha ha 4 anni, Marlo 6. Mi chiamano “nonna Tali” o “la nonna dei cavalli”. Li adoro e sono sempre di grande aiuto quando vengono al ranch».
Natalia, torniamo a Mastrota. Nel 1998 il matrimonio finisce.
«Ci siamo conosciuti che ero giovanissima, è stato tutto molto veloce. Crescendo, poi, si capiscono meglio le cose, conosci di più gli altri e anche te stesso. Meglio dividere le strade prima che sia troppo tardi».
Vi sentite ancora?
«Ogni tanto, per gli auguri o per le questioni familiari da genitori e nonni».
Riprendiamo con la sua carriera. Dopo Bellezze al bagno inizia a lavorare stabilmente per la tv italiana, ma nel frattempo, nel 1996, viene travolta dal successo al cinema con Il ciclone.
«Inizia tutto per caso».
Cioè?
«In quel periodo partecipo a Quelli che il calcio come tifosa del Milan e incontro un fotografo di scena che mi dice: “Un mio amico toscano che fa il regista sta preparando un film e cerca attrici spagnole che sappiano ballare. Ti interessa?”».
È Pieraccioni?
«Sì, non è ancora famosissimo, ma è in ascesa perché ha appena girato I laureati. Accetto e mi ritrovo nel cast. Leonardo è teso, vuole fare un bel lavoro e si dimostra molto umile e intelligente perché, essendo agli inizi, chiede consigli un po’ a tutti. In particolare al direttore della fotografia Roberto Forza e a Monicelli».
Lei propone qualcosa?
«Il tema musicale principale – The Rhythm Is Magic della Dubaldo – lo consiglio io: è un successo già in Spagna, ma non è ancora arrivato in Italia».
Scelta azzeccatissima, complimenti. Qualche ricordo degli attori?
«Siamo un gruppo molto unito con Hendel, Haber, Tosca d’Aquino, Benedetta Mazzini, tutta gente che sente la responsabilità ed è legata a Pieraccioni. E poi c’è Ceccherini che è fuori di testa, geniale e simpaticissimo: va a ruota libera senza copione, ma a volte eccede con le battutacce».
La sua compagna di ballo è Lorena Forteza, altra donna bellissima.
«In quel periodo sta vivendo un momento complicato a livello personale, inoltre è una modella sempre in viaggio e, purtroppo, nella fase di promozione non riesce sempre a essere con noi e raccogliere il successo che ci investe, proprio come un ciclone».
Quando capisce che Il ciclone è una bomba?
«Quando vado in sala di doppiaggio e lo vedo montato: è una commedia che celebra l’imprevisto, l’amore e la bellezza della vita semplice. Infatti piace a tutti e in poco tempo sbanca i botteghini».
Lei, con quel ballo, diventa un simbolo di sensualità. Chissà quanti corteggiatori e quanti regali.
«Il regalo più bello è l’affetto della gente che prosegue nel tempo: ancora oggi, quando qualcuno si avvicina per un saluto o un autografo, mi chiedono subito di quel film. Prova che ha segnato trasversalmente un pubblico molto vario».
La sua carriera, con Il ciclone, ha una svolta clamorosa: la richiedono tutti, è una star, conduce i programmi più importanti della tv.
«E vinco due Telegatti, uno per Anima mia con Fabio Fazio e uno come personaggio Tv dell’anno».
Le statuette le conserva ancora o le ha regalate come i vestiti?
«Sono in taverna vicino alle foto e ai trofei di equitazione».
In quegli anni lei lavora con molti grandi personaggi. All’inizio parlavamo di Amadeus, poco fa abbiamo citato Fazio. Altri da ricordare?
«Pippo Franco, professionale e presentatore impeccabile. Gigi Sabani, persona meravigliosa, classico romanaccio simpatico. Ma anche Enzo Iacchetti, Marco Columbro, Claudio Lippi e Gerry Scotti».
Il programma che la diverte di più in quel periodo?
«La sai l’ultima?, il varietà di punta del sabato sera di Canale 5 dove, oltre a condurre, ho il privilegio di potermi esprimere come ballerina, con le coreografie di Bryan & Garrison, per ben 8 anni».
Natalia, parliamo di Berlusconi.
«Con Paolo...».
No, aspetti, prima il Cav.
«Professionalmente brillante, geniale e rispettoso con tutti, soprattutto con le maestranze. E poi sempre positivo: questo gli dà una marcia in più».
E nella vita privata?
«Esattamente uguale».
Come conosce, suo fratello Paolo?
«Ad una convention del Milan nel 2001. Ci fidanziamo e stiamo insieme per sei anni: un amore elegante, intenso e importante del quale conservo un bel ricordo. Poi il rapporto si spegne e arriva Drew, il mio attuale compagno».
È lei a dire basta?
«Sì e mi spiace molto perché è un momento difficile pure per la famiglia. Ma in certi casi è meglio una scelta netta: trascinando le relazioni si rischia di rovinare qualcosa di vero. Con Paolo è rimasto l’affetto, ogni tanto ci sentiamo».
Nel 2007 lei si allontana definitivamente anche dalla tv. Come mai?
«Ho la sensazione che sia il momento giusto e non mi sbaglio: quell’ambiente sta cambiando in peggio, dal mio punto di vista. E, soprattutto, ho appena incontrato il mio “Ciclone” personale, cioè il mondo dei cavalli. E, con lui, Drew e la vita a contatto con la natura».
A proposito, ma quando, esattamente, c’è il colpo di fulmine per l’equitazione?
«Merito di Claudio Lippi».
Raccontiamo.
«È il 2002 e, con lui, sto conducendo La sai l’ultima?. Una domenica, senza anticiparmi nulla, mi fa una sorpresa: “Andiamo a fare una gita da un mio amico a Piacenza, porta anche tua figlia”».
E arrivate proprio in un maneggio.
«La mia reazione è: “Wow, che meraviglia”. Faccio la mia prima lezione e mi innamoro di tutto, tanto che dopo 6 mesi compro un cavallo tutto mio».
Perché quello sguardo?
«Poco tempo dopo, il 6 giugno, faccio una bruttissima caduta: mi fratturo ulna e radio e lesiono la carotide, mi portano al Niguarda in elisoccorso e resto ricoverata per un mese».
Malgrado l’incidente, però, non si allontana dal mondo equestre.
«No, anzi. Capisco che il cavallo non c’entra, è solo inciampato ed è stata una fatalità. La svolta, poi, me la dà vedere il film L’uomo che sussurrava ai cavalli, conoscere il mio compagno Drew e incontrare Buck Brannaman. La mia vita, da quel momento, cambia totalmente».
Ultime domande veloci. 1) Rapporto con la religione?
«Non lo so nemmeno io. Non provengo da una famiglia particolarmente cattolica, ma a volte, quando ho bisogno, cerco una mano da lassù».
2) Paura della morte?
«La penso come Epicuro: non bisogna temere la fine, perché quando c’è lei non ci siamo noi e quando ci siamo noi non c’è lei. La cosa più divertente, però, la ripeteva la signora Rosa».
E chi è?
«La madre di Silvio, Etta e Paolo Berlusconi, donna fantastica, umile e affettuosa. Lei, parlando di se stessa, non diceva mai “Quando morirò”, ma “Se morirò”».
Meraviglioso. 3) Rapporto con il sesso?
«Naturale e semplice».
4) Ha guadagnato molto in carriera?
«Il giusto e i soldi me li sono sempre goduti. Ma sono anche stata generosa con gli altri. Per come sono caratterialmente, però, non smetterò mai di lavorare: mi vedo montando cavalli e facendo corsi a cent’anni, se la salute sarà con me».
5) Qualcuno che vorrebbe riabbracciare?
«Nonno Antonio. È morto quando avevo 18 anni, una settimana prima che mi chiamassero in tv: era un metronotte e durante una rapina gli hanno sparato un colpo di pistola. Dopo la disgrazia ho voluto pensare che sia stato lui, come ultimo regalo, a spingermi nel mondo dello spettacolo».
Ultimissima. Natalia, ha un sogno?
«Il mio sogno lo sto vivendo».